A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, il sindaco Luca Vecchi, il presidente della Provincia Giorgio Zanni e alcuni delegati di Mondinsieme hanno ricevuto oggi nella sede del Municipio di Reggio Emilia i rappresentanti di Abyi – Associazione dei volontari ucraini di Reggio Emilia, che ha organizzato per domenica 26 febbraio alle ore 15 in piazza della Vittoria una manifestazione per la pace.
L’incontro è stata occasione per esprimere le comuni preoccupazioni sul perdurare del conflitto e sulle condizioni di sofferenza del popolo ucraino. Al contempo, i rappresentanti ucraini hanno voluto ringraziare il Comune e i diversi enti locali della Provincia che in questi mesi si sono prodigati per raccogliere fondi e per attivare azioni di solidarietà verso i luoghi della guerra e la popolazione in fuga dal Paese.
HANNO DETTO – “La nostra città reagì con fermezza e consapevolezza di quanto stava accadendo, in quella giornata di esattamente un anno fa e in quelle che sono seguite. La mobilitazione di Reggio Emilia fu ampia e il punto di riferimento dell’Associazione volontari ucraini, insieme con Mondinsieme, fu fondamentale, anche per l’apertura immediata di relazioni e contatti assolutamente necessari soprattutto nell’emergenza”, ha detto il sindaco Luca Vecchi.
“Oltre alla raccolta di aiuti spontanea e significativa, tramite la Protezione civile – ha aggiunto il sindaco – la vicinanza di Reggio Emilia al popolo ucraino si è manifestata in un’accoglienza di persone rifugiate, in particolare donne e minori, che è stata molto forte nella prima fase di guerra e continua ancora oggi. Un’accoglienza ‘diffusa’ nelle case, presso famiglie, sul territorio, come di solito avviene nella nostra città; un’accoglienza attuata attraverso i servizi sociali e per rifugiati, e che si è tradotta anche nell’iscrizione di bambini e ragazzi alle scuole, da quelle d’infanzia alle superiori. Così è stato e così continuerà ad essere.
“Il nostro sostegno al popolo dell’Ucraina è pieno ed inequivocabile fin dall’inizio – ha concluso il sindaco – Serve però mettere in campo tutto ciò che serve per raggiungere la pace”.
“Ci è ben chiaro quale sia la parte giusta, con cui stare, in questo tragico conflitto – ha detto il presidente della Provincia, Giorgio Zanni – Siamo stati e continuiamo ad essere accanto ai cittadini ucraini nei modi che ci sono possibili. Certo con l’accoglienza, che in Emilia-Romagna è stata più alta che in altre regioni e in particolare nella nostra provincia ha raggiunto le circa 3.000 unità. Credo che abbia dato buoni risultati il coordinamento dei vari soggetti vocati all’aiuto, dal Terzo settore alle parrocchie, dalle società sportive al sistema scolastico. Credo anche che quanto si è fatto e si continua a fare in questa dolorosissima vicenda della nostra storia sia stato fatto e lo si continuerà a fare con convinzione, umanità e pieno senso di solidarietà. In attesa di raggiungere la pace che tutti vogliamo”.
“Non avremmo mai voluto vivere questo anniversario. Ma questo ci è dato di vivere e ci consente di dire che la risposta di Reggio Emilia, dove per altro diversi cittadini ucraini vivono e lavorano orami dalla fine degli anni Novanta, nella crisi attuale è stata esemplare: la comunità reggiana si è attivata subito e lo scorso marzo ogni giorno facevamo partire circa 20 tonnellate di aiuti. La risposta è stata grande e interculturale, come è questa città, nel senso che abbiamo ricevuto aiuti sia da cittadini di origine italiana, sia da persone di origini straniere verso le quali esprimiamo tutta la nostra gratitudine – ha detto Diana Bota, in rappresentanza dell’Associazione volontari ucraini – Durante lo scorso anno tanti ragazzi e ragazze ucraini in fuga dalla guerra sono stati inseriti nelle scuole locali e hanno iniziato a vivere il territorio, la città, la comunità e oggi molti vorrebbero restare qui, a Reggio o comunque in Italia. Sopratutto le persone con fragilità, come ad esempio chi è affetto da qualche disabilità. Perché se la guerra è terribile, il dopoguerra può essere ancor più difficile”.
“La guerra purtroppo non è finita e servono ancora aiuti alla popolazione ucraina. Credo inoltre che molte persone dall’Ucraina potrebbero tornare in Italia, perché chi ha provato a rientrare nel nostro Paese ha trovato una situazione completamente diversa o magari non ha trovato proprio più nulla di quanto aveva prima del conflitto: la casa distrutta, la città chiusa e inaccessibile o devastata… grazie del vostro aiuto, che continuerà ad essere molto importante almeno fino al ritorno della pace”, ha aggiunto Kseniya Makar presidente della stessa associazione, che ha invitato la città a partecipare alla manifestazione di domenica 26 febbraio per la pace in Ucraina.
AIUTI IN NUMERI – Dallo scoppio del conflitto, Reggio ha inviato in Ucraina dieci tir carichi di prodotti alimentati, per l’igiene personale e prodotti di uso quotidiano come posate e bicchieri, coperte, sacchi a pelo, torce a tanto altro donati dai reggiani. In totale sono partiti dai magazzini comunali di via Mazzacurati 7.947 scatoloni pari a un volume di 244 pallet, di cui 151 pellet di beni alimentari, 87 di beni di altro genere e 6 pallet di medicinali inviati in collaborazione con Fcr.
Il trasporto è stato organizzato dal Comune e dal consolato della Repubblica ucraina, grazie alla Protezione civile e ai volontari che hanno lavorato alla raccolta dei beni. Oltre ai 10 tir è partita per l’Ucraina anche un’ambulanza con medicinali. In città è stato inoltre attivato, in collaborazione con la cooperativa Dimora d’Abramo, uno sportello informativo per la regolarizzazione dei profughi ucraini in grado di fornire indicazioni e orientamento sulle procedure giuridico-amministrative da seguire. Vi si sono rivolte 75 persone.
A oggi sono circa 1100 i cittadini ucraini arrivati a Reggio in fuga dalla guerra, in prevalenza donne (circa 750). 432 i minori accolti. In provincia si arriva a quasi 3000 presenze. Di queste, una parte si è appoggiata a reti familiari, mentre 696 sono stati accolti dal sistema di accoglienza ministeriale gestito dalla prefettura, dai Comuni e dalla Protezione civile.
Nel 2022 le persone di cittadinanza ucraina che hanno avuto accesso ai servizi sociali territoriali del Comune di Reggio sono state 128 (100 nuclei), di cui 52 persone (appartenenti a 45 nuclei) prese in carico dopo lo scoppio della guerra.
Nei primi mesi di emergenza oltre allo “Sportello Ucraina” finalizzato ai percorsi di regolarizzazione orientamento alla rete del territorio, sono stati effettuati diversi colloqui di approfondimento su situazioni riguardanti minori stranieri non accompagnati dai genitori, con successivi contatti con la procura minorile, i consolati e i familiari rimasti in Ucraina.
Da marzo a giugno 2022 sono circa 370 i ragazzi inseriti nelle scuole reggiane: 45 nelle scuole d’infanzia, 208 nelle primarie, 69 nelle secondarie di primo grado e 47 nelle secondarie di secondo grado.
L’ASSOCIAZIONE – L’Associazione dei volontari ucraini – Abyi persegue fin dalla sua nascita fini solidaristici attraverso attività volontarie miranti a favorire l’accoglienza e l’inclusione sociale sul territorio reggiano, di cittadine e cittadini provenienti dall’Ucraina. In seguito all’escalation che ha portato all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio 2022, i membri dell’associazione si sono fin da subito adoperati in ottica collaborativa con le autorità locali e le proprie rappresentanze diplomatiche per l’invio di aiuti, per fornire assistenza, ospitalità, orientare ai servizi e agli uffici preposti per il disbrigo di pratiche burocratiche. Fondamentale è stato il loro contributo nel fornire supporto psicologico e nel mediare sia a livello linguistico che relazionale l’incontro tra connazionali e concittadini, dando concretezza ad un forte messaggio di pace. Per questo motivo, l’associazione lo scorso 7 gennaio in sala del Tricolore ha ricevuto un ringraziamento speciale da parte del Comune e della città in occasione delle celebrazioni della bandiera.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]