Saranno Romano Prodi e il direttore del Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna, Guido Caselli, a disegnare i nuovi scenari entro i quali si muoverà lo sviluppo economico e sociale dei prossimi anni nell’ambito dell’assemblea annuale di Confcooperative Reggio Emilia, in programma giovedì 2 dicembre al Polo Made di Scandiano.
La centrale cooperativa giunge al suo appuntamento assembleare annuale (riservato agli invitati) dopo un 2020 segnato – come sottolinea il presidente Matteo Caramaschi – “da fatiche e difficoltà inedite, ma anche da una grande resistenza, da forti innovazioni organizzative nelle imprese, da alti livelli di solidarietà di sistema, dalla nascita di nuove imprese e dall’assenza, anche in prospettiva, di particolari criticità sulla tenuta e sulla crescita dei livelli occupazionali”.
Le maggiori difficoltà – spiega Caramaschi – sono emerse per il fatturato, che è sceso per il 60% delle imprese con cadute particolarmente rilevanti per la ristorazione, i servizi educativi, lo sport, la cultura e il turismo; “pur a fronte di difficoltà generalizzate, e in presenza di punte particolarmente aspre in alcuni ambiti – prosegue Caramaschi – il sistema ha retto, e per il 20% delle imprese non si sono registrate cadute, mentre una quota analoga ha registrato crescite del volume d’affari”.
“Servirà tempo – osserva il presidente di Confcooperative – per recuperare i valori di fatturato precedenti la pandemia, ma segnali di ripresa si sono avvertiti già nel primo trimestre 2021 per un terzo delle imprese colpite dalle conseguenze della pandemia”.
“Tra il 2020 e i primi mesi dell’anno in corso – prosegue Caramaschi – sono anche nate 12 nuove imprese che sono andate ad arricchire di opportunità di sviluppo le comunità dei comuni di Reggio Emilia, Toano, Ventasso, Vetto, Villa Minozzo, Cadelbosco Sopra e Castelnovo né Monti; è, anche questo, un segno di vitalità molto importante, che peraltro conferma una capacità di resistenza e di sviluppo della cooperazione che si lega saldamente al territorio, alle risorse e ai bisogni locali”.
E proprio il legame con il territorio è uno dei punti che svilupperà la relazione introduttiva di Caramaschi in sede assembleare; una serie di osservazioni e proposte che avranno a riferimento la piattaforma di lavoro “#oltreilcovid”, messa a punto dalla centrale cooperativa per orientare visioni, progetti e investimenti oltre la pandemia.
Nel documento, tra l’altro, vi sono forti richiami alla politica (dalla quale si attendono “prospettive chiare che diano un senso e un valore ai sacrifici affrontati in fase pandemica, ma anche una visione riappacificante categorie e classi sociali”), al valore del territorio per riorganizzare uno sviluppo diffuso e inclusivo, fino alla centralità del ruolo di una cooperazione “che – spiega Caramaschi – in un mondo sempre più lacerato e diviso per ricchezza, muri e fili spinati, continua a generare equità nella distribuzione della ricchezza, partecipazione democratica ai processi di sviluppo, servizi e inclusione per le categorie più fragili, secondo un’idea di solidarietà e di sostenibilità che riguarda, prima di tutto, i bisogni delle persone”.
Nella piattaforma “#oltreilcovid”, Confcooperative pone poi l’accento su alcune questioni specifiche: il rilancio della sussidiarietà tra pubblico e privato sociale attraverso il metodo della co-progettazione, le alleanze tra le forze imprenditoriali (da rilanciare, secondo la centrale cooperativa, dopo una lunga fase di allentamento, per rigenerare un patto comune orientato allo sviluppo del territorio), la tutela delle persone vulnerabili e, con particolari affondi, la questione del lavoro, e più specificatamente del valore del lavoro in cooperativa.
“Qui – osserva Caramaschi – serve un cambio di passo da parte delle pubbliche amministrazioni, perché nell’alveo dei servizi alla persona, dove le azioni pubblico/ privato si intrecciano maggiormente, il minimo obiettivo è il riconoscimento di ogni costo legato agli adeguamenti contrattuali in capo alle cooperative, ma anche il riconoscimento di progetti e competenze che dovrebbero portare le amministrazioni pubbliche ad esprimersi come “orgogliose” del lavoro cooperativo e non, in fondo, “costrette” a farvi ricorso”. Una sorta di “regia” pubblica, infine, viene chiesta per affermare e presidiare principi di regolarità del lavoro nel campo dei servizi alle imprese, dove le commesse affidate al ribasso continuano a penalizzare le realtà più virtuose.
L’assemblea di Confcooperative sarà aperta alle 10,00 dal saluto del Sindaco di Scandiano, Matteo Nasciuti; a seguire la relazione di Caramaschi e gli interventi di Guido Caselli, Francesco Milza (presidente di Confcooperative Emilia-Romagna) e Romano Prodi.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]