Sono tornate oltre quota 10.000 le imprese femminili della provincia di Reggio Emilia alla fine di giugno.
Le imprenditrici reggiane, che si erano già contraddistinte per una buona tenuta anche in periodo di Covid, hanno confermato la voglia di fare impresa, facendo registrare una crescita dell’1,6% delle unità produttive e di servizio rispetto all’aprile-giugno 2020.
Le imprese femminili – come evidenzia l’Ufficio Studi della Camera di Commercio – sono così salite a 10.118 unità e rappresentano una quota del 18,7% sul totale delle imprese reggiane iscritte nei registro camerale.
Anche il confronto con lo stesso trimestre del 2019, cioè prima della pandemia, evidenzia un incremento delle imprese “rosa” pari all’1,3%.
Da un punto di vista strutturale, l’imprenditoria femminile si caratterizza per una maggiore concentrazione nel settore dei servizi, dove operano 6.872 aziende, cioè più dei due terzi (68%) delle imprese condotte da donne, mentre sono poco meno della metà quelle che nello stesso settore sono a guida maschile (46,7%).
Dall’analisi delle dinamiche delle imprese femminili distinte per settore economico, emerge che una su quattro svolge attività nel commercio, comparto che ha raggiunto le 2.444 unità e che ha registrato un incremento dell’1,6% rispetto al secondo trimestre 2020.
Relativamente alla filiera turistica, sono 1.013 i pubblici esercizi gestiti da donne imprenditrici che si occupano più che altro di ristorazione: le aziende femminili del settore sono passate da 932 dell’aprile-giugno dell’anno scorso alle attuali 943, con un incremento dell’1,2%. Le donne gestiscono prevalentemente bar (537), ristoranti (242) e “take away” (91), ma si occupano anche di ospitalità (alberghi, strutture extralberghiere, B&B, ecc.), attività in cui le 70 imprese femminili rappresentano quasi il 40% dell’intero settore della provincia di Reggio Emilia. Infine, sono 45 (cioè il 50% sul totale) le aziende gestite da donne che svolgono attività di tour operator ed agenzie di viaggi.
E’ poi cresciuto del 3,5%, in un anno, il numero di imprese femminili che svolgono attività nel campo dei servizi alle imprese, che a fine giugno 2021 hanno raggiunto le 1.969 unità, il 19,5% del totale aziende “rosa”; il comparto comprende, fra le altre, le attività immobiliari (661 unità), professionali, scientifiche e tecniche (374), i servizi di informazione e comunicazione (241), le attività finanziarie e assicurative (189) e trasporti e magazzinaggio (128).
Consistente e in aumento dell’1,1% anche la presenza femminile in agricoltura, settore nel quale le imprese gestite da donne si occupano prevalentemente delle coltivazioni agricole – in particolare uva, cereali e legumi, fiori e piante – e di produzione di prodotti animali (complessivamente 1.292 unità).
Fra le attività del manifatturiero, numerose sono le imprese femminili reggiane che si occupano di confezioni di articoli di abbigliamento e attività dell’industria tessile (545 imprese); ne sono inoltre presenti 399 nel settore edile.
Osservando la distribuzione del tasso di femminilizzazione nei vari settori emerge che quello a maggiore presenza femminile è quello degli “altri servizi alla persona”, dove quasi il 64% delle aziende sono guidate da donne (1.053 in valore assoluto), con una prevalenza di attività relativa ai servizi degli acconciatori, manicure, pedicure e trattamenti estetici.
Segue, per incidenza di imprese femminili, il comparto della “sanità e assistenza sociale” (servizi per anziani, asili nido, centri di medicina estetica, ecc.) e, in particolare, le attività di assistenza sociale non residenziale: su 144 aziende del settore, 108 (il 75% del totale) hanno donne al timone.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]