Strage Bologna, Paolo Bellini va in Appello

Paolo Bellini

Inizierà il 31 gennaio del prossimo anno la prima udienza del processo d’appello a carico dell’ex di Avanguardia Nazionale, la “pimula nera” reggiana Paolo Bellini, condannato in primo grado all’ergastolo dalla Corte di Assise di Bologna per concorso nella strage del 2 agosto 1980, quando una bomba esplosa in stazione fece 85 morti e oltre 200 feriti.
La Corte ha già calendarizzato anche le altre udienze, che si svolgeranno nei giorni 7, 14 e 21 febbraio ed eventualmente i primi tre mercoledì non festivi di ogni mese successivo.

Il processo d’appello riguarda anche Piergiorgio Segatel, condannato in primo grado a sei anni per depistaggio, e Domenico Catracchia (quattro anni per false informazioni al pm). La data è stata fissata dal presidente della Prima sezione penale della Corte d’appello bolognese.

Lo scorso giugno Bellini, che si è sempre proclamato innocente, è stato di nuovo arrestato e condotto in carcere a Spoleto per il pericolo che commettesse altri reati dopo aver minacciato l’ex moglie, Maurizia Bonini (che lo ha riconosciuto nel filmato amatoriale girato in stazione il 2 agosto 1980, facendo crollare un alibi durato quarant’anni), e il presidente della Corte d’Assise, Francesco Maria Caruso, che il 6 aprile dello scorso anno lo ha condannato all’ergastolo in primo grado. Minacce captate durante alcune intercettazioni disposte dalle Dda di Firenze e di Caltanissetta che stanno indagando sulla strage di Capaci del 23 maggio 1992 e sugli attentati di Cosa Nostra del 1993.

E il figlio scrive un libro

Nei giorni scorsi su Paolo Bellini è uscito, disponibile su Amazon, il libro autoprodotto dal figlio Guido Bonini (ha preso il cognome della madre). ‘Il Figlio del male’ il titolo dello scritto, nel quale Bonini parla dell’attività criminale del padre. “Ho scritto questo libro adesso – ha detto – perché con il passare degli anni le rivelazioni che mi ha fatto all’epoca hanno cominciato a trovare riscontri e ho preso consapevolezza di ciò che ha fatto. Avevo paura di lui, sono stato sottoposto a due programmi di protezione, mi ha rovinato la vita”.