Riparte il percorso dell’erbazzone reggiano verso il riconoscimento europeo di Indicazione geografica protetta (Igp), che andrebbe ad arricchire ulteriormente il già nutrito panorama regionale delle eccellenze enogastronomiche dell’Emilia-Romagna – che attualmente ne conta 44 tra Dop e Igp.
A sbloccare la situazione è stato l’accordo sottoscritto tra l’Associazione dei produttori dell’erbazzone reggiano e la società Sfoglia Torino (attuale proprietaria del noto marchio Righi), con quest’ultima che ha rinunciato a impugnare al Consiglio di Stato la sentenza con cui il Tar del Lazio in precedenza aveva dato ragione all’associazione sulla correttezza dell’iter fin qui seguito.
L’accordo concede a Sfoglia Torino un periodo transitorio – fino al 31 dicembre del 2028 – durante il quale, usando anche le proprie ricette, l’azienda potrà produrre l’erbazzone reggiano sia in provincia di Reggio che nella zona di Buttigliera d’Asti, in Piemonte.
Soddisfatti gli avvocati Giuseppe Pagliani e Gianluca Dallari, a cui l’Associazione dei produttori dell’erbazzone reggiano si era rivolta per costituirsi in giudizio: “Vinta la battaglia a favore di un’eccellenza assoluta della gastronomia del nostro territorio. Un ringraziamento va al Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare che, in soli due giorni, ha accolto l’accordo che unisce le parti che in passato erano in contenzioso. Un grande ringraziamento anche all’Associazione dei produttori dell’erbazzone reggiano per la tenacia e la determinazione dimostrata nel portare avanti un progetto che valorizza un prodotto tipico della nostra provincia e premia tutto il territorio reggiano. Un grazie anche ai tecnici della Regione Emilia-Romagna e del Ministero, senza il supporto dei quali il percorso verso il riconoscimento Igp sarebbe stato ancor più tortuoso. Ora rimaniamo in fiduciosa attesa, senza più ostacoli dinnanzi, del passaggio finale di riconoscimento da parte della Commissione europea”.
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