Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas arrestato mercoledì mattina a Parigi, è ritenuto dagli investigatori di Reggio Emilia l’esecutore materiale dell’omicidio della giovane parente pachistana, scomparsa la sera del 30 aprile. Contro di lui c’è la testimonianza del fratello minorenne della ragazza: “Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”, ha messo a verbale. In una chat a una persona a lui vicina, Hasnain, 33 anni, aveva scritto: “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”.
Parole che gli investigatori riferiscono al delitto, commesso, sempre secondo l’accusa, insieme a due cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Il primo è attualmente in carcere, anche lui arrestato a fine maggio in Francia, il secondo è ricercato.
Sono latitanti anche i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, partiti per il Pakistan lo scorso primo maggio. Nei loro confronti la ministra della giustizia Marta Cartabia, dopo aver ricevuto dagli uffici preposti la traduzione di tutti gli atti della pratica, ha firmato e trasmesso al Pakistan due domande di estradizione; sono indagati per l’omicidio della figlia e ricercati dall’Interpol a livello internazionale.
Nell’appartamento della periferia di Parigi dove è stato arrestato dalla polizia francese, Danish Hasnain, zio di Saman, “c’erano anche altre persone verosimilmente dei connazionali, quindi aveva anche una capacità di copertura importante in quella città”. Un elemento che “ha reso difficile il suo rintraccio”: lo ha spiegato il colonnello Andrea Milani, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia.
A carico di Hasnain c’è anche il video che lo ritrae il 29 aprile, con i due cugini, nei pressi del casolare di Novellara dove la famiglia viveva e lavorava, con pala e piede di porco: secondo gli investigatori stavano andando a scavare la buca per seppellire la diciottenne. Hasnain era partito verso la Francia insieme ai due cugini e al fratello di Saman, che però era stato fermato, il 10 maggio, e collocato in comunità in quanto minorenne. “Dagli accertamenti che abbiamo fatto ritengo che fosse sicuramente la mente di questo progetto criminoso pazzesco”: il procuratore capo reggente di Reggio Emilia, Isabella Chiesi, esprime soddisfazione per la cattura in un appartamento della periferia di Parigi di Danish Hasnain. L’arresto di Hasnain, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio della ragazza “è fondamentale perché ci consente di poter avere una versione dei fatti e delle eventuali indicazioni in merito a dove si trova il corpo di Saman. E avendo già un altro indagato in carcere”, uno dei due cugini indagati della 18enne “potremmo anche mettere a confronto le versioni dei fatti che volessero rendere”, ha concluso la pm.
L’arresto di Danish Hasnain, per la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi, è “fondamentale perché ci consentirà di avere una versione dei fatti, sempre che la voglia rendere, delle indicazioni anche su dove si trova il corpo di Saman”. Dal momento che il cugino Ikram Ijaz è già in carcere, la procuratrice ha parlato della possibilità di “mettere nel caso a confronto le versioni dei fatti” dei due indagati. In base agli accertamenti fatti su Hasnain, “riteniamo che fosse la mente di questo progetto criminoso pazzesco”.
Dopo il fermo dello zio di Saman Abbas, i carabinieri di Reggio Emilia hanno fatto sapere che il piano delle ricerche è stato spostato ma che non si è interrotta l’attività per trovare il corpo della ragazza (che dovrebbe proseguire approfittando di qualsiasi segnalazione o elemento tecnico che possa emergere dall’attività investigativa).
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]