Voto. Bonaccini a un passo dall’Europa

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Fervono le trattive nel Partito democratico per la composizione delle liste per le prossime elezioni Europee. Entro la settimana dovrebbe essere convocata la direzione dem per chiudere la partita. In caso di partenza del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini per Bruxelles, in Emilia Romagna si andrebbe alle elezioni anticipate e una data che appare probabile è quella del 24 novembre. Intanto si inizia a ragionare sui possibili successori alla guida della Regione e spuntano i nomi di Vincenzo Colla, attuale assessore allo Sviluppo economico; Michele De Pascale, sindaco di Ravenna ed Enzo Lattuca, sindaco di Cesena e presidente della provincia di Forlì-Cesena.

Bonaccini a proposito del suo futuro nelle scorse ore aveva detto: “Questa settimana è quella decisiva per decidere che cosa faremo, perché la prossima settimana immagino si convocherà la direzione nazionale del mio partito per presentare, votare e definire le liste. Vedremo, io come sapete dove devo stare sto.

Non ho mai chiesto niente per me nella mia vita, si può essere utili in tanti luoghi e in tanti modi, vedremo quello che decideremo insieme perché non ho mai pensato di dover determinare da solo il mio futuro”.

La consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, l’altro giorno ha preso la parola durante l’Assemblea legislativa, presentando una interrogazione a risposta immediata in merito alle conseguenze di una eventuale elezione del presidente Bonaccini al Parlamento europeo.
«Rispetto a tante indiscrezioni più o meno sussurrate nelle stanze del potere e anche a mezzo stampa, vorrei conoscere dalla sua voce quello che ci attende e come vi state preparando – chiede Castaldini al sottosegretario alla presidenza della giunta emiliano romagnola -. Se Bonaccini deciderà, come pare, di essere il capolista del Partito democratico nella circoscrizione Nord-Est, sarà la vicepresidente Priolo a traghettarci fino alle prossime elezioni? E quanti mesi ci separeranno dal voto regionale? I canonici 60 giorni dalle dimissioni e quindi novembre? Oppure Priolo potrebbe arrivare fino a marzo 2025, come voluto da questa Assemblea con le modifiche statutarie?».

Sembrano solo meri tecnicismi, ma per Castaldini, invece, «c’è di mezzo il futuro della regione, dei suoi cittadini e di chi avrà l’onere di governare questo territorio dopo l’era Bonaccini». Sugli scenari che si possono prefigurare, da parte di Baruffi non ci sono state altre aperture rispetto alla data del 24 novembre 2024 per le elezioni in Emilia Romagna.
Una regione, si ricorda, composta da 4,5 milioni di abitanti, 330 Comuni, prima in Italia per export pro-capite, che rappresenta il 40 per cento del Pil del Nord-Est e il 10 per cento del Pil italiano, dove ci sono 450mila imprese, più di 2 milioni di occupati e 2 milioni di famiglie, con 17mila progetti Pnrr approvati e da terminare, per un totale di 9 miliardi di euro di risorse.

Numeri importanti. Tuttavia, «mentre il Partito democratico è sempre più avviluppato nelle sue beghe interne, fatte di candidature, poltrone, nomine nei posti giusti e mosse di avvicinamento al Movimento 5 Stelle, lascia in eredità un bilancio regionale che rappresenterà un fardello significativo per chiunque prenderà il testimone della guida della Regione dopo l’era Bonaccini -, tuona Castaldini -. Nonostante Baruffi abbiamo aperto alla possibilità di parlare di bilancio in regime di ordinaria amministrazione, sono certa che in quanto documento di programmazione non ci sarà possibilità di approvarlo prima dell’insediamento della nuova Assemblea».

Inoltre, «la Regione non ha ancora visto i bilanci consuntivi delle Ausl del 2023 né quelli preventivi 2024 – continua -. Quest’aula e tutti i cittadini emiliano romagnoli meritano una maggiore trasparenza. Penso di parlare a nome dell’intero centro-destra nel dire che siamo pronti a raccogliere la sfida della ripartenza di questa Regione. Ma qual è l’eredità che lascerete in termini di numeri e di politiche?».



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