La giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha stanziato oltre 5 milioni di euro per finanziare progetti per migliorare la qualità della vita delle persone che si rivolgono ai servizi di salute mentale, in particolare dopo l’emergere di nuove esigenze collegate all’emergenza sanitaria innescata dalla pandemia di coronavirus.
I fondi provengono dal Ministero della salute: all’Ausl di Piacenza sono destinati 398.423 euro, all’Ausl di Parma 475.173 euro, all’Ausl di Reggio 692.715 euro, all’Ausl di Modena 752.457 euro, all’Ausl di Bologna 1.031.650 euro, all’Ausl di Imola 148.011 euro, all’Ausl di Ferrara 345.011 e all’Ausl della Romagna 1.204.724 euro. I progetti dovranno essere completati entro il 30 giugno del 2023.
I primi due obiettivi in ordine di priorità richiamano direttamente le linee guida individuate dal ministero con un’intesa sottoscritta con le stesse Regioni: superare il ricorso alla contenzione meccanica (che in Emilia-Romagna comunque è già diminuito del 75,9% in dieci anni) in tutti i luoghi di cura della salute mentale e prevedere percorsi innovativi alternativi ai ricoveri nelle Rems (le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, strutture sanitarie che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari e che sono riservate alle persone affette da disturbi mentali che sono state condannate per uno o più reati).
Il terzo obiettivo, invece, è stato indicato dalla Regione Emilia-Romagna, che lo ha individuato tra le criticità da risolvere: sostenere e curare giovani preadolescenti e adolescenti con problemi psicopatologici e ridurre il ricovero delle persone con meno di 18 anni nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura. In questo caso i progetti finanziati sono rivolti a ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 17 anni e comprenderanno diversi ambiti di attività (ambulatoriale, residenziale o in strutture di ricovero), a seconda dei bisogni identificati delle singole Ausl.
Tra il 2011 e il 2020, infatti, i disturbi psichiatrici segnalati dai servizi di neuropsichiatria per infanzia e adolescenza in questa fascia di età sono cresciuti del 62%. Tra le finalità del piano regionale: perfezionare la valutazione su persone preadolescenti e adolescenti mediante l’acquisizione di strumenti e test di valutazione; migliorare la presa in cura con specifici modelli attraverso un percorso di formazione certificata per i professionisti; strutturare luoghi di cura specificamente dedicati alla psicopatologia dei pazienti minori (ambulatori, semiresidenze, centri diurni, residenze, posti dedicati in ospedale).
Secondo il parere dell’assessorato regionale alle politiche per la salute “si tratta di obiettivi ambiziosi ma raggiungibili” sulla base delle competenze disponibili nell’ambito del Servizio sanitario regionale: “Si tratta di ripensare a fondo la cura delle persone affette da disturbi mentali, abbandonando progressivamente strumenti come la contenzione meccanica o il ricovero e intercettando in anticipo i bisogni dei pazienti, già dalla preadolescenza”. Per farlo la Regione ha utilizzato un metodo di programmazione partecipata che ha convolto le direzioni sanitarie, gli specialisti, i direttori di dipartimento: “In questo modo le azioni programmatiche volte a individuare le soluzioni per superare le criticità sono state definite e condivise insieme”.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]