“La questione è nazionale, e non è solo confinata ad alcuni territori: vi è preoccupazione da parte della generalità delle regioni per le criticità che riguardano il fabbisogno di personale dipendente e convenzionato per la gestione dei propri sistemi sanitari. – esordisce così la consigliera regionale PD e presidente della IV Commissione Sanità Ottavia Soncini che riporta – È un problema che viene da lontano, dovuto ad una programmazione che si è dimostrata non adeguata: tale situazione va affrontata in modo organico e complesso. Nel prossimo biennio circa 9 mila medici di base andranno in pensione anticipata a fronte di soli 3.000 giovani in formazione. La nostra Regione è corsa ai ripari, tanto che da inizio pandemia a oggi, ha già in organico oltre 6.100 dipendenti in più”. Fra questi, oltre 530 medici, quasi 3.200 infermieri, quasi 1.500 operatori sociosanitari, 590 amministrativi professionali, 150 sanitari non medici; vanno aggiunti altri 1.200 rapporti di collaborazione attivati attraverso appositi istituti previsti dalla normativa Covid, di cui circa 600 specializzandi e ulteriori medici, infermieri, sanitari.
“Abbiamo esigenze connesse alla gestione della pandemia ancora in corso, al recupero delle prestazioni sanitarie non erogate a causa della pandemia e all’attuazione degli obiettivi del PNRR. – spiegano Soncini e Maletti – Per far fronte a questo lavoro, la Regione Emilia-Romagna, oltre a pubblicare periodicamente i bandi per le carenze, non ha mai perso l’occasione per esprimere in tutti i contesti nazionali competenti la necessità di aumentare il contingente dei medici da ammettere ai corsi regionali di formazione specialistica e di medicina generale”.
“Serve rendere sempre più attrattivo il lavoro nel sistema sanitario pubblico- affermano inoltre Soncini e Maletti- cercando di snellire la burocrazia e aumentando le potenzialità dell’informatica e della digitalizzazione applicate alla sanità per consentire ai professionisti di concentrarsi in pieno sulla presa in carico della persona oltre che sulla prestazione sanitaria”.
“Ora che il PNRR traccia il futuro della medicina puntando a territorialità e prossimità, il Governo ha presentato alle Regioni la bozza di un Decreto Ministeriale, il DM71, che contiene la riforma di settore e definisce come dovranno essere organizzate le cure sul territorio e con quanto personale. Con una interrogazione, quindi, chiediamo all’Assessorato quanti siano i medici ospedalieri e di famiglia di cui avremo bisogno in Emilia-Romagna alla luce delle novità, quanti ne mancano e come intenda muoversi la nostra Regione, per quanto di sua competenza, per fare fronte a tale fabbisogno e per investire sulla medicina territoriale, confrontandosi con il Governo e in sede di Conferenza delle Regioni” concludono le Consigliere dem.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]