I richiedenti asilo potranno iscriversi all’anagrafe del Comune di Reggio. A stabilirlo è una direttiva del sindaco Luca Vecchi, in contrasto con quanto previsto dal decreto Immigrazione e Sicurezza del precedente Governo (poi trasformato in legge) che impediva l’inserimento nei registri dei residenti delle amministrazioni comunali dei migranti in attesa del riconoscimento del loro stato giuridico. La decisione dell’amministrazione reggiana arriva dopo le sentenze di diversi Tribunali, compreso quello di Parma, che si sono espressi proprio sui ricorsi che alcuni migranti avevano presentato contro diniego ricevuto al rilascio della residenza, dando loro ragione e ordinando poi ai sindaci di procedere con le iscrizioni
“Iscriviamo ai registri dell’anagrafe comunale tutti i cittadini che stanno dentro percorsi di richiesta di protezione internazionale – dice il sindaco Luca Vecchi – in ragione dei provvedimenti del precedente Governo e del ministro Salvini in particolare, questo tipo di atto amministrativo sembrava non essere legittimo. Ma negli ultimi mesi tanti tribunali italiani hanno preso posizione creando una giurisprudenza unanime e ormai significativa che ci mette nella condizione di interpretare la legge in vigore agendo in modo coerente e conseguente anche a Reggio Emilia”.
E la direttiva del primo cittadino di Reggio Emilia ha raccolto grande soddisfazione delle coop sociali reggiane impegnate nell’accoglienza dei richiedenti asilo, per la direttiva con la quale il Sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi ha stabilito che possono iscriversi all’anagrafe comunale i migranti in attesa del riconoscimento del loro stato giuridico.
“Una scelta di civiltà – sottolineano Ceis, Ballarò, Centro Sociale Papa Giovanni XXIII, Coress, Dimora d’Abramo, La Vigna, L’Ovile, Madre Teresa, le realtà che compongono le due RTI impegnate sull’accoglienza dei richiedenti asilo a Reggio Emilia – che ripristina un diritto insensatamente cancellato dalla legge su sicurezza e immigrazione, che proprio su questo punto è stata smentita apertamente anche dalle sentenze di diversi Tribunali”.
Nel febbraio scorso, le due RTI avevano messo a punto un articolato documento in cui venivano denunciati i gravi effetti di una legge che, tra l’altro, “condanna i richiedenti asilo – privati della possibilità di rinnovo della protezione umanitaria – ad una grave condizione di irregolarità, accrescendo così anche l’insicurezza nelle comunità locali e aumentando il rischio di tensioni sociali e forme di intolleranza”.
“Tutto questo – sottolinearono le coop sociali reggiane impegnate sull’accoglienza – è aggravato dall’eliminazione del diritto all’iscrizione anagrafica, perché nessun datore di lavoro – comprensibilmente – assume persone senza carta d’identità e nessuna banca apre un conto limitandosi ad acquisire il permesso di soggiorno”.
“La residenza – riaffermano ora le RTI – è fondamentale nel percorso di autonomia e simbolo stesso dell’integrazione in un territorio, ed è per questo che la decisione del Sindaco Luca Vecchi – cui va il nostro plauso – assume un’importanza straordinaria non solo sul piano umano, ma in termini di riconoscimento di un diritto fondamentale delle persone che cercano vie di riscatto da situazioni drammatiche”.
“Ora – concludono le RTI reggiane – ci auguriamo che altri Sindaci reggiani assumano decisioni analoghe a quelle del primo cittadino del comune di Reggio Emilia, estendendo il ripristino del diritto all’iscrizione all’anagrafe a tutti i richiedenti asilo che sono presenti nel nostro territorio ed evitando, così, che vi siano situazioni di disparità in presenza di situazioni che hanno, invece, tratti del tutto comuni”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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