Si è dimezzato ancora il “cratere” del terremoto dell’Emilia: a circa nove anni dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012, infatti, una nuova ricognizione generale sullo stato di attuazione complessivo dei lavori ha consentito di ridurre ulteriormente l’area ancora oggi interessata dalla ricostruzione post-sisma.
Analogamente a quanto già avvenuto nel dicembre del 2017, quando si passò dai 60 territori comunali inizialmente interessati a 30, questa volta i centri del cosiddetto “cratere” sono scesi da 30 a 15: sono usciti sei comuni in provincia di Modena (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Ravarino, San Prospero e Soliera), quattro in provincia di Reggio (Fabbrico, Guastalla, Luzzara e Rolo), tre nel territorio della città metropolitana di Bologna (Galliera, Pieve di Cento e San Giovanni in Persiceto) e due in provincia di Ferrara (Poggio Renatico e Vigarano Mainarda).
A stabilirlo è stata l’ordinanza n. 8 del 17 marzo 2021 firmata dal presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario delegato per la ricostruzione Stefano Bonaccini, arrivata dopo un confronto con gli enti locali e un’analisi di tutti gli ambiti di intervento (ricostruzione pubblica e privata, assistenza alla popolazione e misure per i centri storici) che ha fatto emergere gli esiti delle attività svolte finora e le necessità residue ancora da soddisfare. Ai comuni non più ricompresi nell’area del “cratere”, in ogni caso, sarà comunque garantito il supporto necessario per il completamento delle attività e degli interventi in corso fino al definitivo rientro alla gestione ordinaria.
Dei quindici comuni che restano ancora nel “cratere”, invece, uno è nel Bolognese (Crevalcore), uno in provincia di Reggio (Reggiolo), quattro in provincia di Ferrara (Cento, Bondeno, Ferrara e Terre del Reno) e gli altri nove in provincia di Modena (Carpi, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Novi di Modena, San Felice sul Panaro e San Possidonio).
“Avevamo preso questo impegno coi sindaci nel maggio scorso, in occasione dell’ottavo anniversario delle terribili scosse del 2012 che sconvolsero il nostro territorio e distrussero edifici pubblici e privati per un ammontare di circa 14 miliardi”, ha ricordato Bonaccini: “Oggi quasi il 90% della ricostruzione è realizzata: pressoché completata quella privata di case e fabbriche, uffici e negozi, certamente più lenta quella del patrimonio storico e monumentale, che pure procede. La metà dei comuni è nella condizione di rientrare nella piena normalità, anche se troveranno il nostro sostegno fino al pieno completamento delle attività”.
Questo ulteriore dimezzamento, per Bonaccini, “significa da un lato poter meglio concentrare le risorse sulla ricostruzione pubblica, dall’altro dimostrare nei fatti che anche nella pandemia questo lavoro non si ferma. In un paese abituato purtroppo a trascinare per decenni i problemi, la ricostruzione in Emilia entra a tutti gli effetti nella fase finale. È anche grazie a questo lavoro e a questa credibilità che le risposte dai diversi governi che si sono susseguiti non sono mai mancate rispetto ai problemi che abbiamo posto, anche nei mesi scorsi. Voglio quindi ringraziare ancora una volta i sindaci e i parlamentari di tutti i gruppi politici, senza distinzione di colore, che hanno assicurato il proprio impegno per questi risultati facendo di quella dell’Emilia-Romagna “una ricostruzione esemplare”, come ha voluto definirla il presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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