Lunedì 25 novembre ricorre la Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha invitato i governi, le organizzazioni e le ong a realizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno. Anche Reggio Emilia ricorda questa giornata, evidenziandone fra l’altro il significato di ricorrenza civile di valori quali coraggio, contrasto a regimi dittatoriali ed impegno politico. In questo stesso giorno, infatti, nel 1960 si consumò il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.
Il programma delle iniziative promosse dal Tavolo interistituzionale per il contrasto alla violenza contro le donne e i dati locali su questa problematica sono stati presentati questa mattina, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e l’assessora alla Cultura e Pari opportunità Annalisa Rabitti, la presidente dell’associazione Nondasola Silvia Iotti e la dirigente dei Servizi sociali del Comune di Reggio Emilia Germana Corradini.
Erano inoltre presenti i rappresentanti dei numerosi soggetti che prendono parte al Tavolo interistituzionale: Francesca Ghirri, avvocata del Servizio Legale del Comune di Reggio Emilia; Francesco Panetta, Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Emilia; Celestina Tinelli, presidente dell’Ordine degli Avvocati; Francesca Santi medico del Pronto Soccorso, Referente percorso violenza, e Maria Stella D’Andrea, medico legale, criminologa clinica, dell’Ausl Reggio Emilia; Giovanna Fava, per il Forum Donne Giuriste e Claudia Auguzzoli, consigliera della Provincia di reggio Emilia con delega alle Pari opportunità.
“Reggio Emilia è stata una città pioniera nell’assumere un impegno forte e continuativo nel contrasto della violenza sulle donne – ha detto il sindaco Luca Vecchi –: in questi anni, grazie al Tavolo interistituzionale, è stata sviluppata una rete di dialogo e collaborazione tra una molteplicità di soggetti che, senza rinunciare alle loro autonome prerogative, hanno scelto di adottare una strategia comune. Questa capacità di fortissima collaborazione tra le istituzioni e il sistema dell’associazionismo ha consentito di rafforzare la collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti e di valorizzare il protagonismo civico, dall’altro di adottare una precisa posizione politica sul tema dei diritti umani, al cui interno si inseriscono le azioni per il contrasto alla violenza sulle donne. Nonostante questo grande livello di attenzione e consapevolezza, anche a Reggio Emilia quasi una donna al giorno si rivolge ai centri antiviolenza: questo significa fiducia in chi dà aiuto, ma anche il fatto che non dobbiamo abbassare la guardia ed è necessario rilanciare con maggiore forza l’impegno comune e la collaborazione tra istituzioni e associazioni, per lavorare sul rafforzamento dei servizi e la promozione di una cultura del rispetto delle donne”.
“Il tema della violenza maschile contro le donne è un tema di cultura su cui non possiamo abbassare la guardia, che riguarda la disparità tra i sessi – ha detto l’assessora Annalisa Rabitti – La decisione di promuovere un Tavolo interistituzionale, a Reggio Emilia presieduto dal Sindaco, testimonia la scelta di una città che vuole avere come priorità l’affrontare questa problematica a partire da una rete di solidarietà e contrasto alla violenza maschile: in questo modo saremo in grado di costruire risposte sempre più efficaci e puntuali nei confronti delle donne che scelgono di denunciare, così come saremo capaci di promuovere una cultura della prevenzione e del rispetto all’interno del rapporto tra uomo e donna”.
In occasione di questa ricorrenza, l’Amministrazione comunale ha messo in campo diverse iniziative per ricordare l’impegno quotidiano del territorio nel contrastare le discriminazioni di genere e la violenza maschile sulle donne. Tra queste il corso di formazione deontologica per i giornalisti in collaborazione con l’associazione Nondasola, l’Ordine dei giornalisti e la Fondazione dei giornalisti della Regione Emilia-Romagna, dal titolo ‘Tra giudizio e pregiudizio. La violenza maschile sulle donne nel linguaggio della giustizia e dei media’: l’iniziativa si svolge mercoledì 27 novembre, dalle 9.30 alle 13.30, alla Fonderia di Reggio Emilia (via della Costituzione 39). Il corso prevede un fitto programma di interventi: ad introdurlo saranno i saluti istituzionali dell’assessora alle Pari opportunità Annalisa Rabitti e un’introduzione a cura di Elena Biaggioni, avvocata penalista coordinatrice del gruppo tecnico Avvocate di DiRe (Donne in Rete contro la violenza), accompagnata da una lettura scenica tratta da “Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza” a cura dell’attrice Cinzia Spanò. Di seguito interverranno, in una Tavola rotonda coordinata dall’associazione Nondasola, Alessandra Pigliaru de Il Manifesto, Antonella Mariani di Avvenire, Leonardo Filippi della rivista Left, Alessandra Testa di GiULiA Giornaliste, Paola Barretta dell’Osservatorio Pavia e Gabriele Franzini di Telereggio.
Per la stessa giornata di mercoledì 27 novembre, alle ore 21 sempre presso la Fonderia dalle ore 21, è in programma una lettura scenica tratta dallo spettacolo prodotto dal Teatro dell’Elfo “Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza” di e con Cinzia Spanò. La performance racconta la sentenza della giudice Paola Di Nicola relativa a una vicenda che ebbe una forte eco mediatica: il caso di due ragazze di 14 e 15 anni che, dopo la scuola, si prostituivano con uomini della ‘Roma-bene’, professionisti affermati e benestanti, insospettabili padri di famiglia, in un appartamento di viale Parioli. L’iniziativa è a ingresso libero.
Questa sera, lunedì 25 novembre, alle ore 20.30 al Binario 49 di via Turri 49, è inoltre in programma l’iniziativa “Per sempre. Ribelliamoci alla violenza maschile”, promossa dall’Associazione Nondasola e Nonunadimeno Reggio Emilia in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia: un incontro pubblico accompagnato da performance teatrali e sonore, video e letture per riflettere insieme sul tema del linguaggio sessista e della vittimizzazione secondaria nei racconti della stampa e nei processi di violenza maschile alle donne.
A queste iniziative, si aggiunge l’allestimento della vetrina al Piano terra della Biblioteca Panizzi. Da sabato 23 novembre, e per tutta la settimana successiva, saranno esposti libri a tema conservati nella Biblioteca Panizzi e accessibili al prestito; a corredo una bibliografia in distribuzione agli utenti che è possibile scaricare dal sito www.bibliotecapanizzi.it- Sezione Vetrine e Bibliografie.
In occasione della Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne verranno illuminate di arancione la fontana di piazza Martiri 7 luglio e la rotonda di piazzale Marconi.
A queste attività si aggiunge il lavoro del Tavolo Interistituzionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne: una Rete di sostegno e di accompagnamento alla libertà ed all’autonomia di ogni donna, promossa dal Comune di Reggio Emilia a partire dal 2006 che offre risposte concrete, accoglienza adeguata ed ascolto attivo nei confronti di tutte le donne che vogliono uscire dalla violenza. Il Tavolo – composto da Comune di Reggio Emilia, Prefettura, Tribunale, Procura della Repubblica, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri, Azienda unità sanitaria locale, Ufficio scolastico provinciale, Ordine degli avvocati, Associazione Nondasola, Forum donne giuriste, Provincia, Consigliera di parità provinciale – ogni anno risponde ad un monitoraggio su base quantitativa attraverso la rilevazione di dati, ma anche e soprattutto su base qualitativa, promuovendo azioni concrete in un’ottica di rete, affinché le donne che vivono situazioni di violenza, trovino risposte appropriate ed efficaci.
Anche per l’anno 2019, il Comune di Reggio Emilia ha partecipato al Bando promosso dalla Regione Emilia-Romagna per sostenere attività rivolte alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere. Tra queste, il progetto intitolato ‘Chi narra, ci narra. Un progetto di narrazione intergenerazionale e intersezionale, come prevenzione contro la violenza maschile sulle donne’, che ha visto il sostengo delle istituzioni che compongono il Tavolo: fanno parte di questo progetto anche le iniziative in programma per il prossimo 27 novembre.
Obiettivo del progetto è stato favorire il rispetto per una cultura plurale della diversità promuovendo il tema della parità uomo-donna, nonché prevenire e contrastare le discriminazioni e la violenza di genere. In particolare è stato messo l’accento sul tema della cura della comunicazione attraverso la scelta delle parole, con azioni e iniziative rivolte a fasce d’età trasversali. In occasione di Reggio Narra, al Binario49 sono state promosse letture sul tema dell’identità di genere e degli stereotipi indirizzate a bambine e bambini dai 3 ai 6 anni, accompagnate da performance sonore realizzate dalle Matilde. Grazie al coinvolgimento dell’associazione Cine Club Reggio e del regista Alessandro Scillitani, il servizio Officina Educativa ha promosso VideoLab, laboratorio per giovani videomaker, nell’ambito del quale è stato realizzato un documentario finalizzato alla prevenzione della violenza maschile sulle donne, in cui sono state raccolte parole e pensieri di giovani ragazzi e ragazze reggiani, dai 18 ai 25 anni. Sempre in collaborazione con Officina Educativa, è stato promosso il concorso ‘Liberazioni creative’ finalizzato alla raccolta di video spot volti a sensibilizzare le giovani generazioni sulla prevenzione della violenza maschile contro le donne. Gli spot sono stati presentati e premiati nell’ambito del Reggio Film Festival e pubblicati sui canali web e social del Comune di Reggio Emilia, sul canale youtube del Reggio Film Festival, sul Portale Giovani della Regione Emilia-Romagna “Giovazoom” e sul Portale Giovani del Comune di Reggio Emilia. Coinvolgere i giovani nelle narrazioni della violenza maschile sulle donne, attraverso l’utilizzo del linguaggio audiovisivo, è stato un modo per renderli protagonisti e al contempo autori e destinatari del messaggio, in una logica di comunicazione peer to peer.
L’Associazione Nondasola ha inoltre condotto laboratori rivolti a ragazze adolescenti e pre-adolescenti, tra i 12 e i 18 anni, rappresentative di mondi e culture differenti, per raccogliere narrazioni e riflessioni in merito ad alcune questioni centrali: come incidono fattori quali la nazionalità e l’età? Che tipo di discriminazioni subiscono/raccontano? Quali sono le paure e i condizionamenti che oggi accompagnano di più la vita delle ragazze? Quanto emerso verrà raccolto in un Quaderno, il terzo, nell’ambito della collana editoriale In-differenza ideata dall’associazione Nondasola e nata nel 2016 con la prima pubblicazione dal titolo ‘Men in progress’. Sempre l’associazione Nondasola ha realizzato incontri tra donne in un’ottica di inclusione ed empowerment, valorizzazione delle differenze e promozione di partecipazione e protagonismo.
Nel corso del 2018, circa 168 donne tra quelle in carico al Servizio sociale – Poli Territoriali hanno dichiarato di aver subito violenza da parte di un uomo. Di queste, l’80% ha dichiarato che l’autore delle violenze è l’attuale partner, quindi coniuge, fidanzato o convivente. Si tratta in misura maggiore di donne con cittadinanza straniera: le fasce di età prevalenti, nel circa 60% dei casi, vanno dai 30 ai 49 anni. La maggior parte delle donne ha figli minorenni, mentre una piccola percentuale di esse non ha figli. La violenza registrata con maggiore frequenza è quella fisica e, a seguire in percentuale minore ma non meno rilevante, la violenza di tipo psicologico e quella multipla. Anche per quanto riguarda l’autore di reato, le fasce di età prevalenti vanno dai 30 ai 49 anni (circa il 55% dei casi). Le donne che si sono rivolte ai Servizi sociali, in stessa misura hanno preso precedentemente contatti con altri punti della Rete, soprattutto Pronto soccorso e Forze dell’Ordine.
A questi dati, si aggiunge l’investimento in termini di risorse che il Comune di Reggio Emilia investe sui centri antiviolenza e sulla Casa delle Donne, per un importo annuale di circa 190mila euro.
Nel corso dell’anno 2018 sono state 334 le donne accolte dal Centro antiviolenza – Casa delle Donne, gestita dall’Associazione Nondasola, la maggior parte delle quali di cittadinanza italiana. La fascia di età prevalente è quella compresa tra i 30 e i 39 anni; 196 sono le donne con figli minorenni e 93 con figli maggiorenni. La maggioranza delle violenze subite sono di tipo psicologico e fisico, ma sono numerose anche quelle di tipo economico e le violenze multiple.
Per quanto riguarda l’autore che agisce violenza, in 259 casi si tratta dell’attuale partner e quindi del convivente, fidanzato, coniuge, in maggioranza di cittadinanza italiana e di fascia d’età prevalente compresa tra i 40 e i 49 anni.
Non meno importante è il dato relativo al lavoro della Rete Interistituzionale, che dimostra che le donne che accedono al Centro antiviolenza, precedentemente si sono rivolte al altri punti della Rete ed in particolare alle Forze dell’ordine, Pronto soccorso, Servizi sociali ed Avvocati/e.
Nel 2018 a Reggio Emilia le donne vittime di violenza che si sono rivolte al Pronto soccorso sono state 359. Dai dati raccolti, risulta che si tratta di donne appartenenti in prevalenza alla fascia d’età compresa tra i 30 e i 49 anni; risulta in aumento il numero di casi nella fascia 18-29, e in lieve aumento anche il numero di casi in età giovanissima, dai 15 ai 18 anni. Le richieste provengono in numero maggiore da donne italiane rispetto alle donne straniere: la quasi totalità delle donne ha subito violenza multipla. Gli autori di violenza indicati sono soprattutto conoscenti, coniugi e sconosciuti.
Nel 2018, sono stati 11 i casi di violenza seguiti dal Consultorio. Prevalente è la fascia di età 18-29 e le richieste provengono in ugual numero da donne italiane e straniere. Il tipo di violenza riportata è per la maggior parte di tipo fisico e, in ugual misura a seguire, quella sessuale, psicologica e multipla. L’autore di reato è prevalentemente il coniuge, convivente o fidanzato e nella maggior parte dei casi si tratta di uomini tra i 18 e i 29 anni, di cittadinanza straniera.
I reati registrati dalla Questura nel 2018 sono stati: 141 casi di maltrattamento; 101 casi di stalking e 48 casi di violenza sessuale. Si evidenzia l’aumento dei casi di adozione di provvedimenti di ammonimento, più che triplicati rispetto agli anni precedenti: nel corso del 2018 sono stati 4.
Nel 2018 sono stati presentati 16 ricorsi per Ordine di protezione (ex art. 342bis): 15 da donne ed 1 reciprocamente sia da donna (accolto) che da uomo/marito (respinto). La metà di essi, è stata presentata da donne italiane nei confronti di uomini italiani. Di questi 16 ricorsi: 8 sono stati accolti; 4 definiti con un accordo e 4 rigettati.
Gli ultimi dati Istat risalenti ad agosto dell’anno corrente riportano: quasi 7 milioni di donne italiane dai 16 ai 70 anni hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza (20,2% violenza fisica, 21% violenza sessuale con casi nel 5,4% di violenze sessuali gravi, come stupro e tentato stupro). Numeri sconvolgenti se si considera che a praticare le violenze siano stati partner o ex partner: nel dettaglio, su una cifra di 3 milioni di donne, la violenza è avvenuta nel 5,2% dei casi dall’attuale partner e nel 18,9% dei casi da un ex partner.
Ma la voglia di riscatto e difesa è altissima: il 41,7% delle vittime ha lasciato il proprio compagno proprio in seguito alle violenze subite. Questi dati, oltre a dimostrare quanto sia effettivamente grave la situazione italiana, fanno anche luce su un sistema operativo di prevenzione e protezione che è efficiente e capillare, anche grazie a leggi sempre più restrittive. Le forme di violenza subite dalle donne e rilevate dall’Istat, non riguardano solo la violenza fisica o sessuale, le forme più gravi in assoluto, ma anche forme di abusi di diversa tipologia: minacce (12,3%), spintonate (11,5%), schiaffi, calci e morsi (7,3%), contusioni per mezzo di oggetti (6,1%). Quanto invece, alla violenza sessuale: il 15,6% delle donne ha subito la forma di violenza sessuale più diffusa, ovvero essere baciate, toccate o abbracciate contro la propria volontà, mentre i rapporti sessuali inflitti con la forza e contro la volontà della vittima sono al 4,7%; i tentati stupri arrivano al 3,5% e gli stupri effettivi al 3%.
Preoccupante è anche la statistica di rilevazione delle violenze a carico di donne straniere che vivono in Italia, poiché i dati indicano una percentuale in crescita di abusi e violenze: partner ed ex partner compiono violenza su donne straniere nel 20,4% dei casi, rispetto al 12,9% delle vittime italiane. Molte sono anche le donne straniere arrivate in Italia proprio per fuggire da una relazione violenta nel paese d’origine.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]