Reggio, giù la produzione industriale

industria

Si è chiuso in calo il secondo trimestre 2024 per la manifattura reggiana. A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese, che parlano di -3,7% per la produzione industriale in senso stretto rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; il dato è peggiore di quello medio regionale, che evidenzia un calo del 2%.
Anche il fatturato complessivo risulta in calo del 4,8% (-2,8% il dato regionale) e, sempre in flessione, appare anche il fatturato legato ai mercati esteri, che segna un -3,9% contro una crescita regionale dello 0,3%.

Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – diminuiscono del 5,9% (in calo del 2,8% il dato regionale), con un calo del 4,7% anche sui mercati esteri, contro un dato regionale di stabilità.
Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 9,1 per Reggio Emilia (11,8 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 73,7% (superiore al 74,5% regionale).


Analizzando i principali settori produttivi, si nota che la crescita maggiore della produzione industriale reggiana si è registrata nel comparto della ceramica con un +5,3% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, seguito dall’alimentare con +1,1%. Segno negativo, invece, per gli altri settori: industria tessile, abbigliamento calzature e pelletteria a -7,3%, metalmeccanica a -6,0%, produzione di materie plastiche a -5,4%, industria elettrica ed elettronica a -4,5%.

Insieme all’entità dei volumi, come si è detto, anche il fatturato complessivo è sceso del 4,8%.
Valori in crescita si sono registrati per l’industria alimentare (+2,7%) e per la ceramica (+1%), che sono apparsi in aumento anche sui mercati esteri (rispettivamente, +11,1% e + 0,5%).
In crescita, sempre sui mercati esteri, anche il fatturato dell’elettronica (+9,2%) e dell’industria delle materie plastiche (+7,5%), a fronte – rispettivamente – di calo di fatturato totale del 4,8% e del 2,9%.
Calano invece come fatturato totale la metalmeccanica (-8,0% complessivo e -10,4% estero) e il tessile-abbigliamento (-8,4% complessivo e -4,1% estero).

Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – diminuiscono del 5,9% (in calo del 2,8% il dato regionale) e del 4,7% sui mercati esteri. A parte il dato positivo espresso dall’industria della ceramica (in crescita del 4,1% e del 6,7% sui mercati esteri), tutti gli altri settori registrano un calo complessivo: il tessile del 12,3% e -9,5% sull’estero, la metalmeccanica -8,9% e -11,5% sull’estero. Settori che crescono sull’estero ma non nel complesso sono invece l’alimentare (+2,3% sui mercati esteri e -1,7% complessivo), l’elettrico ed elettronico con +10,7% sull’estero e -6,5% nel complessivo, l’industria delle materie plastiche con +4,7% sull’estero e -4,7% in totale.

Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 9,1 per Reggio Emilia (11,8 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 73,7% (superiore al 74,5% regionale).

Secondo le previsioni di produzione per il terzo trimestre (assicurata dal portafoglio ordini più interessante per alimentar, tessile ed elettronica) il 51% delle imprese ipotizza stabilità generale, l’11% aumento e il 38% diminuzione.
Per quanto riguarda le previsioni di ordinativi (interessanti in particolare per l’alimentare, e più equamente suddivisi tra tutti gli altri, con la ceramica in coda), il 44% ipotizza stabilità, il 18% aumento e il 39% diminuzione, valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima di 50% per la stabilità, 22% per un aumento e 28% per timori di calo.
Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 19% delle imprese (in particolare per alimentare e tessile), di stabilità per il 43% e di calo per il 38%.

FOCUS ARTIGIANATO
Anche per l’artigianato manifatturiero, nel secondo trimestre 2024, rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, si evidenzia un calo nella produzione del 7,3% (il dato regionale si ferma a -5,6%), con una contemporanea diminuzione degli ordinativi totali del 10,1% (il calo regionale è del 6,1%) e del 9,5% sull’estero (rispetto al lieve aumento regionale dello 0,1%).
Il fatturato complessivo evidenzia un calo del 6,8% (contro un -5,0% regionale), che sui mercati esteri pesa per l’8,3 (+1,0% il dato regionale).
Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del secondo trimestre sono 6,5 per Reggio Emilia (7,3 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 70,1% (superiore al 68,2% regionale).

Secondo le previsioni di produzione per il secondo trimestre, il 47% delle imprese artigiane reggiane ipotizza stabilità, il 7% aumento e il 46% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 47% ipotizza stabilità, il 5% aumento e il 48% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una certa fiducia di stabilità per il 49% ma timori di calo per il 51%. Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 10% delle imprese, di stabilità per il 42% e di calo per il 48%.



Non ci sono commenti

Partecipa anche tu