Anche quest’anno la prima posizione tra i mega atenei statali (quelli con oltre 40.000 iscritti) è occupata dall’Università di Bologna, seguono l’Università di Padova e La Sapienza di Roma.
È il podio che della classifica Censis delle Università italiane, edizione2022/2023. Si tratta del nuovo ranking annuale reso noto dall’istituto di ricerca degli atenei statali e non statali in base a strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio, livello di internazionalizzazione, comunicazione e occupabilità.
Il portale Skuola.net ha riassunto le varie graduatorie, segnalando le prime della classe. L’Alma Mater di Bologna si è aggiudicata il primo posto con un punteggio complessivo di 89,8, al secondo posto c’è l’Università di Padova (con 88,0 punti), al terzo troviamo “La Sapienza” di Roma (con 86,5 punti).
Sale in quarta posizione l’Università di Pisa, che con un punteggio di 85,2 precede l’Università di Firenze, che scende al quinto posto (totalizzando 84,3).
Avanza di due posizioni l’Università Statale di Milano (82,7 punti), che passa dall’ottava alla sesta posizione. L’Università di Palermo si conferma settima, a pari merito con l’Università di Torino (entrambe 80,8 punti). Chiudono la top 10 dei mega atenei l’Università di Bari e la Federico II di Napoli.
È invece l’Università di Pavia quest’anno a detenere la posizione di vertice tra i grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), con 91,0 punti. Segue l’Università di Perugia, che dopo un lungo periodo di primato retrocede in seconda posizione (90,8).
Scalano la classifica di una posizione l’Università della Calabria e l’Università di Venezia Ca’ Foscari, che passano rispettivamente in terza e quarta posizione con un punteggio di 90,3 e 88,7.
Salgono di due posti l’Università di Milano Bicocca (+13 punti nell’indicatore dei servizi per gli studenti) e l’Università di Cagliari (+10 punti nell’indicatore relativo a comunicazione e servizi digitali), rispettivamente in quinta e sesta posizione con i punteggi complessivi di 88,5 e 87,8.
Segue in settima posizione l’Università di Parma (86,8), a cui si accoda l’Università di Genova (85,7). Stabile in decima posizione l’Università di Roma Tor Vergata (85,0), seguita in undicesima posizione dall’Università di Salerno (84,8), che perde rispetto alla scorsa annualità 9 posizioni a causa del decremento dell’indicatore relativo a borse e altri servizi in favore degli studenti gli studenti (-28 punti).
Guadagna una posizione l’Università di Chieti e Pescara (80,3). Chiudono la classifica l’Università di Roma Tre (78,8), l’Università di Catania (78,3) e quella di Messina (75,8).
Per quanto riguarda gli atenei statali medi (tra 10mila e 20mila iscritti), il Censis, in questo caso, premia l’Università di Siena, che con il punteggio di 96,7 si guadagna la prima posizione. Mentre l’Università di Trento, in cima lo scorso anno, con 94,8 stavolta si deve accontentare della terza posizione, preceduta dall’Università di Sassari, seconda con 96,0 punti.
Stabile in quarta posizione, per l’ennesimo anno, c’è l’Università di Trieste, che totalizza 94,5 punti e precede l’Università di Udine, quinta con 94,0 punti.
In discesa, di una posizione, l’Università Politecnica delle Marche, che con 91,2 punti si ferma in sesta posizione, seguita dall’Università di Brescia, stabile al settimo posto con 88,5 punti.
L’Università del Salento (87,0 punti) scende dalla sesta all’ottava posizione, seguita dall’Università di Urbino “Carlo Bo” (84,8 punti), che si conferma nona.
Guadagna invece una posizione l’Università dell’Insubria (83,3), decima in graduatoria; mentre ne perde una l’Università di Foggia (undicesima con 82,3 punti).
Tra i piccoli atenei (fino a 10mila iscritti), la sotto-classifica è dominata, nuovamente, dall’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 99,5. A seguire un altro ateneo marchigiano, l’Università di Macerata, seconda con 87,2 punti.
Sale di tre posizioni e conquista il gradino più basso del podio l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, terza con 86,5 punti. Retrocedono, rispettivamente, in quarta e quinta posizione gli atenei laziali di Cassino (85,0 punti) e della Tuscia (83,0 punti).
Si sposta, invece, verso l’alto la classifica dell’Università della Basilicata, che con 80,5 punti guadagna due posizioni e si piazza sesta. Stabile al settimo posto c’è l’Università di Teramo (80,2 punti). In ottava posizione c’è l’Università del Sannio di Benevento (79,3 punti), in nona l’Università del Molise (75,7), che chiude la classifica.
Una sotto-classifica a parte nella classifica delle migliori università d’Italia 2022/2023 stilata dal Censis, è riservata gli atenei specializzati negli insegnamenti di carattere tecnico, i cosiddetti “politecnici”.
Anche quest’anno la graduatoria è guidata dal Politecnico di Milano (con un punteggio pari a 97,0), seguito dal Politecnico di Torino (91,5 punti), che occupa la seconda posizione, togliendola allo Iuav di Venezia (90,5 punti), ora in terza posizione. Chiude questa mini-classifica il Politecnico di Bari (87,7).
Tra i grandi atenei non statali (oltre 10.000 iscritti) in prima posizione si conferma l’Università Bocconi e in seconda l’Università Cattolica, tra i medi (da 5.000 a 10.000 iscritti) è la Luiss a collocarsi in testa seguita quest’anno dallo Iulm. Infine, tra i piccoli (fino a 5.000 iscritti) è prima la Libera Università di Bolzano seguita dall’Università di Roma Europea.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
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