Regioni: un fondo per Fiere

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Serve istituire, presso il ministero dello Sviluppo economico, un fondo nazionale per sostenere il sistema fieristico quale piattaforma di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano.

È questa la richiesta inviata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e dai colleghi presidenti della Lombardia, Attilio Fontana, e del Veneto Luca Zaia. Missiva che l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, ha inviato anche ai sindaci di Bologna, Parma, Ferrara, Modena, Piacenza, Forlì, e Rimini tutte città dove hanno sede gli expo emiliano romagnoli, oltre che ai presidenti delle stesse Fiere.

La richiesta al Governo prende le mosse dal perdurare della crisi sanitaria determinato dal Covid-19, che ha colpito soprattutto le tre regioni italiane leader nel settore fieristico. Realtà queste che rappresentano da sole il 65% dell’attività fieristica in Italia e oltre il 75% delle manifestazioni internazionali e che a partire dal febbraio scorso hanno visto la totale cancellazione degli eventi programmati nel 2020, con un danno stimato per le solo tre realtà regionali di oltre 700 milioni di euro e di oltre un miliardo se si considera anche l’indotto.

Nel mercato fieristico italiano l’Emilia-Romagna si posiziona al secondo posto, preceduta dalla Lombardia, due regioni ove si concentra il 60% delle manifestazioni internazionali (in Lombardia 35% e 25% in Emilia-Romagna). Nel corso del 2018 l’attività fieristica in Emilia-Romagna ha raggiunto 1.222.630 mq di superficie espositiva affittata, distribuiti su 89 manifestazioni che hanno raccolto oltre 35 mila espositori diretti e quasi 2,6 milioni di visitatori.

Il fondo punta a sostenere tutta la filiera degli operatori del settore fieristico, ovvero i soggetti organizzatori presso quartieri fieristici di proprietà o di terzi gli eventi di carattere almeno nazionale, i soggetti aventi la proprietà e la gestione dei quartieri fieristici presso i quali si svolgono eventi di carattere almeno nazionale.

L’aiuto, che dovrà essere notificato alla Commissione europea, dovrà essere connesso alle perdite registrate e vincolato alla calendarizzazione degli eventi cancellati, anche eventualmente nel biennio 2021/2022. Aiuti anche subordinati all’impegno a realizzare tutti quegli investimenti sui quartieri necessari per garantire la sicurezza sanitaria degli eventi e la predisposizione di aree attrezzate da adibire ad eventuali situazioni di emergenza sanitaria.