Violetta Zironi: da Reggio a Nashville

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I talenti che siamo riusciti a fare scappare e quelli che sono rimasti nel territorio a ogni costo: da Ligabue a Vasco, passando per i Rio, Benny Benassi, i Ridillo, a una montagna di nomi meno blasonati ma resilienti, da Nevruz ad Alex Lunati, fino ad un’infinità di giovani emergenti che non mollano.

La Regione investe e la gente in parte comprende, apprezza e spende, sia per fare musica che per ascoltarla.

Però, siamo riusciti a mandare in Messico Marco di Mauro (Reggio Emilia, 1980), che probabilmente nessuno ricorderà perché in quegli anni – quelli in cui si avvicinava alle major con l’opera prima, che conteneva un brano “Cantico d’amore” in featuring con Carmen Consoli, che non era proprio sconosciuta – il suo potenziale pubblico era troppo vicino a quello di Filippo Neviani, meglio conosciuto come Nek, drasticamente confrontabile e terribilmente vicino anche geograficamente e quindi un azzardo.

Oggi, Marco di Mauro, seguito da anni da milioni di follower, ha collezionato dischi d’oro e di platino, ha scalato le classifiche internazionali entrando persino nella Billboard Hot 100, ha trovato il tempo di fare l’attore in un paio di telenovelas sudamericane, a solcare i palchi più ambiti duettando con Maite Perroni, ad esempio – attrice e cantautrice messicana che ha raggiunto la fama internazionale come membro del gruppo Rbd nominato ai Latin Grammy – grazie “A Partir de Hoy”, che fa parte della colonna sonora musicale della telenovela Triunfo del amor.

E’ tornata in televisione, invece, nella nostra televisione, Antonella Lo Coco, siciliana di nascita, ma da sempre in Emilia, dove si sposa con la compagna Elly nel 2020 e gestisce un locale, aperto con la migliore amica. Battuta da Francesca Michielin nella quinta edizione di XFactor (quella del 2011) – da prima parte degli Shadow Zone, band con la quale nel 2008 apre due concerti di Elisa – è dopo XFactor che riceve il primo Disco d’oro, vola in tour in compagnia dei Pooh, comincia con televisione e cinema e continua a produrre musica raccogliendo intorno a sé nomi importanti, da Marco Baroni, a Max Casacci dei Subsonica.

Antonella Lo Coco

A un certo punto è anche giudice del talent show ‘Io Canto’, ma poi scompare, tornando alla ristorazione. Oggi, la Lo Coco è la voce femminile della Stai sul pezzo Band, insieme al maestro Umberto Jervolino e al cantante e attore Marco Stabile. Sono loro ad accompagnare campioni e non, nel programma ‘Dont’forget the lyrics’, in onda sul Nove.

Altra reduce di XFactor, che al contrario ha abbandonato il nido – migrando prima in Europa, poi in America – è Violetta Zironi (Correggio, RE, 1995).

Terza, alla settima stagione della versione italiana di XFactor (era il 2013), con il suo ukulele – diventato presto il suo strumento distintivo – dopo l’ep di debutto firmato Sony “Dimmi che non passa”, partecipa come attrice al film originale Netflix “Rose Island”, diretto da Sydney Sibilia.

E’ vero, quando dopo XFactor, l’ep e il successivo tour, Violetta provò a entrare nella rosa dei giovani a Sanremo, non passò: sia nel 2015 con “Eppure mi va”, che nel 2016 con “Semplice”; scritta da Zibba, non da uno qualunque. Partì per Berlino dove siglò un accordo con la label Pon’t Danic Music, che diede alla luce l’ep “Half Moon”, prima, e “Scenes from My Lonely Window”, poi.

In piena pandemia, nel momento in cui stava considerando di abbandonare l’industria musicale, Violetta ha una nuova intuizione: si avvicina al mondo degli Nft, rischia e sceglie di continuare a pubblicare la sua musica con il blockchain di Ethereum.

Nel gennaio 2022 prende vita la sua prima raccolta, “Handmade Songs” (Canzoni fatte a mano), che detona come una bomba e comincia a conquistare regolarmente spazi Twitter sugli Nft musicali.
Il successo di Handmade Songs la incoraggia, quindi, a pubblicare una raccolta più ampia. Nell’aprile 2022, collabora con Nifty Music per pubblicare “Moonshot”, una raccolta di 2.500 Nft con cinque canzoni scritte da lei e Michael Ochs e prodotte da Matt Rollings ai Sound Emporium Studios di Nashville.

La collezione comprende anche opere d’arte disegnate da suo padre, Giuseppe Zironi, già illustratore per la Disney.

A febbraio di quest’anno, Violetta raddoppia.

E’ infatti uscita una nuova, potente e imponente collezione, titolata “Another life”: una raccolta musicale Nft/Pfp con 5 brani originali registrati su nastro abbinati a 5.000 Pfp (acronimo di “Photo for Profile”; degli Nft che vengono usati come immagini del proprio profilo nei social network) ma come sempre unici e questa volta disegnati a mano da Arianna Rea, anch’essa illustratrice Disney.

Attraverso l’esclusiva “gamification” di questa collezione, i fruitori e possessori possono beneficiare di spettacoli virtuali settimanali, dischi in vinile e stampe delle stesse opere d’arte, accesso ai concerti dal vivo, finanche all’opportunità di prenotare Violetta per un’esibizione live personale, unica.

Oggi – e a detta dei commenti sui social, finalmente – a distanza di 7 mesi arriva il nuovo brano “Heavenly Angels”, una canzone che Violetta ha composto nel 2018 e che, anche se sono passati 5 anni dalla sua creazione, risuona ancora in lei come se l’avesse scritta ieri: <<Nel corso degli anni, ho registrato la canzone diverse volte, ma è solo di recente che sento di aver catturato la versione perfetta che rende davvero giustizia all’essenza della canzone. A volte le canzoni invecchiano come il buon vino, acquisendo profondità e significato con il passare del tempo. Questa – continua Violetta – è nata dalla mia visita in Vaticano e dalla maestosa bellezza degli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina. “Heavenly Angels” è una sincera esplorazione della compassione, della redenzione e del perdono. Approfondisce l’idea che tutti commettiamo errori e, per quanto dolorosi possano essere questi errori, tutti meritano la possibilità di essere perdonati e liberati dai fardelli che portano.
Guardando al futuro, ci rendiamo conto che il dolore che abbiamo sperimentato serve solo a trasformarci in individui più forti e più resilienti>>.

“Heavenly Angels” – <<conservato per un momento speciale>> – è il frutto di una collaborazione tra la cantautrice e l’amico Ed Prosek, che ha lavorato insieme a lei alla scrittura e alla produzione. L’artwork della canzone, come scrive pubblicamente l’artista, è come per “Moonshot” <<una creazione del mio talentuoso padre che, nonostante il suo solito lavoro disegnando fumetti per Disney, si è preso una pausa per collaborare con me a questo progetto>>.

Il nuovo brano, presentato qualche giorno fa in diretta esclusiva sul canale IG @soundxyz (che sul proprio profilo Instagram ci tiene a rimarcare come “Il suono metta in contatto artisti e ascoltatori per assumersi la responsabilità della cultura che creano insieme”) e disponibile solo come Nft sul sito www.sound.xyz, in poche ore ha già collezionato 566 mints grazie a 212 collectors.

Che cosa vuol dire? Come funziona?

La libreria musicale Nft dipende esclusivamente da come l’artista struttura e confeziona gli Nft e Violetta, questa volta, ha scelto di attivare un paio di opzioni.

Se sei nuovo agli Nft e vuoi solo immergerti nell’esperienza, con un 1$ puoi acquistare con carta di credito – disponibile in quantità illimitata però – una copia dell’opera d’arte (disegnata, appunto, a mano dal padre fumettista Disney) e tenerla in un portafoglio di custodia.

Se, al contrario, sei un veterano dell’Nft, questa canzone può essere tua in edizione limitata a 25 copie, solo per 0,1 Eth.

Bene ma non (ancora) benissimo, perché bisogna sapere che cos’è un Eth, o Ether. Cioè una criptovaluta memorizzata su una blockchain pubblica, che può essere trasferita da un portafoglio a un altro: una rete globale distribuita, non censurata, aperta a tutti e senza alcuna autorità centrale, gestita da Ethereum; la seconda blockchain pubblica in termini di valore e la prima in termini di utilizzo.
Un modo veloce, unico e fantastico per supportare gli artisti nel proprio viaggio musicale; ma ancora contorto e difficile da comprendere ai più.

Di cosa stiamo parlando, quindi?

In parole povere, ma non poverissime, la differenza fondamentale con il bitcoin è che Ethereum permette di creare applicazioni che vengono eseguite e memorizzate sulla blockchain stessa.

La musica Nft è un bene digitale che contiene una composizione musicale. Può contenere una versione tokenizzata di una singola canzone o di un album, ma anche di un prodotto digitale di qualsiasi tipo; inclusa la possibilità d’incontrare l’artista, di ottenere biglietti speciali o persino video musicali dedicati o ancora, come in questo caso, opere d’arte uniche.

Da quando i limiti del Covid-19 hanno portato alla cancellazione degli spettacoli dal vivo, i token non fungibili (gli Nft per l’appunto) si sono evoluti sino a diventare un modo per i fan d’interagire con i loro musicisti preferiti.

Il volume degli scambi di Nft ha superato i 44,2 miliardi di dollari nel 2021 e continua a battere i propri record ogni anno; finanche a prevedere che entro il 2025, la capitalizzazione di mercato degli Nft raggiungerà gli 80 miliardi di dollari e i settori chiave guidati dai consumatori, come il gaming, la vendita al dettaglio, la musica e l’intrattenimento, saranno quelli a registrare la crescita più alta.

La musica non fungibile diventa così un oggetto raro, che viene conservato in un registro digitale.
Il musicista detiene tutti i diritti sulla sua canzone e ha anche molti vantaggi, come la possibilità di generare animazioni in 3D della sua canzone e la possibilità di vendere la sua canzone in diversi mercati, con il risultato di guadagnare più royalties.

Un cambiamento esplosivo ed enormi opportunità dovute – parlando in termini di Nft musicali – alla possibilità di customizzazione il prodotto e all’implementazione del coinvolgimento che il pubblico ottiene e di performance che si affacciano nel pianeta musicale in modi totalmente nuovi da quelli passati.


Si accorcia la filiera e per l’industria musicale gli Nft – permettendo ai musicisti di rapportarsi con il proprio pubblico direttamente e di generare denaro senza bisogno di intermediari – ha un solo significato: far scivolare mano a mano dal trono le case discografiche, che devono scegliere se cavalcare il progresso e tutto il potenziale del metaverso, o esserne succubi.

Un potenziale infinito.

E’ chiaro, è ancora stupendo poter andare ad un concerto dal vivo come quello – per parlare di cose vicine – di Harry Styles all’Rcf Arena – e magari indebitarsi con se stessi di stanchezza, ma sentirsi tronfi “dell’esserci stati” – ma vogliamo mettere, laddove non ci è possibile lo spostamento, poter comunque partecipare oltreoceano al concerto di Lil Nas X che ha suonato per 33 milioni di persone, nel corso di due giorni e quattro spettacoli, senza uscire da casa?

O, ancora, far partecipare tuo figlio al “Rift Tour di Fortnite” condotto da Ariana Grande, insieme a 27,7 milioni di persone su una piattaforma virtuale?

Il futuro della musica è quindi nelle mani di una nuova generazione di artisti. Una generazione cresciuta con la tecnologia digitale e pronta a creare la propria musica e ad arricchirla di esperienze speciali.
Ma è comunque un’arte e mi piace pensare che siano ancora necessarie la capacità, lo studio, l’esperienza, un’impronta artistica, una guida; e ovviamente il talento, oltre alla lungimiranza.

E Violetta Zironi, con in più il quid del pizzico di azzardo per essere emigrata per rincorrere il proprio sogno, è ancora un raro esempio di sintesi di tutto questo.




C'è 1 Commento

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  1. Perdonatemi

    Ho letto l’intero articolo. Perdonatemi se non mi intendo di musica, ma io ci leggo una manovra di marketing – utilizzando tecnologie assimilabili al bitcoin e molto poco green peraltro – al fine di giustificare il fatto che un’artista non ha chiaramente “sfondato” e ci riprova all’estero. Ho fatto una sintesi.


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