Un sostegno di 4 milioni di euro dal 2021 al 2023 per sostenere i percorsi di sviluppo e razionalizzazione di aziende pubbliche per i servizi alla persona (Asp) e Aziende speciali consortili (Asc) che operano nell’ambito dei servizi sociali e sociosanitari. Un progetto di legge molto snello (4 articoli) che ha trovato un appoggio unanime da parte dell’aula dopo un confronto serrato con le aziende servizi e i comuni del territorio.
Per la relatrice di maggioranza Francesca Maletti (Pd) si tratta di “un intervento fondamentale per sostenere quelle strutture che garantiscono la qualità di vita delle persone più fragili. Oggi in regione operano 36 Aziende che si occupano di anziani, disabili e minori. Purtroppo le aziende servizi alla persona e aziende speciali consortili sono in seria difficoltà nella gestione del personale specie per le aliquote irreali relative ad alcuni tributi”. L’intervento triennale si è quindi reso necessario non solo per l’emergenza Covid, che tanto ha colpito l’ambito sociosanitario, ma anche per un regime di tassazione assolutamente squilibrato rispetto ad analoghe strutture del settore privato. In ragione di ciò, Maletti specifica che “se si vogliono mantenere in ambito pubblico queste gestioni, allora si deve garantire loro la possibilità di continuare a operare nel pieno delle loro potenzialità”.
Il relatore di minoranza Simone Pelloni (Lega) conviene sulla strategicità dell’intervento, ma, contestualmente, rileva come questo provvedimento “sostenga solo economicamente queste strutture e non intervenga assolutamente sui percorsi di sviluppo e razionalizzazione”. Ecco quindi, conclude il leghista, che abbisogniamo “in tempi rapidi di un impianto normativo che tracci una nuova rotta e dia soluzioni stabili”. Per il consigliere leghista, l’emergenza Covid ha solo acuito alcune disomogeneità presenti da tempo e che non sono state ancora toccate. “Questo provvedimento è un passo in avanti -conclude Pelloni- ma è tempo di completare l’obiettivo che si prefigge la Legge per abbandonare definitivamente il sostegno e garantire concretamente e in tempi brevi lo sviluppo con investimenti adeguati e magari consentire anche a questi soggetti, ad esempio, di poter accedere al superbonus edilizio 110%”.
Massimiliano Pompignoli (Lega) sottolinea “la complessità dell’argomento che esula il provvedimento in discussione perché tocca la normativa del 2003 con cui la Regione stabiliva che le IPAB si trasformassero o in aziende pubbliche o in associazioni e fondazioni private”. Per il consigliere è il momento di riflettere in maniera approfondita sul percorso che si vuole garantire a queste strutture, “perché pare che la Regione propenda chiaramente per la conversione in Aziende servizi alla persona e sembra ignorare altre forme pubbliche operanti nel comparto”.
Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) condivide l’impostazione generale della legge, ma stigmatizza “una diversa attenzione tra le varie forme giuridiche dei soggetti impegnati nel sociosanitario”, oltre a una difficoltà ormai cronica nel reperimento del personale, soprattutto degli operatori sociosanitari (OSS).
Matteo Rancan (Lega) stigmatizza la necessità imprescindibile di mettere celermente mano al comparto, perché “l’eventuale riforma non può arrivare nel 2023, a un anno circa dalle prossime elezioni regionali”.
Anche Daniele Marchetti (Lega) rimarca come “in diverse occasioni la Lega ha sollecitato la riforma complessiva di tutto il quadro normativo che regolamenta questo comparto, per garantire una sostenibilità economica alle Asp e consentire l’erogazione dei servizi”.
Michele Facci (Lega) sollecita una riflessione più approfondita sullo stesso impianto della Legge “dal momento che nello stesso art. 2 di questo provvedimento, se si volesse realmente sostenere lo sviluppo e la razionalizzazione di queste aziende, si dovrebbero prevedere ben altre risorse rispetto ai 4 milioni qui proposti”.
Valentina Stragliati (Lega), nel ribadire l’importanza di una riforma del settore, ricorda “come già nel 2018 il Presidente Bonaccini sollecitasse l’azzeramento dell’IRAP per le aziende pubbliche del comparto sociosanitario, ma nel frattempo nulla è accaduto”.
Anche Federico Amico (ER Coraggiosa) si dice soddisfatto, in quanto il progetto di legge riafferma l’importanza del pubblico nel settore sociosanitario regionale e “questo intervento legislativo contribuirà a farci guadagnare il tempo necessario per svolgere una riflessione approfondita sulla riforma del comparto”.
Strettamente correlato alla Legge, l’Ordine del Giorno bypartisan, a prima firma Francesca Maletti, con cui si impegna la Giunta a predisporre un progetto di riforma delle ASP entro la fine del 2022 “che rafforzi la presenza pubblica nella gestione dei servizi, che ridisegni le regole volte alla sostenibilità economica delle stesse, con forme giuridiche a partecipazione pubblica anche con la gestione diretta dei servizi”. Oltre a questo punto, l’atto sottoscritto anche da Palma Costi, Marilena Pillati, Andrea Costa, Marcella Zappaterra (Pd), Silvia Zamboni (Europa Verde), Stefania Bondavalli e Giulia Pigoni (Lista Bonaccini), Silvia Piccinini (M5S), Igor Taruffi (ER Coraggiosa), Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia), Valentina Stragliati, Simone Pelloni e Daniele Marchetti (Lega) richiede di rivedere le regole dell’accreditamento e di procedere con le “soluzioni possibili per superare l’unitarietà gestionale dei servizi accreditati, permettendo l’assegnazione di personale infermieristico dalle AUSL alle ASP per superare le attuali difficoltà di reperimento del personale da parte delle Aziende servizi alla persona a causa di una maggiore attrattività del sistema sanitario regionale”.
Ultimi commenti
buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!