“Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera”, questa è la frase scritta in un commento a un proprio post sui social che ha fatto scoppiare una polemica su Mauro Giannini, sindaco di Pennabilli, paese dell’Appennino romagnolo in provincia di Rimini, dove ha vissuto per molti anni Tonino Guerra.
Fra le numerose proteste che ha scatenato la frase, oltre a quelle dei consiglieri comunali di opposizione, anche quella della sezione di Santarcangelo di Romagna dell’Anpi, che ha chiesto al prefetto di Rimini di intervenire.
Giannini, che non è nuovo a esternazioni sui propri profili social che innescano polemiche, aveva scritto un lungo post per annunciare il suo congedo definitivo dall’esercito.
E’ stato proprio in un commento a questo post che ha scritto la frase incriminata, poi sparita perché il post è stato rimosso da Facebook dopo una serie di segnalazioni.
“Un uomo che dovrebbe rappresentare la cittadinanza e incarnare i principi della nostra Repubblica – accusa Giusi Delvecchio, presidente locale dell’Associazione dei partigiani – è orgoglioso di condividere un’ideologia impregnata di odio e che ha contribuito all’uccisione di milioni di persone in Italia e nel mondo. Ci chiediamo se un uomo del genere sia in grado di rappresentare la nostra Repubblica e la sua Costituzione antifascista nata dalla Resistenza e invitiamo la Prefettura e tutte le Istituzioni a intervenire e ad approfondire questo accaduto estremamente grave in un Paese come il nostro”.
Lui, parlando con il Resto del Carlino, ha rivendicato la propria posizione: “Se si intende il fascismo così come lo intendo io – ha detto – sono onorato che mi diano del fascista.
Lo spirito fascista per me è nei valori di Dio, patria e famiglia. Se essere fascisti significa invece essere razzisti e a favore della guerra allora non mi ci riconosco”.
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buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!