Turismo e cultura, presentato il piano strategico per Reggio Emilia

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“Un’impresa che certamente riaprirà dopo la pandemia è il turismo. Quindi investire nel turismo non significa buttar via i soldi, quei soldi torneranno indietro”, ha detto di recente Mario Draghi.

L’idea di delineare una proposta di attrazione turistica, connessa all’offerta culturale, per Reggio Emilia non è una novità degli ultimi giorni, è anzi al centro della costruzione di un obiettivo di mandato, ma l’indicazione del presidente del Consiglio è un invito chiarificante in più, in un percorso per molti aspetti del tutto nuovo per la città del Tricolore.

L’identità del turista-viaggiatore, soprattutto, per vari aspetti nuova perché appartenente alla fase post-Covid, suggerisce di intercettare flussi di visitatori sino ad ora non, o non sempre, presenti in questa città, tradizionalmente assestata sul turismo business.

Reggio Emilia, che non è ai vertici fra le città emiliane per presenze turistiche, esplora una strutturazione maggiore della propria attrattività. Non sul target di Firenze o Venezia, va da sé, ma su quello di Lucca, Treviso, Lecce, Mantova, che hanno già affrontato con successo questo percorso, sì, è possibile e realizzabile.

La città può avere tanto da proporre per un turismo curioso, lento ma attivo, che cerca e desidera essere accolto ed apprezza la way of live, il modo di essere e vivere reggiano, il suo essere Città contemporanea e aperta, facilmente accessibile e inclusiva, ricca di una proposta culturale variegata e perciò rivolta a pubblici diversi.

E’ una città accogliente, definita già nel Settecento “gentile” da coloro che vi arrivavano; sa suscitare “stupore” e “meraviglia” – serendipity, serendipità, cioè una inattesa e felice scoperta – come hanno testimoniato tanti visitatori, artisti, studiosi di oggi.

C’è un ‘marchio Reggio’ che può essere delineato, riempito di contenuti e proposto, perché lo si ritiene attrattore, al fine di valorizzare ulteriormente la città, la sua comunità, la sua economia circolare, la sua cultura, il suo dialogo con il mondo.

Il turismo può diventare un soggetto attivo significativo dello sviluppo economico di Reggio Emilia.

Da qui, come preannunciato nei mesi scorsi dall’Amministrazione comunale, la costruzione condivisa di un Piano strategico per il turismo e la cultura, che viene presentato oggi (23 giugno) nel pomeriggio al cinema Rosebud, a portatori di interesse e interlocutori dei tavoli di confronto partecipato dei mesi scorsi, dal sindaco Luca Vecchi, dall’assessora a Cultura e Marketing territoriale Annalisa Rabitti e dal consulente Massimo Feruzzi di Jfc.

HANNO DETTO – E stamani il Piano strategico è stato presentato alla stampa dalla stessa assessora Rabitti e dal consulente Feruzzi.

“Il Piano – ha detto l’assessora – definisce linee di indirizzo principali e modalità per creare una identità della nostra città in ambito turistico, posizionandola in questo settore per molti versi nuovo per noi. Dall’autunno, costruiremo le prime azioni sulla base del Piano e del lavoro che proseguirà con i portatori di interesse. Quello di Reggio Emilia è stato sino ad oggi un turismo business, ovviamente colpito dalla crisi pandemica e per il quale è attesa una ripresa; ma esiste uno spazio di crescita ulteriore, legato a svago, cultura, accoglienza, permanenza, buon vivere, che si realizza ad esempio nei fine settimana. Questo è il turismo, per noi nuovo, che vogliamo attrarre in maniera esplicita. Pensiamo a un turismo non di massa, fatto di voraci cavallette, ma esperienziale, curioso, fatto di viaggiatori che si fermano in città in media tre giorni, vogliono essere accolti e vivere la città e il suo territorio, scoprire e farsi sorprendere da un’offerta ricca e molteplice, non omologata ad altre realtà e a stereotipi. E dalla città, esplorare la ricchezza molto originale della nostra provincia.

“La pandemia ha cambiato il turismo. Gli studi prevedono una ripresa in cui è protagonista il ‘turista-viaggiatore’, più consapevole, più attento ai contenuti dell’offerta sia sul piano culturale, sia sul piano dell’accoglienza e affidabilità dei servizi – ha aggiunto Rabitti – Reggio Emilia vuole ‘agganciare’ questa ripresa – se non adesso, quando? – proponendosi a target di questo tipo, che risultano alla nostra portata”.

Il consulente Feruzzi ha presentato i temi salienti del Piano strategico, “la cui gestione – ha detto – dovrà avvenire con saggezza, chiarezza, realismo e un po’ di ambizione, soprattutto con una presa di responsabilità collettiva della città, senza la quale ogni azione diventa di difficile realizzazione. Serve una politica attiva per il turismo: serve agire anticipando il divenire, non trovarsi nella situazione di dover reagire. Un buon posizionamento distintivo della città anche nel turismo leisure, del tempo libero e che si vuole legare a una realtà friendly, inclusiva e accessibile come questa, è un obiettivo raggiungibile e non può che essere frutto di un lavoro collettivo. Il turismo infatti è ‘di qualcuno’, è invece un bene di tutti, una risorsa collettiva. Per Reggio Emilia è un posizionamento distintivo possibile, come storicamente è avvenuto e avviene in molti e importanti altri ambiti strategici, che contribuiscono a fare di questa città una summa di eccellenze italiane”.

Reggio Emilia è città delle Persone, dei diritti della persona e di cittadinanza, del dialogo interculturale e fra religioni, della sostenibilità ambientale, sociale ed economica; vanta da pochi giorni un Nuovo Museo di rilevante valore culturale al passo con le maggiori esperienze europee; con Fotografia Europea ha un riconosciuto ruolo internazionale nell’arte fotografica; in Collezione Maramotti, Fondazione Palazzo Magnani e nelle opere di Invito a… esprime ad alti livelli l’arte contemporanea; la sua nuova Arena per eventi musicali e spettacoli di grande richiamo è un unicum in Italia e non solo e, con appositi pacchetti turistici, potrà essere connessa al tessuto socio-economico e culturale della città; il Parco ducale di Rivalta si preannuncia attrattore importante anche per un pubblico da fuori città; le riscoperte e restaurate opere di Giulio Romano – i Chiostri di San Pietro e la Torre campanaria di San Prospero – inseriscono la città nel circuito dei beni culturali di maggior rilievo del Rinascimento; l’archeologia industriale e i processi di riqualificazione che la riguardano (Reggiane-Parco Innovazione) sono elementi di interesse anche turistico; la stazione Av Mediopadana la connette ai principali hub urbani e trasportistici italiani ed europei.

A questo patrimonio, con forti potenzialità attrattive, si aggiungono dimensioni più classiche e consolidate quali: l’arte e l’architettura quattrocentesca, manierista e barocca con eccellenti esempi in chiese (Basilica di San Prospero, Basilica della Ghiara, Cattedrale) e palazzi storici; la città dell’infanzia e di Reggio Children, l’offerta dei Teatri e di Aterballetto, il Festival del Quartetto d’archi e il Premio ‘Boriciani’, il Tricolore, la città della bicicletta (mezzo sempre più apprezzato anche nel turismo), del verde storico e naturalistico (sempre più ricercati), dell’agrifood di alta qualità con le produzioni che associano tradizione ad affidabilità e innovazione tecnologica, con le specialità della buona cucina celebre nel mondo e i prodotti tipici d’eccellenza tutelati dai Consorzi del Parmigiano-Reggiano, dell’Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia e del Lambrusco Reggiano.

Reggio Emilia non può aspettare gli eventi, la fortuna, il caso: ce n’è abbastanza per imboccare, con volontà politica, sociale ed economica, la strada del turismo. Serve ora scegliere quale turismo, a chi rivolgersi, come e perché. Da qui, la costruzione del Piano strategico.

COSA È STATO FATTO – Il lavoro degli ultimi mesi si è concentrato nella definizione, con scienza e metodo, dello stato dell’arte del sistema turistico reggiano, per poi delineare e selezionare i dati indicatori (item) primari sui quali costruire le policy per il futuro del settore.

L’attività analitica e valutativa è stata realizzata attraverso un percorso partecipato con i referenti del settore associativo, con quelli dell’ambito pubblico, degli enti, delle fondazioni, della diocesi, dei sindacati, per complessivi 35 interlocutori, come pure attraverso quattro tavoli di lavoro tematici nei quali si sono registrate 102 presenze della filiera associativa e turistica del territorio.

Sono state inoltre effettuate specifiche indagini: il monitoraggio sugli Italiani, con oltre 1.000 interviste; un’azione di confronto (benchmark) con altre sei città competitrici; la valutazione sulla considerazione raccolta da Reggio Emilia (brand reputation), selezionando e valutando 6.700 post sui social; una valutazione sui margini di crescita dei prodotti turistici attuali; una verifica sul livello di internazionalizzazione e capacità commerciale del sistema ricettivo, comparato con quello di altre tre località, per complessive 234 strutture monitorate.

“Queste informazioni – si legge nella relazione di presentazione del Piano – hanno permesso di avere una solida base di riflessione, dalla quale è stato definito e costruito l’impianto strategico per il futuro turistico di Reggio Emilia. Con un punto fermo: serve la piena e diffusa considerazione del valore che il turismo è in grado di generare, poiché il settore turistico nasce e si sviluppa solo se il contesto nel quale opera ne comprende il reale valore. Non si tratta, infatti, di un solo fattore economico, ma anche della forza che può generare la correlazione tra i cittadini ed i residenti temporanei, la ricchezza palpabile che si sviluppa dalle relazioni interpersonali, la creatività e l’innovazione che ne consegue, la vivacità culturale e sociale, l’attrazione di investimenti generati, la percezione generalizzata che i cittadini hanno della città. Tutti elementi, questi, che seppure impalpabili, agiscono velocemente ed in maniera estremamente positiva sul tessuto socio-economico”.

CAMBIO DI PASSO – Emerge quindi, dalla proposta di Piano strategico, l’esigenza di una assunzione di co-responsabilità ed attivismo da parte di tutti, affinché Reggio Emilia esprima le sue potenzialità al meglio e ottenga i risultati attesi. “Appare altresì evidente che questo cambio di passo rispetto al passato sia da compiere ora, perché le variazioni che hanno stravolto il mercato turistico nell’ultimo anno permettono alla città di collocarsi egregiamente nella nuova mappa turistica”.

“Decisiva è una coesione di intenti e di partnership pubblico-privato; serve innalzare il livello di ambizione e migliorare la propria posizione, considerando con attenzione il livello qualitativo dei servizi offerti, perché i nuovi viaggiatori post Covid-19 sono estremamente sensibili ed attenti nella loro ricerca di esperienza. Non si accontentano, in sostanza, di visitare un luogo, ma chiedono di esserne cittadini, anche se solo in maniera temporanea”.

NUOVA FASE – La nuova fase è sostenuta dalla ricchezza aggregativa, perché è palese che a Reggio Emilia – anche per la sua storia cooperativistica e per il suo essere città inclusiva – vi è una grande ricchezza di enti, associazioni, soggetti che manifestano un forte attivismo operativo in tutti gli ambiti, quindi anche in quello culturale e di animazione territoriale.

In questo contesto, il primo passo da compiere è quello di delineare una Visione, manifestando in tal modo di avere a cuore il benessere socio-economico del territorio e dei suoi residenti, portando – nel medio termine – Reggio Emilia a diventare una Destinazione turisticamente vivace e stimolante, capace di generare racconto, in grado di prendersi cura in maniera speciale di tutti i suoi visitatori.

Visione turistica significa identificazione di quell’elemento che, più di altri, è in grado di garantire un posizionamento distintivo alla Destinazione Reggio Emilia: nonostante vi siano tantissime valenze su questo territorio, la maggior parte di queste possono essere valori aggregati, quindi elementi che rientrano all’interno di una programmazione, che deve individuare un punto forte, focale, identificativo e in esso riconoscersi. Ed è, questo, il fattore di traino per tutte le opzioni esistenti.

In sostanza, nella complessità di una città poliedrica dal punto di vista delle ricchezze – culturali, artistiche, enogastronomiche, sportive, naturalistiche – serve creare un nuovo disegno di prodotto culturale – non omologato – che non si basa più solamente sugli asset materiali ma che deve essere in grado di sviluppare un perfetto mix tra attrattori culturali hard con esperienze e percorsi educativi, rappresentazioni legate alle arti con le loro varie forme espressive, coinvolgendo il viaggiatore in un’esperienza che sappia avere caratteristiche di unicità.

Tale valore si identifica con la città del contemporaneo, nel senso di young, quindi giovane, fresca, frizzante, in grado di offrirsi e di rendersi fruibile a tutti, anche nelle sue espressioni più “storicizzate”.

Una città che si presenta sui mercati turistici valorizzando anche aspetti legati alla propria autentica accoglienza, al suo stile di vita, alla sua facile fruizione.

In questo contesto assume forte importanza lo human touch, il contatto umano, in quanto aumenta l’attenzione, da parte dei viaggiatori, al rapporto personale con la comunità locale, che deve essere accogliente ed autentica nella relazione. Già oggi Reggio Emilia è considerata, dagli italiani, una “località a misura d’uomo”.

Un fattore, questo, che deve essere ulteriormente declinato verso un concetto di “città aperta” alle interazioni culturali e sociali, facendo sì che la stessa città possa davvero essere ospitale per tutti, con tre focalizzazioni, che sono quelle legate alle famiglie con bambini, alle persone con disabilità, al mondo Lgbt.

SEI PROFILI DI VIAGGIATORI – Sono stati individuati sei profili dei viaggiatori ritenuti più affini alla tematica identitaria individuata: profili che rappresentano il 34% del totale dei nuovi viaggiatori italiani post Covid-19.

I profili sono identificabili come “giovani contemporanei”, ovvero giovani perché ricercano freschezza culturale:

Garantisti: target di media età, con doppio impegno, professionale e famigliare, quindi in prevalenza di genere femminile.

Randagi: giovani o giovanili nel comportamento, con interessi variegati ma non decisivi nella scelta del luogo di vacanza.

Ricercatori: medio e medio-alto profilo culturale, con specifici interessi di vario genere.

Rispettosi: di media età, piccoli imprenditori e professionisti, con capacità di spesa medio-alta e un buon profilo culturale.

Selezionatori: target di altro profilo culturale, con interessi vari e tempo a disposizione. Sono attenti a tutto ciò che è la sostenibilità ambientale.

Trepidi: è un target maturo, con estrazione culturale di medio-buon livello e una grande attenzione alla famiglia multigenerazionale.

TEMPI – Questo posizionamento strategico si potrà raggiungere solo seguendo una precisa impostazione, che prevede la declinazione operativa in tre fasi:

sino al 2022;

dal 2023 al 2025;

entro il 2030

individuando, per ognuna di esse, il focus dell’attività, gli obiettivi specifici e gli step operativi facendo riferimento, in ogni fase, ai mercati sui quali intervenire.

GOVERNANCE – Rilevante il tema della governance: serve rapidamente dar vita ad un nuovo sistema di governo della “materia turismo”.

Si attiverà un tavolo di coordinamento che porterà alla nascita della nuova struttura di lavoro, il cui compito primario dovrà essere quello di garantire l’attività di sviluppo turistico, svolgendo azione di coordinamento ed integrazione di tutti i soggetti che partecipano alla costruzione della catena del valore nel settore turistico. Un soggetto che opererà considerando sia la sua funzione di policy turistica e management, sia quella di marketing, promozione e supporto commerciale.

Questo nuovo soggetto sarà un organismo di natura privatistica specializzato nella costruzione e gestione di tutto ciò che ruota attorno al sistema territoriale turistico. Al suo interno verranno condivisi gli investimenti.