Il giudice del tribunale di Bologna Alessandra Testoni ha condannato – con pene comprese tra quattro mesi e un anno e sei mesi – 11 attivisti dei collettivi bolognesi accusati di aver assaltato nel novembre del 2014 l’auto del leader della Lega Matteo Salvini e di aver aggredito il giornalista del Resto del Carlino Enrico Barbetti. Altri cinque attivisti coinvolti nello stesso procedimento sono invece stati assolti. La procura di Bologna aveva chiesto condanne per tutti fino a un massimo di due anni di reclusione.
I giovani attivisti, secondo la ricostruzione dei fatti, circondarono l’auto su cui viaggiavano Salvini, l’attuale sottosegretaria alla cultura Lucia Borgonzoni e l’attuale sindaco di Ferrara Alan Fabbri all’arrivo dei tre esponenti leghisti al campo nomadi di via Erbosa, alla periferia di Bologna, spaccando il lunotto posteriore e il parabrezza della macchina e costringendo la delegazione leghista ad allontanarsi.
I reati contestati agli undici condannati, a vario titolo, sono quelli di violenza privata, danneggiamento aggravato e lesioni aggravate. Sette di loro dovranno inoltre risarcire la Lega, Salvini, Borgonzoni e Fabbri – costituitisi parte civile nel processo – con la cifra di diecimila euro ciascuno. Il risarcimento a Barbetti (anche lui costituitosi parte civile) da parte degli attivisti condannati per averlo aggredito, invece, sarà liquidato in sede civile, ma nel frattempo gli imputati dovranno pagare una provvisionale di diecimila euro al cronista e risarcire con la stessa cifra l’Editoriale Nazionale srl e l’Aser.
Gli imputati sono stati condannati anche al pagamento delle spese legali e processuali delle parti civili. Per dieci delle undici persone condannate è stata decisa la sospensione della pena, a condizione che risarciscano i danni alle parti civili entro 30 giorni dal momento in cui la sentenza diventerà irrevocabile.
“Bologna merita democrazia e partecipazione”, ha commentato il senatore Andrea Ostellari, commissario della Lega Emilia: “Le condanne per le vili aggressioni a Salvini, Borgonzoni, Fabbri e al cronista siano da monito. Tutti hanno il diritto di esprimere le proprie idee, nessuno può permettersi di usare violenza contro chi la pensa in modo diverso. La democrazia e la libertà di stampa sono sacre”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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