Con una lunga lettera alla Fondazione I Teatri di Reggio, che lo aveva invitato in città, il giornalista e scrittore Roberto Saviano ha rimandato i due appuntamenti reggiani di presentazione del suo libro “Solo è il coraggio”, dedicato alla storia del giudice antimafia Giovanni Falcone: “Rinuncio adesso perché vivere in queste settimane occasioni pubbliche, per me, è difficile”, ha detto Saviano riferendosi al recente processo per diffamazione a suo carico nato da una querela di Giorgia Meloni e spiegando che “l’esposizione fisica preoccupa me e chi mi sta attorno, perché l’odio è tangibile e non esiste alcuno scudo”. Saviano, dunque, non sarà a Reggio il 27 e il 28 novembre, come inizialmente previsto.
Allo scrittore ha risposto il sindaco di Reggio Luca Vecchi: “Caro Roberto Saviano, voglio innanzi tutto esprimerti i sentimenti di affettuosa vicinanza e di stima sincera per il lavoro che compi e per la battaglia che conduci, da anni, a rischio della tua stessa incolumità. Come sindaco e come presidente della Fondazione I Teatri mi preme dirti che non sei solo: l’amministrazione comunale e la città sono al fianco di chi si impegna in prima persona contro la criminalità organizzata, per la legalità e la sicurezza, sin dai tempi in cui il prefetto Antonella De Miro cominciò, in questa terra, a operare sul fronte del contrasto alle mafie economiche. Qui stiamo e qui ci troverai, sempre”.
“Penso altresì che, in generale, la dialettica, anche la più aspra, debba trovare modi e forme di sviluppo che non abbiano nel tentativo di zittire una voce attraverso l’uso delle querele e delle azioni civili il loro esito finale”, ha aggiunto Vecchi: “Questo l’ho sempre pensato e praticato, e credo valga tanto più in un Paese, il nostro, che sul fronte della libertà di stampa non brilla di certo nelle classifiche internazionali. Caro Roberto, Reggio Emilia ti ha conferito la cittadinanza onoraria: Reggio è la terra di don Pasquino Borghi e dei sette fratelli Cervi. È la terra dei costituenti Meuccio Ruini, Giuseppe Dossetti e soprattutto di Nilde Iotti. Reggio è la terra del 7 luglio 1960, quando la polizia sparò agli operai, uccise cinque giovani ragazzi, in quel giorno che segnò la fine del governo Tambroni e una svolta fondamentale della nostra storia repubblicana”.
“Sono fiducioso – ha concluso il sindaco – che questo sia, per noi, solo un arrivederci. Lascio a te, caro Roberto, l’autonomia di una riflessione e di una decisione definitiva sulla tua partecipazione in futuro al nostro incontro. Voglio solo dirti che quei ragazzi pronti a riempire il teatro municipale Romolo Valli hanno bisogno del tuo pensiero, delle tue parole, del tuo impegno. Resisti Roberto. Siamo tutti con te. Forza. Ti aspettiamo in città al più presto”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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