Regionali. Riformisti: tenuta dell’export? L’Emilia deve fare sistema

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«La tenuta del nostro export? La Regione deve fare sistema, raccontare le sue eccellenze, la cultura, la storia e le tradizioni su cui si basano». Parla di un tema che conosce, il presidente regionale e segretario provinciale di Reggio Emilia di Azione Claudio Guidetti, capolista dei “Riformisti Emilia-Romagna Futura”, a sostegno di Michele de Pascale presidente nel collegio di Reggio Emilia per le prossime elezioni regionali dell’Emilia Romagna.

Guidetti è un imprenditore di livello internazionale, tra i primi a commercializzare all’estero il Parmigiano Reggiano e in particolare in Nord America. I suoi successi e le sue competenze raccontano della sua conoscenza delle dinamiche che regolano i mercati internazionali. E ora è pronto a mettersi a servizio e impegnarsi anche in Regione su questi temi. «Noi abbiamo delle enormi potenzialità da mettere a sistema, perché oggi dialogano poco tra loro. Ho conosciuto bene il mondo nord americano, è diverso dal nostro a partire dalle distanze. Pensiamo alla zona di produzione del Parmigiano Reggiano, tre città distanti 25 km tra loro, Parma, Reggio e Modena, oltre a piccole parti di Mantova e Bologna. Per uno statunitense, non sono vere distanze. Pensiamo che in questo fazzoletto di terra si producono oltre quattro milioni di forme all’anno, e il grosso della vendita è ancora interno, quando invece dovremmo guardare all’esterno, a un mercato estero potenzialmente vastissimo e che si può potenziare», spiega.

Come farlo? «Abbiamo un prodotto unico al mondo, ma non possiamo e dobbiamo vendere solo un formaggio, dobbiamo vendere la sua storia, la cultura che rappresenta, il territorio che lo anima. Se parliamo con uno svizzero dirà che il formaggio più buono al mondo è l’Emmenthal, un francese il camembert, uno spagnolo il Manchego ed è normale. Non possiamo solo dire che il nostro prodotto è più buono, dobbiamo spiegare perché, quali sono le tradizioni che lo hanno reso tale», continua Guidetti. E per l’Emilia-Romagna, questo discorso si può ampliare dall’agro-alimentare anche a altri ambiti. «Dobbiamo mettere a sistema le grandi potenzialità che la nostra Regione ha e che non dialogano abbastanza. Penso al ceramico, alla maglieria, alla motoristica. Dobbiamo creare un sistema con queste tante opportunità. E il modo migliore per farlo è far conoscere il nostro territorio: quando porto addetti ai lavori americani in visita a un caseificio o un’azienda agricola, sono incantati scoprendo le tradizioni, la storia degli uomini e delle donne con le loro famiglie che se ne occupano e i sacrifici che ci sono dietro. Oltre al prodotto dobbiamo creare un contatto che sia attrattivo, e che può aiutare anche altri settori, a partire dal turismo», conclude Guidetti.



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