«Il sacerdote [don Giulio] morì libero in Italia, senza poter mai fare ritorno in Nicaragua, dove quasi tutti i ragazzi che lo avevano conosciuto avevano fatto ritorno. In Centroamerica il sacerdote, durante la sua vita di missionario aveva sicuramente eseguito opere importanti e salvato centinaia e centinaia di bambini dalla povertà, dalla fame, dall’ignoranza. Non ha mai parlato pubblicamente di quei fatti che lo condussero al processo e alla condanna … nessuno quindi ha mai conosciuto, al riguardo, la reale posizione del missionario».
Avendo chiarito il riferimento del titolo, il lettore avrà compreso qual è l’argomento del libro di Marco Scarpati: la violenza sui bambini. Una parte è dedicata a quell’infanzia violata da persone di fiducia, il sacerdote, l’amico (spesso molto più grande), il famigliare; una seconda al turismo sessuale occidentale nei paesi asiatici, in particolare in Cambogia, a Phnom Penh, la capitale, dove le “prostitute” sono ancora bambine, sfruttate all’interno di un sistema corruttivo e violento. Chi prova a metterci il naso rischia la vita come racconta Scarpati, sfuggito insieme ad altri colleghi a un agguato nella capitale cambogiana. E un’altra vissuta in Togo, nella ragnatela tessuta da un’ambiente magico che fagocita i bambini in riti voodoo. «Ci accompagnano al tempio – racconta l’autore – entro per primo in questo strano luogo e mi accolgono due bambini seminudi che battono le mani al mio passaggio … Sono loro il motivo per cui siamo qui … [i bambini] sono qui per scontare la loro voglia di adolescenti ribelli. Si sono ribellati al padre e sono scappati di casa per qualche ora».
Marco Scarpati, giurista, avvocato e docente universitario da tempo dedica la sua vita alla difesa dell’infanzia violata. «Quando sono arrivati i miei figli, ho deciso che tutto quello che avevo fatto fino ad allora non mi accontentava e che avrei voluto occuparmi di qualcosa che mi sembrava nuovo e di cui faticavo persino a trovare materiali di studio: volevo prendermi cura dei bambini e dei loro diritti».
Ha iniziato, perciò a collaborare con organizzazioni internazionali e coordinare progetti di cooperazione internazionale per la salvaguardia dell’infanzia, senza trascurare le violazioni consumate in Italia.
Nel libro racconta due episodi: uno di bullismo, la cui vittima è un adolescente ripreso da un compagno di classe in atteggiamenti intimi. E il video diffuso in rete con le conseguenze ben immaginabili. L’altro di un ragazzo romano, di origini ucraine, mandato in terapia dal padre adottivo perché “pescato” a chattare in rete in siti per soli uomini.
Il libro raccoglie storie vere, ma modificate per ovvi motivi, che l’autore ha vissuto in prima persona in circa trent’anni di lavoro e di volontariato. Alcune di esse sono finite con processi e condanne; altre senza nessun processo; altre ancora senza reali condanne per i presunti colpevoli, perché «a volte i bambini non vengono ritenuti, dal mondo degli adulti, capaci di fornire una propria versione dei fatti che, secondo il loro racconto unico e genuino, sono accaduti».
Concludiamo ricordando un’altra storia tragica raccontata nel libro, e che appartiene a questo universo di dolore a cui non si vorrebbe credere. Parliamo delle tratta di bambine vietnamite verso la Cina, la cui politica del figlio unico (successiva alla morte di Mao) ha spostato la bilancia demografica sul lato maschile. Ci sono, cioè, più maschi che femmine e questo ha portato al proliferare di trasporti clandestini dal Viet Nam alla confinante Cina di bambine destinate a famiglie residenti in sperduti villaggi contadini. Scarpati racconta la storie di due ragazze che sono riuscite a fuggire. Ma sono l’eccezione.
(Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia).
(Marco Scarpati, La posizione del missionario e altre storie vere di bambini, Infinito edizioni, 2022, pp. 262, 17,00 euro. Recensione di Glauco Bertani).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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