Con la Chamber Orchestra of Europe, la Fondazione I Teatri aveva inaugurato la Stagione dei Concerti ed ora la conclude – mercoledì 29 maggio, ore 20.30, – con un concerto eccezionale, diretto da Sir Antonio Pappano, con Janine Jansen al violino. In programma Idillio di Sigfrido WWV 103 di Richard Wagner, il Concerto per violino n.1 op.35 di Karol Szymanowski e Danze Slave op.72 di Antonín Dvorák.
La presenza della Chamber Orchestra of Europe – orchestra di circa 60 membri provenienti da Paesi di tutta Europa – con due serate ad inaugurazione e conclusione della stagione concertistica 2018/2019 è il frutto di una partnership che la Fondazione I Teatri sostiene con piacere in nome della diffusione della grande musica e dell’eccellenza interpretativa che questa orchestra rappresenta da lungo tempo.
Sir Antonio Pappano, dal 2005 Direttore Musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dal 2002 Music Director del Covent Garden di Londra, guiderà l’orchestra che esordirà con l’Idillio di Sigfrido, composizione che si lega a un evento felice della vita del compositore tedesco, la nascita tanto attesa del figlio Siegfried. Musica, dunque, che appartiene alla sfera più intima e privata della vita del compositore e si fa portatrice di intense emozioni connesse a precisi eventi, ma che troverà nella storia della musica una posizione di assoluto rilievo per la sua delicata bellezza e insieme per la sua non trascurabile complessità orchestrale e polifonica.
Il Concerto per violino op. 35 di Karol Szymanowski – massima figura della storia musicale polacca del periodo primo novecentesco, ma in generale delle vicende compositive del XX secolo – pur nella sua straordinaria unità interna e formidabile unicità, sembra indicare una sequenza di cinque stazioni riconducibili ad altrettante atmosfere espressivo-emotive: dalla soglia di un fantastico mondo fiabesco, Szymanowski ci conduce nel regno della più lirica passionalità, per proseguire poi, nella terza stazione, con la dimensione dello Scherzo e quindi di un dolce e rilassante notturno, per finire, nella quinta stazione, con una sintesi ricapitolativa di tutte le precedenti fasi. Solista è la violinista olandese Janine Jansen, che – con una invidiabile reputazione internazionale – lavora regolarmente con le più eminenti orchestre e direttori del mondo.
Infine Danze Slave op. 72 di Antonín Dvorák, che per bellezza e densità di contenuti poetici, fanno di questi lavoro un capitolo tra i più affascinanti della vasta produzione dvořákiana. Qui confluiscono danze di carattere boemo, polacco, slovacco, ucraino e serbo. Tuttavia, nessuna citazione autentica della lingua musicale slava, bensì una reinvenzione del musicista secondo i canoni dell’estetica musicale romantica, innervata però di una cifra stilistica inequivocabile e di assoluta originalità.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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