Anelli, bracciali, catenine, ma soprattutto fedi nuziali e in alcuni casi anche contanti dai portafogli delle vittime, tutte anziane ricoverate in ospedale. Era variegata la tipologia della refurtiva che un’operatrice socio sanitaria trafugava alle pazienti ricoverate presso la struttura ospedaliera con particolare predilezione agli oggetti in oro, prevalentemente fedi nuziali, che poi riciclava monetizzando contante attraverso la loro vendita nei compro oro.
A scoprirlo i carabinieri della tenenza di Scandiano che, a conclusione delle indagini, con le accuse di furto aggravato, continuato e riciclaggio hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia, diretta dal procuratore Calogero Gaetano Paci, un’operatrice socio sanitaria quarantenne e residente nel modenese.
Nel corso delle indagini i carabinieri scandianesi hanno recuperato parte della refurtiva, costituita da monili in oro, che l’indagata aveva venduto in un compro oro del capoluogo reggiano.
Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine di consentire al Giudice di verificare l’eventuale piena responsabilità dell’indagata.
Secondo le ipotesi investigative dei carabinieri di Scandiano, nell’inchiesta coordinata dalla Procura reggiana, l’operatrice socio sanitaria, dal mese di aprile a quello di ottobre del corrente anno, avrebbe derubato almeno sei pazienti, tutte reggiane aventi un’età compresa tra i 95 e i 61 anni, impossessandosi di denaro contante, monili in oro e soprattutto fedi nuziali che oltre al valore economico racchiudevano un particolare valore affettivo per poi, almeno in un caso accertato, riciclare la refurtiva vendendola in un compro oro di Reggio Emilia.
Se le perquisizioni domiciliari a carico dell’indagata, emesse dalla Procura reggiana concorde con gli esiti investigativi dei carabinieri, non hanno portato al rinvenimento della refurtiva, di diverso esito è stata l’attività di controllo degli stessi carabinieri nei compro oro delle province e capoluoghi di Reggio Emilia e Modena. In una di tali attività commerciali i carabinieri hanno infatti rinvenuto parte della refurtiva che, come poi emerso, era stata consegnata dall’indagata che aveva ricevuto un corrispettivo economico pari a circa un migliaio di euro. Refurtiva quella recuperata dai carabinieri che è stata poi restituita agli aventi diritto. A carico dell’operatrice socio sanitaria, in relazione ai 6 furti consumati all’interno dell’ospedale, hanno quindi acquisito elementi di presunta responsabilità in ordine ai reati ravvisati a suo carico, per i quali la stessa veniva denunciata alla Procura di Reggio Emilia.
Ultimi commenti
"CEMENTO" MORI...come dicevano i latini....
Sarebbe interessante sapere quanti diritti edificatori ancora non soddisfatti ci portiamo dalle passate giunte.
Come precisato dall'assessore Pasini la responsabilità è della precedente Giunta (di "centrodestra"?)