La fatiscente ex scuola di via Cialdini, n. 1, a Reggio Emilia – edificio inagibile dal terremoto del 1996 – adiacente l’ex Scuole Verdi, oggi sede dell’Istituto “Motti”, costituisce sicuramente un problema per l’Amministrazione provinciale, o di quel che resta dopo la riforma del Rio, proprietaria dell’immobile.
Il cancello esterno, che dà su via Cialdini, spesso è aperto, consentendo a chiunque di poter entrare nel cortile, invaso da una vegetazione selvatica e probabilmente colonizzato dai topi. Un passo avanti, comunque, sembra sia stato fatto: il cancello ora è chiuso da una “vera” catena con lucchetto e non da un semplice lucchetto da bicicletta (come si può vedere dalle immagini). Solo all’interno del plesso scolastico è esposto un cartello (rotto e quasi illeggibile), attaccato al cancello di accesso all’edificio, che avvisa: “pericolo di crollo”. Le finestre della ex scuola sembrano tutte sbarrate, mentre dal tetto sfondato spuntano alcuni alberelli.
La demolizione, allora, non sarebbe la soluzione più logica? O è un’operazione impossibile perché l’edificio ha vincoli storico-architettonici che impediscono il suo abbattimento? Oppure è solo questione di mancanza di fondi? Problema, quest’ultimo, non certo secondario, ma una soluzione definitiva andrebbe trovata, perché lascia alquanto perplessi vedere un edificio di proprietà pubblica in quelle condizioni di sfacelo, in mezzo, tra l’altro, ad abitazioni, i cui residenti hanno segnalato in più occasioni la gravità della situazione.
Crediamo si dovrebbe sempre aver a mente la teoria del “vetro rotto” che afferma, in generale, che il degrado genera altro degrado. E in un ambiente simile è possibile che possa verificarsi «un aumento degli atti vandalici e della criminalità in quanto nelle persone scaturisce l’idea che l’ambiente sia abbandonato e non controllato dalla legge…».
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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