Perché via Turri va demolita

fangareggi_nicola_new_york_times_intl

Che tra gli edifici e le cantine di via Turri potesse prima o poi scapparci il morto lo si sapeva da tempo. Poteva accadere dieci anni fa o tra cinque anni, è accaduto ora: ma nessuno cada dal pero, come si dice dalle nostre parti. Esistono disgrazie causate dal fato o dalla natura e altre nelle quali i comportamenti umani, anche se involontari, contribuiscono in misura determinante. La tragedia di via Turri appartiene a questa seconda tipologia.

Su via Turri gli errori datano oltre quarant’anni e arrivano al presente. Una speculazione edilizia lungo il percorso adiacente la stazione parallelo alla via Emilia e a un passo dal Campovolo, all’epoca non immaginato nelle configurazioni odierne, e dalla stazione ferroviaria. Il cavalcavia di Ospizio neppure esisteva.
Dominava l’urbanistica reggiana una visione sviluppista spinta, il mattone rendeva, i soldi giravano. Non poche famiglie o aziende investirono in via Turri perché convinte della bontà dell’investimento. Era, in tutta misura, un altro mondo.

Oggi non serve cercare colpevoli vecchi o nuovi. Serve altro, e modestamente mi permetto di suggerirlo ad amministratori e soggetti coinvolti a vario titolo. Su quell’area sono stati compiuti molti interventi di natura palliativa. Nessuno di essi ha risolto la situazione e restituito a quello spazio le condizioni adeguate di vivibilità, anzitutto per chi vi risiede. Quello spazio, così com’è, non ha futuro – se non di ulteriore degrado.

Occorre un piano straordinario per via Turri e via Paradisi. Un masterplan che ne preveda la demolizione e la riqualificazione secondo canoni di vivibilità e di sostenibilità sociale. Serviranno dieci anni? Occorrerà ricollocare e indennizzare i proprietari? Nessuno dovrà subire alcun danno? Certamente. Ma un obiettivo ci vuole e a quell’obiettivo deve concorrere l’intera città, a iniziare dalle proprie istituzioni. Altrimenti, se si sceglieranno di nuovo immobilismo e palliativismo, aspettiamoci pure altre sciagure.




Ci sono 2 commenti

Partecipa anche tu
  1. Paolo

    Purtroppo il problema non è circoscritto a via Turri , magari fosse così. Il degrado sociale di varie zone della città è evidente, dove vi sono soluzionii condominiali sovradimensionate le problematiche aumentano. Demolire via Turri e ricostruire come? Per chi? Non è un problema architettonico.

  2. Giuseppe

    Vero, senza sminuire il tuo ragionamento ci vuole poco a capirlo. Non che la soluzione che auspichi sia esente da rischi, eh? Per i motivi che sappiamo.


I commenti sono chiusi.