Sulla vicenda dell’apertura a Reggio del cosiddetto “sportello antirazzista” è intervenuto con una lunga e articolata nota anche Claudio Guidetti, presidente regionale e segretario provinciale reggiano di Azione, cercando di smorzare i toni.
“Abbiamo atteso qualche giorno a intervenire auspicando un recupero di un clima maggiormente sereno ed equilibrato. Prendiamo invece atto che le reazioni politiche rimangono fuori dalle righe per la ricerca di una facile visibilità, e questo riguarda sia la destra che la sinistra di questa città. Siamo stupiti dalla polemica aperta dall’iniziativa dell’assessora Mahmoud di aprire uno sportello antirazzista a Reggio e dalla sua evoluzione. Tralasciando per un attimo il merito, ciò che ci pare sorprendente e incomprensibile è la levata di scudi dell’intera giunta contro un’opinione espressa legittimamente da un giornalista; una sorta di difesa che pare più assomigliare a un’intimidazione nei confronti della libertà di stampa che ci pare quanto meno fuori luogo”.
“Chi fa politica deve saper accettare le critiche anche ruvide e rispondere rimanendo nel merito delle questioni e farlo con autorevolezza e mai con arroganza e veemenza. Non lasceremo campo libero alla destra su questo tema di facile strumentalizzazione, e la sinistra massimalista deve imparare a non offrire questi spazi approcciando ideologicamente ai problemi che pone una società complessa di una piccola media città italiana ad alto tasso produttivo. La discussione e il confronto sono il sale della democrazia. Il conformismo o il preteso silenzio sono l’anticamera dell’asfissia democratica e della decadenza politica”.
“Ci sarà una ragione – aggiunge Guidetti – se questo consiglio comunale è stato votato da meno della metà dei reggiani e in larga parte dalle curve di tifosi dello stadio politico, e forse la causa va ricercata proprio in queste polemiche che evitano il merito, la discussione e mostrano solo i denti della rabbia di chi pretende di avere solo ragioni e ragione. Per quanto riguarda l’apertura dello sportello antirazzista, si deve partire dall’assunto che i reggiani non sono razzisti e che il razzismo va contrastato con i giusti strumenti. Purtroppo a Reggio, come nel resto del Paese, ci pare che si confonda spesso, a volte artatamente, il razzismo con le problematiche relative all’integrazione”.
“Da quanto leggiamo, lo sportello antirazzista avrebbe il delicato compito di ricevere le segnalazioni dai cittadini e approfondirne la fondatezza; e non capiamo con quali strumenti giuridici possa farlo e riuscirvi senza violare la normativa sulla privacy o sostituirsi al ruolo che spetta esclusivamente alle autorità competenti per legge a indagare su potenziali reati. Sicuramente abbiamo letto male e al riguardo potranno esprimersi con maggiore competenza giuridica della nostra le autorità competenti in materia, e prima di tutto la Prefettura”.
“E qua la questione inizia a complicarsi, pur nella consapevolezza della buona intenzione. L’integrazione è l’unica arma vincente e occorre dire che per favorirla non ci sono immunità da concedere, ma un surplus di doveri da richiedere e diritti conseguenti da riconoscere. Azione Reggio Emilia condanna fermamente ogni forma di razzismo e considera l’immigrazione ‘regolare’ una importante risorsa per il Paese e sostiene altresì senza mezzi termini la sacralità della libertà di stampa e di critica, anche quando questa non piace. La migliore reazione all’ignoranza del razzismo è l’intelligenza delle risposte”.
“La corretta gestione dei flussi immigratori e l’integrazione degli immigrati fatta con il lavoro, la formazione e l’istruzione sono la migliore cura. In questo senso va la proposta di legge regionale di Azione, che il presidente Michele de Pascale ha fatto propria e inserito nel programma di coalizione alle recenti elezioni regionali. Una legge regionale che agevola un’immigrazione regolare attraverso flussi programmati e un’integrazione immediata dei lavoratori stranieri nel nostro tessuto sociale e produttivo. Uomini e donne che arriverebbero nel nostro Paese da un aeroporto o porto sicuri, con un regolare permesso di soggiorno, già formati, con un lavoro e una casa che li aspetta”.
La legge proposta da Azione, a cui si è dedicato Serse Soverini, ex componente dello staff di Romano Prodi a Palazzo Chigi, ex deputato e attuale direttore di Itf (istituto di formazione), “è molto semplice: raccogliere periodicamente le specifiche richieste di lavoratori e mansioni dalle rappresentanze associative delle aziende e formare il personale nei territori di origine a svolgere questa mansione con professionalità, insegnare loro la lingua italiana e le leggi dello Stato. Un passo enorme”.
“Il lavoro e la scuola sono i principali motori di una corretta integrazione e la giusta via per il riscatto sociale a cui ambiscono molti uomini e donne immigrati. Non possiamo assistere inerti alle dichiarazioni dei rappresentanti del mondo produttivo che denunciano alla politica le loro difficoltà nel reperire la necessaria manodopera per le proprie fabbriche e allo stesso tempo notare la presenza di immigrati che gironzolano per la città in cerca di sopravvivenza, ricorrendo a elemosina o peggio a espedienti illegali – e tutto questo nonostante la loro regolarità e disponibilità a un lavoro. Un giovane ragazzo, quando parte dal suo Paese, ambisce a un lavoro e a un miglioramento economico e sociale per sé e per la propria famiglia, e non di finire in stazione e dormire in un garage e mangiare quando e quello che si può. Consiglio a tutti di vedere il film pluripremiato Io capitano, perché permette con l’arte cinematografica di comprendere meglio il fenomeno e l’agire conseguente”.
“Ai loro figli (immigrati), futuri italiani, occorre offrire una scuola e l’istruzione può fare molto di più di ogni altro provvedimento. Così hanno fatto i nostri emigranti, dove si sono recati, e lo stesso dovremmo fare noi per i nostri immigrati. Con l’avanzare dei populismi e dei soggetti come Trump, Vance, Musk, Orban, Putin e altri, che sono più numerosi di quanto crediamo e vediamo, la politica ha bisogno di alzare l’asticella del valore attraverso il confronto e la partecipazione, e non di silenzi per non disturbare chi guida come accade sugli autobus”.
Considerazioni apprezzabili per quanto banali: si pongono accanto alla scoperta dell’ acqua calda / alla letterina per babbo natale…da cestinare appunto, con il mio commento