La Commissione europea ha dato semaforo verde al Programma di sviluppo rurale (Psr) della Regione Emilia-Romagna per il biennio di transizione 2021-2022, in attesa della messa a punto del nuovo Psr 2023-2027 dopo l’accordo dello scorso mese di giugno sulla riforma della Politica agricola comunitaria (Pac).
Il via libera porta la firma del commissario Ue all’agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, che ha sottoscritto (a nome dell’esecutivo comunitario e in tempi molto rapidi) l’atto di approvazione “senza osservazioni” alla richiesta di modifica del documento di programmazione degli interventi regionali in agricoltura presentata dall’Emilia-Romagna lo scorso 12 agosto.
Il Psr di transizione dell’Emilia-Romagna, prima Regione italiana ad aver ottenuto l’ok di Bruxelles sul nuovo piano, potrà contare su una dotazione finanziaria di 408,9 milioni di euro per gli anni 2021 e 2022 (+35% rispetto alla precedente programmazione): risorse che provengono in gran parte dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (l’87%), più una quota minoritaria di quelle attivate con il Next Generation Eu (13%).
Gli obiettivi fondamentali ai quali guarda il nuovo Psr biennale emiliano-romagnolo sono tre: aiuti ai giovani, innovazione e transizione ecologica, per rilanciare la crescita di un settore che proprio durante il periodo dell’emergenza sanitaria Covid-19 ha dimostrato quanto sia fondamentale il comparto agroalimentare per il presente e il futuro dell’Italia e del mondo.
Quanto alla ripartizione dei fondi europei, oltre l’83% delle risorse sarà messo a disposizione delle strategie di investimento delle imprese, circa l’11% andrà a finanziare il premio di primo insediamento dei giovani agricoltori e il restante 5% servirà a supportare progetti di innovazione e ricerca.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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