Cornuti e mazziati, per dirla in maniera non molto elegante. Sono gli operai del gruppo Stellantis – compresi quelli in cassa integrazione nel primo trimestre dell’anno e poi in contratto di solidarietà con riduzione dell’orario dell’80 per cento fino al termine del 2024 – ai quali l’altro giorno è arrivata per posta elettronica la seguente mail: “Caro/a collega, siamo lieti di annunciarti che dal mese di settembre avrai la possibilità di acquistare una nuova vettura Maserati a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai tuoi amici”.
Così inizia il messaggio promozionale inviato dal marchio di auto di lusso, la cui crisi sta avendo pesanti ripercussioni anche in Emilia-Romagna, ed in particolare a Modena, per proporre a prezzi di favore l’acquisto di modelli Maserati i cui prezzi partono però dagli 80.000 per arrivare anche a oltre 200.000 euro. Decisamente fuori portata per un operaio che guadagna poco più di 1.100 euro al mese, ancora meno se in cassa integrazione o in contratto di solidarietà.
“Non so se ridere o piangere. Con la cassa integrazione guadagno 1.180 euro al mese. Anche accettando l’offerta dell’azienda per lavorare come trasfertista in Polonia, non potrei permettermi queste auto”, ha commentato amaramente al Corriere della sera Giacomo Zulianiello, delegato Fiom (la Federazione italiana degli operai metalmeccanici della Cgil) e operaio delle carrozzerie di Mirafiori.
La promozione per l’acquisto di Maserati superlussuose come la Grecale, la Gran Turismo e la Grancabrio (con la possibilità – perfino – di personalizzarne la configurazione sul sito maserati.it) è stata infatti vista inevitabilmente da molti lavoratori come una solenne “presa in giro”. “Il vero problema è che nei prossimi mesi lavoreremo pochissimo. Ci aspetta uno stop quasi totale di almeno un mese. Altro che Maserati; facciamo fatica a mettere insieme il pranzo con la cena”, ha aggiunto Zulianello.
Stellantis non se la passa bene
Il gruppo automobilistico Stellantis, nato nel 2021 dalla fusione tra l’azienda francese Psa (ex Peugeot-Citröen) e quella italo-statunitense Fca (a sua volta nata dalla fusione tra Fiat e Chrysler) non attraverso un buon momento: se nel 2023 la produzione si era attestata a 752mila veicoli, per il 2024 si prevede un calo del 30% , almeno stando alle stime preliminari. Stellantis è così finita anche al centro delle critiche del governo italiano per le sue scelte industriali. In particolare, viene contestata la progressiva riduzione della produzione negli stabilimenti italiani, nonostante l’azienda continui a beneficiare di aiuti pubblici sotto forma di incentivi al settore automobilistico e cassa integrazione per i dipendenti.
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