Asl Reggio: lo stabile non è in sicurezza

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La direzione dell’Azienda Asl Irccs di Reggio Emilia, in merito all’occupazione dello stabile di via Monte San Michele di proprietà aziendale, da parte di esponenti di Lab AQ16, ricorda che quell’edificio è stato messo in vendita, mediante asta pubblica, e che i proventi contribuiranno al finanziamento per la realizzazione del padiglione Mire, i cui lavori sono in corso.
Il Pru (Programma di recupero urbano) del Comune di Reggio Emilia prevede che l’immobile sia destinato a diventare un’area polifunzionale, residenziale, anche convenzionata, servizi e terziario.
I servizi che erano ospitati in via Monte San Michele sono stati tutti ricollocati nelle Case di Comunità, al servizio della cittadinanza.
Il loro trasferimento si rese necessario perché l’edifico di via Monte San Michele aveva bisogno di interventi di manutenzione significativi per garantire  standard  di sicurezza adeguati per i lavoratori ed i cittadini che  lo frequentavano. Si ricorda che le Case di Comunità nel Comune di Reggio Emilia sono in progressivo aumento, oltre alla Casa di Comunità Nord e all’ampliamento della Ovest, saranno realizzate la Casa di Comunità Est e la Casa di Comunità che avrà sede nell’edificio ex CPA in viale Risorgimento.
Per queste ragioni l’Azienda, che ha sporto denuncia in merito all’occupazione ai carabinieri di Reggio Emilia, fa appello affinché i locali vengano rilasciati immediatamente, non essendo al momento in condizioni di sicurezza (fra l’altro privi di acqua e luce e pertanto completamente inagibili).

Aq16 aveva spiegato così l’occupazione. Uno spazio pubblico, abbandonato e messo all’asta sul mercato, torna vivo e viene restituito alla città.
Di fronte all’incessante svendita del patrimonio pubblico a vantaggio della speculazione immobiliare abbiamo deciso di agire una rottura, prendendo noi in mano il martelletto dell’asta, per dettare i termini di come gli spazi possono e devono essere adattati per vivere una città inclusiva e sostenibile.
Questa settimana gli ex Poliambulatori di via Monte San Michele 8 sono SOLD OUT!

In questi giorni rimettiamo al centro bisogni e desideri per noi e il nostro territorio, prendendoci spazio e tempo, e sottraendolo alle logiche di profitto che guidano le scelte del governo della città.

A Reggio Emilia mentre la retorica della rigenerazione urbana attira privati e investitori, la precarietà abitativa e l’esclusione sociale di chi abita il nostro territorio è aumentata.

L’intervento pubblico ad oggi non ha la volontà politica di intaccare l’agire del libero mercato che dalla casa alla sanità, dall’educazione al lavoro estrae valore e genera povertà e marginalità.

Il fallimento delle esternalizzazioni e del patto pubblico-privato sono evidenti se si guarda alla mancanza di politiche sull’accessibilità alla casa, ai tagli alla sanità pubblica e alla chiusura di luoghi di cura e di prossimità come i consultori, all’intensivo consumo di suolo per centri commerciali, mentre la città si riempie di sfitti e case vuote.
La governance cittadina si è fatta promotrice di questi modelli incapaci di garantire diritti e servizi a tutti.

Dobbiamo prendere atto che anche Reggio Emilia è investita da processi globali di finanziarizzazione che agiscono sulla vita delle città: gentrificazione, l’airbinizzazione , nuove forme di mercato del lavoro povero che hanno innalzato la soglia di povertà assoluta (che oggi tocca almeno 7.000.000 di italiana), e che non sono più sostenibili.

C’è bisogno di risposte forti, collettive e che dal basso siano in grado di smuovere i piani alti della politica per incidere contro questi processi che generano impoverimento e disuguaglianze.

Ma abbiamo soprattutto bisogno di pensare un’alternativa, di praticare nuove forme di vivere la città, di rivendicare decisionalità sull’utilizzo di spazi che vanno sottratti alla rendita e riconsegnati ad una funzione pubblica e sociale.

Per questo abbiamo rilanciato la Campagna Per l’Abitare Sociale, che oggi prende casa all’interno degli ex Poliambulatori Ausl , da cui lanciamo un invito a tutta quella parte di cittadinanza che è interessata e disposta a cospirare e a costruire pensiero, relazioni, alleanze per invertire la rotta ed immaginare un nuovo abitare la città.



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