L’operazione “Trexit” contro il narcotraffico, condotta dalla squadra mobile della Questura di Reggio supportata dalle squadre mobili delle questure di Bologna, Cremona, Firenze, Forlì, Mantova, Modena, Parma e Torino, ha permesso di smantellare due organizzazioni criminali concorrenti tra loro (entrambe composte da cittadini di nazionalità albanese) che si scontravano per vendere droga all’ingrosso al miglior prezzo e una terza organizzazione criminale (in questo caso formata da cittadini di origine maghrebina) che l’acquistava per poi rivenderla al dettaglio sulla via Emilia – in particolare tra Reggio e Modena – ma anche in tutto il resto del nord Italia.
Nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 gennaio sono state eseguite 29 misure cautelari, nove delle quali ordinate dal giudice per l’indagine preliminare Luca Ramponi del tribunale di Reggio (su richiesta del sostituto procuratore Giacomo Forte) e le altre venti dal gip Alberto Ziroldi del tribunale di Bologna (su richiesta del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia felsinea Roberto Ceroni).
Ventisei di queste 29 persone sono state condotte in carcere, altre due sono finite agli arresti domiciliari, mentre per un’altra persona è stato disposto solo l’obbligo di firma; 18 persone, ritenute ai vertici dei tre sodalizi criminali, dovranno rispondere di associazione a delinquere e, a vario titolo, di traffico (anche internazionale) di droga. Ma l’operazione non è finita qui: sono infatti 11 le persone ancora ricercate – tra cui anche l’unica donna finita nell’inchiesta, una pusher di nazionalità lituana.
Nel corso dell’operazione, avviata nel 2017 a Reggio, sono state arrestate complessivamente 102 persone e sono stati sequestrati 301 chili di hashish, 24,7 chili di cocaina, 2,1 chili di eroina, 31 chili di marijuana, quattro pistole illegalmente detenute e 192.000 euro in contanti. La droga arrivava soprattutto dall’Olanda e veniva trasportata a bordo di speciali automobili (sono sette i veicoli sequestrati) dotate di doppi fondi segreti ricavati artigianalmente per consentire ai corrieri di nascondere il carico di sostanze stupefacenti. L’indagine si è avvalsa anche di telecamere che hanno permesso di riprendere la consegna dello stupefacente e cogliere alcuni dei componenti delle tre bande in flagranza di reato.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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