C’è una data di “game over” per il progetto lanciato da Silk-Faw nella motor valley emiliana. E’ quella di approvazione del Piano urbanistico generale del Comune di Reggio Emilia che, una volta avvenuta (la stima è per l’inizio dell’anno prossimo), affosserà definitivamente l’ipotesi del maxi polo di produzione di super car elettriche annunciato dalla joint venture sino-americana nella frazione cittadina di Gavassa. Dal punto di vista urbanistico l’area prescelta tornerà così a “destinazione produttiva” e, di fatto, di nuovo “sul mercato” per eventuali altre aziende che volessero insediarvisi. Questo ad eccezione di circa 70.000 metri quadrati, di cui era previsto lo “spostamento” per permettere un ampliamento dello stabilimento Silk-Faw, di cui sarà preservata la vocazione agricola.
Emerge dalla seduta congiunta delle commissioni comunali competenti, svolta questa sera in presenza all’ex tribunale. Molto duro l’intervento del sindaco Luca Vecchi – che lunedì sarà di nuovo in Regione per un altro confronto con i vertici aziendali – da cui traspare un brusco calo di entusiasmo per l’iniziativa della “start up” che si è palesata nell’estate del 2020.
“In questo momento la priorità è che l’azienda paghi i dipendenti fino all’ultimo euro – dice Vecchi – e poi i fornitori fino all’ultimo centesimo. Poi si potrà ricominciare a discutere, ma a quel punto a me non basta più la data del rogito del terreno (annunciata per i primi di agosto e sfumata) e nemmeno il rogito stesso del terreno” su cui la fabbrica dovrebbe sorgere.
“Noi – aggiunge Vecchi – vogliamo la credibilità del rilancio di questo progetto, io nutro un certo scetticismo e pessimismo al riguardo e, se questa non sarà dimostrata, ne prenderemo atto e la città andrà avanti lo stesso”. Nel suo intervento il vicesindaco Alex Pratissoli sottolinea che nessuno degli impegni presi nell’accordo di programma del 25 ottobre 2021 è vincolante perché “l’accordo non ha ancora concluso il suo iter”.
Mentre è sempre il primo cittadino a rimarcare come “la Regione non ha erogato un centesimo e il Comune non ha autorizzato un metro”, ma comunque il piano di Silk Faw non è stato preso a scatola chiusa. Con riferimento ai presunti finanziamenti da paradisi fiscali, “abbiamo fatto verifiche molto rigorose relazionandoci costantemente con i più alti livelli istituzionali, come la Farnesina”, spiega Vecchi. Che conclude: “In ogni caso a dire la parola fine, se ci sarà, dovrà essere l’azienda perché questo è un investimento privato e per il Comune sarebbe stato sciagurato mettersi di traverso a priori”.
Nel quadro sconfortante delineato l’unico elemento positivo riguarda i canoni di affitto dovuti da Silk Faw sia alla società aeroporto di Reggio (dove ha installato alcuni uffici anticipando anche le risorse per dei lavori di riqualificazione dell’edificio), sia a Stu Reggiane (che a sua volta ha preso in locazione alcuni spazi del capannone 18 delle ex Reggiane di proprietà dell’azienda Ghg per subaffittarli alla multinazionale). I timori sui mancati pagamenti emersi nelle scorse settimane sono fugati. “I canoni sono stati puntualmente versati fino al mese di settembre”, fa sapere Pratissoli.
(fonte Dire)
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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