Scrive il vicepremier e leader dei Cinquestelle Luigi Di Maio su Facebook: “Leggo che qualcuno oggi arriva persino a negare il 25 aprile, il giorno della Liberazione. Lo trovo grave. Non è alzando le spalle e sbuffando che questo Paese cresce. Al contrario, cresciamo se diamo forza a certi valori, alla nostra storia. Perché col menefreghismo non si va da nessuna parte.
E poi, concedetemelo, è curioso che coloro che oggi negano il 25 aprile siano gli stessi che però hanno aderito al congresso di Verona, passeggiando mano per la mano con gli antiabortisti.
Per carità, ognuno la vede come vuole. Il pensiero è libero. Ma io, sia chiaro, voglio anche un’Italia libera, di guardare avanti innanzitutto.
Il ripristino della leva obbligatoria, la contestazione della 194, gli attacchi alle donne, il ritorno al Medioevo non fanno parte dei valori del MoVimento 5 Stelle. Il 25 aprile è una festa nazionale della Repubblica Italiana. Non è questione di destra o di sinistra, come sento dire, ma di credere in questo Paese. Di credere nell’Italia e di rispettarla. E chi come me ci crede, il 25 aprile lo ricorda!”.
Scontro anche sul ‘Salva-Roma’. La tregua di Pasqua tra M5S e Lega non dura. Alla vigilia del Consiglio dei ministri chiamato a dare il via libera al decreto crescita, si riaccende lo scontro su una delle norme più controverse del dl, la “Salva Roma”.
Ed è uno scontro tutto elettorale con la Lega che punta a un’intesa immediata che riguardi tutti i Comuni, con il M5S che già da giorni ha aperto ad una simile soluzione ma non subito, piuttosto in fase di conversione del provvedimento.
A tenere “caldo” il clima resta il caso Armando Siri, sul quale il Movimento non ha intenzione di mollare la presa.
E, nelle prossime ore, il premier Giuseppe Conte potrebbe convocare il sottosegretario leghista per un incontro chiarificatore.
Ad aprire la Pasquetta a sfondo elettorale è Matteo Salvini, da Pinzolo. “O tutti o nessuno. Non ci sono Comuni di serie A e Comuni di serie B”, è la stoccata che il vicepremier piazza sul Salva Roma, accompagnandola dal consueto attacco a Virginia Raggi: “Non mi pare che a Roma ci sia un sindaco che abbia il controllo della città”, sottolinea. “Non c’è sempre bisogno di un nemico, i Comuni vanno salvati tutti” ma “i problemi sono diversi” e a ciascuno serve “la sua cura”, è la replica, a stretto giro, del viceministro dell’Economia Laura Castelli. E il viceministro qualche ora dopo ribadisce: “Sui Comuni per me non c’è nessuna guerra con gli alleati. Nel Dl Crescita, in conversione verranno inserite norme utili a risolvere le problematiche di molti Comuni, ma in tanti casi non serve una norma di legge”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]