Dopo i primi due trimestri caratterizzati da un’attività produttiva e commerciale in forte rallentamento, nel terzo trimestre del 2020 si è arrestata la caduta della produzione industriale, come è emerso dall’ultima indagine congiunturale dell’ufficio studi di Unindustria Reggio.
Il dato relativo al periodo luglio-settembre riflette l’impatto negativo che la pandemia e le misure di contenimento adottate hanno ancora sui principali comparti dell’economia provinciale reggiana, nonostante alcune realtà abbiano registrato un relativo miglioramento rispetto ai mesi del lockdown. Si tratta di un risultato tuttavia parziale e prevedibile, arrivato peraltro dopo un semestre segnato da un crollo dell’attività senza precedenti di buona parte dei settori produttivi, nonché della domanda interna ed estera.
Solo l’allentamento delle misure di contenimento della pandemia ha riavviato progressivamente le attività sospese durante i mesi del lockdown e ha permesso una relativa ripresa dei consumi. Nel terzo trimestre dell’anno il calo della produzione industriale reggiana rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è risultato pari all’1,5%, mentre nel secondo trimestre la produzione era precipitata del 15,9%.
Il fatturato, che nel secondo trimestre del 2020 aveva evidenziato su base annua una diminuzione molto pronunciata (-14%), nel terzo trimestre ha fatto registrare una discesa più limitata (-2,2%), in linea con il dato della produzione.
Anche l’indicatore relativo agli ordini complessivi ha mostrato un rallentamento dell’impatto della crisi: il 30,4% delle imprese intervistate, infatti, ha segnalato ordinativi in aumento rispetto al terzo trimestre del 2019, il 33,9% invece ha segnalato una sostanziale stabilità e “solo” il 35,7% delle imprese un calo. In leggero miglioramento anche la tendenza degli ordini esteri.
Gli strumenti a sostegno dell’occupazione e il blocco dei licenziamenti hanno per ora congelato il dato sull’occupazione delle imprese, che è risultata in flessione dello 0,2%, mentre la cassa integrazione è risultata in aumento.
Le previsioni per l’ultimo trimestre dell’anno, formulate a ottobre, mostrano qualche timido segnale positivo, ma il peggioramento della crisi sanitaria in corso e i crescenti timori su un possibile secondo lockdown accentuano i rischi sul proseguimento della ripresa nei prossimi mesi. Il 28,6% delle imprese intervistate si aspetta infatti un aumento degli ordinativi, il 44,6% il permanere dell’attuale situazione e il 26,8% delle imprese un peggioramento.
Per il vicepresidente di Unindustria Reggio Mauro Macchiaverna “nonostante alcuni segnali di ripresa che hanno accompagnato l’economia dopo l’interruzione del lockdown, il gap che si è venuto a creare nella prima parte dell’anno è profondo e la via per il recupero appare ancora lunga e incerta. Inoltre la crescente incertezza su tempi e modi di uscita dall’emergenza sanitaria allontana la ripresa, perché frena consumi e investimenti, mentre le esportazioni nei prossimi mesi rischiano di subire contraccolpi dalle misure di contenimento adottate negli altri paesi che, seppure di entità più limitata rispetto a quanto fatto in primavera, rischiano di minare la ripresa internazionale”.
In questa fase delicata, dunque, per Macchiaverna “è assolutamente indispensabile che da un lato vengano incrementate le misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori che subiscono i maggiori contraccolpi dalle misure di contenimento, con riguardo soprattutto alla celerità dei tempi di erogazione, e dall’altro si adottino politiche che guardino al futuro del Paese, ovvero sullo sviluppo industriale, sulle nuove tecnologie, sui giovani e sulla formazione”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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