I 15 senatori del Movimento 5 Stelle che mercoledì 17 febbraio, in contrasto con l’esito della precedente consultazione sulla piattaforma Rousseau, hanno votato contro la fiducia al governo Draghi saranno espulsi dal M5S. Ad annunciarlo è stato il capo politico reggente del Movimento Vito Crimi con un post su Facebook.
“Il MoVimento 5 Stelle ha votato sì. Non lo ha fatto a cuor leggero, è evidente. Ma lo ha fatto. Lo ha fatto con coerenza, nel rispetto dell’orientamento emerso in seguito all’ultima consultazione, dove la maggioranza dei nostri iscritti si è espressa a favore. E lo ha fatto con coraggio, assumendosi la responsabilità di una scelta che non guarda all’interesse esclusivo del MoVimento o al facile consenso, bensì agli interessi di tutti i cittadini italiani e della nostra comunità nazionale”.
Quello di chi ha votato sì, ha detto Crimi, “è un voto unitario, una responsabilità collettiva, non del singolo. I compromessi con sé stessi, con i propri credo, convinzioni e valori, sono quelli più difficili. Riuscire ad affrontarli e sostenerli per il bene di un Paese che sta vivendo il momento più difficile della sua storia recente non è una sconfitta, è un valore aggiunto in termini di etica e dignità”.
I 15 senatori pentastellati che hanno votato no, secondo Crimi, “sono venuti meno all’impegno del portavoce del MoVimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti. Tra l’altro il voto sul nascente governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione”.
Per questo motivo i 15 senatori “si collocano, nei fatti, all’opposizione” e “non potranno più far parte del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle al Senato” ai sensi dello Statuto M5S e del regolamento del gruppo parlamentare. Tra i nomi interessati dal provvedimento ci sono anche personaggi di rilievo come l’ex ministra del Sud Barbara Lezzi e del presidente della commissione Antimafia Nicola Morra, oltre che quelli di Rosa Silvana Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio Di Micco, Silvana Giannuzzi, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Vilma Moronese e Fabrizio Ortis.
“Sono consapevole – ha concluso Crimi – che questa decisione non piacerà a qualcuno, ma se si pretende rispetto per chi la pensa diversamente, lo stesso rispetto si deve a chi mette da parte le proprie posizioni personali e contribuisce al lavoro di un gruppo che non ha altro obiettivo che quello di servire i cittadini e il Paese”.
Nonostante queste “defezioni” a Cinque Stelle, il governo Draghi ha incassato la fiducia al Senato con una larghissima maggioranza: 262 i voti a favore, 40 quelli contrari (19 di Fratelli d’Italia, 15 dei M5S “ribelli” e altri sei da senatori del gruppo misto), due astenuti.
Giovedì 18 febbraio, invece, è il giorno della fiducia alla Camera: il programma prevede la discussione generale fino alle ore 12, poi una sospensione fino alle 13.30 per la sanificazione dell’aula, la ripresa del dibattito dalle 13.30 alle 16, quindi una nuova pausa per la sanificazione (fino alle 18) e a quel punto la replica del presidente del consiglio. Le dichiarazioni di voto sono in programma dalle 18.30 alle 20, quando avrà inizio la chiama per la votazione della fiducia al nuovo governo.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]