Una lettrice che ha partecipato al primo concerto di Zucchero Fornaciari alla Rcf Arena di Reggio Emilia lo scorso venerdì 9 di giugno, ci segnala (nonostante il tagliando online sia costato ben 22 euro) il disagio cui ha dovuto fare fronte per posteggiare la propria auto. Disorganizzazione, aggiunge, che le ha fatto perdere i primi trenta minuti dello show.
“Buongiorno,
Vi scrivo per segnalarvi la pessima gestione del parcheggio adiacente l’Rcf Arena.
Siamo andati al concerto di Zucchero lo scorso venerdì, 9 giugno, con inizio previsto per le 21.
Siamo arrivati a 2 km di distanza (come indicava il navigatore) dal parcheggio alle 19:30.
Per percorrere quei 2 km abbiamo impiegato più di 2 ore.
Noi abbiamo pagato il parcheggio online 22 euro, allego la prenotazione (con i dati oscurati) come prova.
Eravamo basiti, non riuscivamo a capire il perché di tale disorganizzazione.
Una volta entrati, finalmente, al parcheggio abbiamo capito che non era stato previsto un ingresso per i non prenotati e un altro per chi avesse già pagato il parcheggio. C’era un’unica fila ed un unico ingresso (nonostante gli spazi consentano benissimo di far incanalare le auto su più corsie). Di conseguenza per attendere chi doveva effettuare il pagamento, chi era già prenotato non ha potuto accedere.
Noi, come molti altri, siamo entrati in ritardo, di almeno mezz’ora, rispetto all’inizio del concerto a causa della totale disorganizzazione del gestore del parcheggio.
E meno male che nella prenotazione scrivono “Parcheggiare stress free”.
Direi più “Paga il parcheggio e perdi il concerto”.
Abbiamo fatto reclamo alla società che gestisce il parcheggio, ma spero che tramite il Vostro servizio alla collettività, queste vicende scandalose vengano fuori e che non si ripetano in futuro”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]