Venerdì 29 marzo alle 20 (con replica domenica 31 marzo alle 15.30) arriva al teatro Valli di Reggio “Serse”, una delle ultime opere scritte da Georg Friedrich Händel ma anche una delle meno rappresentate del panorama barocco, già di per sé molto raramente considerato, almeno in Italia: a Reggio, prima d’ora, non è mai andata in scena.
Grazie alla collaborazione con Edunova, il Centro interateneo dell’Università di Modena e Reggio, venerdì sera l’opera sarà trasmessa anche in diretta streaming sul sito dei Teatri di Reggio e sul canale Youtube della Fondazione I Teatri.
Coprodotta da Fondazione I Teatri Reggio Emilia, con Teatro Comunale di Modena, Fondazione I Teatri di Piacenza e Fondazione Ravenna Manifestazioni, l’opera dopo il debutto reggiano ad aprile sarà al teatro Comunale Pavarotti di Modena e al teatro Municipale di Piacenza.
Sul palco, con i cantanti, una trentina di ragazzi e ragazze coinvolti a partire da un percorso laboratoriale basato sulla tecnica della “Schiera”. La musica è quella dell’Accademia Bizantina, ensemble specializzato nell’esecuzione del repertorio del XVII e XVIII secolo, diretta da Ottavio Dantone, considerato uno dei massimi protagonisti della riscoperta del repertorio barocco con criteri filologici. La regìa è di Gabriele Vacis, le cui esperienze – oltre che nell’opera lirica – si sono spesso concentrate sul teatro di narrazione; scene, luci e costumi sono di Roberto Tarasco. Il cast è composto da interpreti specialisti del repertorio barocco: Arianna Vendittelli (Serse), Marina De Liso (Arsamene), nei ruoli en travesti, Delphine Galou (Amastre) Monica Piccinini (Romilda), Francesca Aspromonte (Atalanta), Luigi De Donato (Ariodate) e Biagio Pizzuti (Elviro).
La storia che “si finge” è l’amore di Serse, imperatore di Persia, per Romilda, la figlia del suo generale più fedele. Ma Romilda è innamorata di Arsamene, il fratello di Serse. E anche Romilda ha una sorella, Atalanta, anche lei innamorata di Arsamene, che però è pazzamente innamorato di Romilda: “Un gioco circolare di amori adolescenziali che mette in secondo piano le questioni politiche, sociali e militari di cui l’imperatore Serse dovrebbe farsi carico. Invece trionfa la natura dei sentimenti e dei corpi”, spiega il regista.
“Serse” è ambientato in Ellesponto, nello stretto dei Dardanelli, nel periodo della guerra dei Persiani contro gli Ateniesi. Al di là di alcuni riferimenti storici, Händel vuole rappresentare i grandi personaggi alle prese con vicissitudini molto meno solenni, come appunto gli intrighi amorosi.
Vacis ha pensato alla messinscena del “Serse” articolata su tre piani: orchestra, sollevata dal piano platea e quindi maggiormente visibile, cantanti in proscenio e sul palcoscenico uno schermo su cui si proiettano immagini e una trentina di ragazzi e ragazze a creare una una sorta di “scenografia vivente”: il loro coinvolgimento parte dalla partecipazione a un percorso laboratoriale basato sulla “Schiera”, una tecnica di formazione e di allenamento dell’attore fondata dallo stesso Vacis.
Per questa produzione, nata interamente a Reggio, alcuni oggetti di attrezzeria sono stati realizzati dal laboratorio “Cucire per ricucire”, laboratorio tessile di inserimento lavorativo della cooperativa di solidarietà sociale L’Ovile in collaborazione con K-lab.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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