È scomparso all’età di 95 anni Giannetto Magnanini, partigiano, dirigente del Partito Comunista, amministratore e presidente di Istoreco: originario di Reggio, viveva da tempo a Martellago di Venezia, vicino alla sua famiglia. Non aveva mai rotto il legame con la sua città e in particolare con Marola, la frazione del Comune di Carpineti dove Magnanini aveva una casa e dove tornava ogni estate.
Quella di Magnanini è una vicenda che porta con sé gran parte del ‘900 reggiano: operaio alla Lombardini, poi partigiano della 76a Brigata Sap, dopo la guerra Magnanini diventò dirigente prima della Fgci reggiana e poi di quella nazionale, collaborando con il giovane Berlinguer. Tornato a Reggio, divenne dirigente del Partito comunista locale.
Nel 1964 fu eletto in consiglio provinciale e nominato capogruppo del Pci. Nel 1969 subentrò a Gianetto Patacini come assessore alla programmazione provinciale. Tra le tante azioni svolte come capogruppo in Provincia è da segnalare il suo impegno per la pubblicizzazione del trasporto su gomma, aprendo la strada anche all’assorbimento delle ferrovie reggiane (Ccfr) e alla successiva costituzione del Consorzio provinciale dei trasporti.
Magnanini, inoltre, contribuì a mettere a disposizione dell’allora assessore provinciale ai trasporti Orlandini le risorse tecniche per la progettazione e la realizzazione dello scalo ferroviario di Dinazzano, che valorizza ancora oggi le linee ferroviarie secondarie per il trasporto merci, in particolare delle ceramiche.
Nel 1970 fu eletto nel consiglio regionale dell’Emilia-Romagna come capogruppo del Pci, e fu nominato presidente della commissione Sanità e sicurezza. Nel 1980 assunse la carica di presidente dell’Act e, una volta in pensione, divenne presidente di Istoreco, carica che ricoprirà per due mandati rilanciando e qualificando l’istituto.
Tra i tanti titoli che ha pubblicato, “Ricordi di un comunista emiliano”, “Egle Gualdi, una vita emiliana”, “Vicolo dei Servi”, “Dopo la Liberazione”, “I comunisti reggiani negli anni Sessanta”.
Dopo la morte della moglie si era trasferito a Martellago, in provincia di Venezia, per restare vicino alla figlia. Il funerale si terrà lunedì 21 gennaio. La salma resterà in esposizione fino alle 14.30 all’ospedale di Martellago, dove Magnanini è deceduto. Alle 15, invece, è prevista la partenza verso l’auditorium comunale.
La Cgil reggiana ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Magnanini: “Grande amante della storia e della sua ricostruzione, collaborò in numerose occasioni con la Camera del lavoro. Da sempre interessato alle lotte dei lavoratori e del movimento sindacale, per più di 30 anni la sua attività di ricerca storica lo ha portato a collaborare con la Cgil di Reggio, con la quale ha edito numerose pubblicazioni. Tra queste ricordiamo i volumi dedicati alla lotta dei lavoratori delle Reggiane “Gli operai delle reggiane contro il fascismo”; la ricerca sul periodo successivo al 25 luglio, che comprende anche la strage del 28 luglio 1943, e il libro dedicato al primo segretario della Camera del Lavoro “Attilio Gombia, un comunista dimenticato”, in cui ripercorreva la sua biografia”.
“Non possiamo non ricordare come il suo rapporto con la nostra Camera del Lavoro sia stato sempre intenso: prima nella sua attività politica e poi quando è diventato ricercatore storico. Anche per questo ai familiari va il cordoglio e l’abbraccio di tutta la Cgil di Reggio”.
L’Anpi reggiana è in lutto per la scomparsa di Giannetto Magnanini.
In gioventù, nel 1938, entro giovanissimo come operaio alla Lombardini Motori per divenire poi, nel corso della lotta armata, partigiano della 76a Brigata SAP.
Le drammatiche vicende di quel periodo sono state riportate con grande lucidità nel libro da lui scritto 40 anni fa “ricordi di un comunista emiliano”.
Nel dopoguerra ha sviluppato il suo impegno politico, assumendo ruoli di amministratore pubblico, di consigliere regionale ed infine di presidente dell’ACT.
Fu poi, per due mandati, presidente di Istoreco rilanciando l’attività dell’istituto ed impegnandosi nella ricerca storica locale.
Una vita intensa che lo ha visto protagonista di tante lotte in fabbrica, nella resistenza e per la costruzione della nostra Democrazia Repubblicana al fianco dell’ANPI che lo ricorda a tutti per il suo impegno e per la sua coerenza.
Giannetto ebbe il coraggio e la lucidità, assieme a tanti altri amici e compagni, di fare scelte giuste in momenti difficili ed anche drammatici come in occasione dello sciopero alla Lombardini del 1 maggio 1944 ed al momento di decidere di passare alla lotta armata al fascismo.
I 70 anni di pace, che sono seguiti al secondo conflitto mondiale, li dobbiamo anche al contributo che donne e uomini, come Giannetto Magnanini, hanno dato negli anni quaranta e con coerenza hanno portato avanti nei decenni successivi.
Ultimi commenti
buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!