La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di Manes Bernardini, ex consigliere regionale della Lega (allora ancora Nord) in Emilia-Romagna, annullando senza rinvio per insussistenza del fatto la sentenza di condanna a due anni e quattro mesi per peculato per le spese messe a rimborso dal gruppo regionale leghista tra il 2010 e il 2011.
Bernardini all’epoca fu coinvolto nell’inchiesta della procura di Bologna e della Guardia di Finanza che aveva visto finire nel mirino tutti i gruppi consiliari rappresentati nell’assemblea legislativa emiliano-romagnola e che aveva scandagliato tutti i rimborsi chiesti e ottenuti dagli eletti in consiglio regionale.
Nello specifico Bernardini finì a processo per una decina di rimborsi: cene e viaggi con altre persone, l’acquisto di tre cd, un cavetto per il computer e una banca dati giuridica. La Cassazione ha annullato senza rinvio le imputazioni, dichiarando inoltre prescritta un’ipotesi di truffa relativa a una consulenza assegnata a una collaboratrice.
In primo grado, nel 2017, Bernardini fu condannato a due anni e sei mesi dal tribunale di Bologna, con la pena poi lievemente ridotta nel 2019 dalla Corte di appello. La sentenza rappresentò un punto di svolta significativo per la carriera politica di Bernardini: già uomo di punta della Lega a Bologna, nel 2011 fu il candidato sindaco della coalizione di centrodestra nel capoluogo di regione. Nel 2012 lasciò il Carroccio e fu eletto in consiglio comunale con la lista civica Insieme Bologna, ma si dimise spontaneamente dall’incarico proprio a seguito della condanna penale. Di recente, invece, è stato tra i fondatori del nuovo soggetto politico Bologna Forum Civico.
“Siamo molto soddisfatti per l’esito decisamente positivo della vicenda che chiude una parentesi molto dolorosa e gravosa umanamente, professionalmente e politicamente”, ha commentato l’avvocato difensore di Bernardini, il professor Vittorio Manes, secondo il quale dalla decisione della Cassazione emerge “la regolarità della stragrande maggioranza dei rimborsi richiesti e ottenuti, avendo la Suprema Corte, oltre ad aver dichiarato estinta un’ipotesi per intervenuta prescrizione, annullato senza rinvio la sentenza di condanna e riconosciuto in radice l’insussistenza dei fatti addebitati. L’augurio é che Bernardini possa ora finalmente riprendere con rinnovata serenità il proprio percorso umano e professionale”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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