L’onorevole Gianluca Vinci (Fratelli d’Italia) ha depositato questa mattina al Ministero della Difesa e al Ministero dell’Università e della Ricerca una interrogazione parlamentare – e presenterà un esposto alla Procura – sul rischio bellico all’interno dell’area ex Officine Reggiane e in particolare nella parte riguardante lo studentato da 1.800 ragazzi finanziato con fondi Pnrr.
“La questione bombe alle ex Officine Reggiane era già stato già da me sollevata nel maggio 2014 e nel dicembre 2016 – ricorda Vinci – In quelle occasioni il Comune di Reggio aveva risposto con un comunicato dove dichiarava semplicemente la presenza di una autodichiarazione del commendator Fantuzzi sull’avvenuta bonifica bellica nel dopoguerra e l’assistenza di una azienda specializzata in rischio bellico durante i lavori. Quanto all’epoca dichiarato su quella prima fase di interventi non rispecchiava però a mio avviso quanto richiesto nel dettaglio dal Decreto legislativo 177/2012, ben più dettagliato: in più, nel novembre 2018 venivano rinvenute due bombe in cantiere durante i lavori, a smentire platealmente la dichiarata avvenuta bonfica citata dal Comune solo due anni prima”.
“Oggi che su quell’area si pensa a numerosi costosi interventi, per decine e decine di milioni di euro, è importante fare chiarezza una volta per tutta sulla presenza di bombe e sul rispetto della precisa e purtroppo dispendiosa normativa in tema di richio bellico, visto che su quell’area insistono attività, uffici, bar, si tengono feste e forse arriverà anche uno studentato – continua il parlamentare di FdI – Vista le insoddisfacenti risposte ottenute in passato ho quindi presentato una interrogazione che farà definitivamente chiarezza sull’interessamento o meno del 5° Reparto Infrastrutture di Padova per la richiesta del “parere vincolante” ed il “nulla osta” del Ministero della Difesa. Affinchè non ci siano ulteriori incomprensioni uguale simile atto verrà depositato sotto forma di esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, viste le decine di milioni di euro pubblici già spesi per interventi effettuati sinora, affinchè verifichi che la normativa sia stata pienamente rispettata”.
La replica del Comune di Reggio Emilia. Apprendiamo che l’on. Gianluca Vinci ha presentato un’interrogazione parlamentare e un esposto alla Procura della Repubblica sul tema della bonifica bellica dell’area delle ex Officine meccaniche Reggiane, in particolar modo in relazione al sedime che occupa l’attuale Parco Innovazione.
Nel pieno rispetto del lavoro sia del Parlamento italiano sia della Procura della Repubblica, vorremmo sottolineare qui, con riguardo particolare alla sicurezza e alla tranquillità di coloro che quotidianamente frequentano il Parco Innovazione, che tutte le operazioni di bonifica bellica sono state svolte con regolarità e con tutte le certificazioni necessarie rilasciate da azienda specializzata. E i lavori vengono svolti nel pieno rispetto della norma, che è volta a garantire la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori
Una precisazione. L’on. Vinci confonde lo stato di attuazione, le funzioni e la proprietà di due immobili diversi, ovvero: una cosa è il Capannone 15C a sud del nuovo viale Ramazzini che ospiterà il quarto Polo universitario di Unimore dove si prevede la presenza di circa 1.800 studenti, immobile di proprietà di Stu Reggiane spa in fase di ristrutturazione; altra cosa è la Palazzina M, ossia l’ex palazzina direzionale ubicata lungo via Agosti attualmente di proprietà della Fantuzzi Immobiliare, sulla quale Stu Reggiane, in partenariato con Acer, ha redatto un progetto di fattibilità per la realizzazione di uno studentato da 80 camere, progetto candidato ad uno specifico bando pubblicato dall’allora Miur (ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), il cui esito è ancora in corso di definizione.
Nel merito, si sottolinea che su tutta l’area e su tutti gli immobili interessati dal Programma di rigenerazione urbana dell’Area delle ex Officine meccaniche Reggiane, attuato e in fase di attuazione da parte di Stu Reggiane spa, i lavori vengono svolti nel pieno rispetto della norma, che è volta a garantire la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori.
In fase di progettazione – in particolare in fase di redazione del Piano della sicurezza e coordinamento – il Coordinatore della Sicurezza, in accordo con la committenza, redige una analisi dei rischi per i lavoratori derivanti dalla esecuzione delle opere, tra cui possono essere ricompresi, qualora lo rilevino analisi storico-documentali o strumentali (queste ultime solo ove possibile) anche i rischi di natura bellica.
Nel caso si rilevassero tali rischi, si attiverebbe la procedura di bonifica, finalizzata alla esecuzione dei lavori in sicurezza: una procedura che, in estrema sintesi e vista la particolarità dell’area (area industriale fortemente antropizzata e ad alto rischio ambientale) si articola in tre momenti:
la presentazione di una istanza di bonifica redatta da impresa specializzata al fine dell’ottenimento del parere vincolante da parte degli organi competenti del ministero della Difesa;
la supervisione operativa, con il personale qualificato Bcm (Bonifica campi minati) opportunamente formato dal ministero della Difesa, delle attività di scavo a rischio bellico;
l’attivazione della vera e propria bonifica bellica da parte del Coordinatore della Sicurezza in fase di esecuzione e del committente, nel caso in cui personale qualificato Bcm attesti situazioni di pericolo dovuto alla probabile presenza di ordigni bellici.
Con la bonifica bellica, si provvede pertanto all’attuazione delle modalità operative e delle prescrizioni indicate nel parere vincolante ottenuto in fase di istanza. Al termine delle attività di bonifica, dopo il collaudo da parte degli organi del Ministero, viene rilasciato il certificato di avvenuta bonifica bellica.
La documentazione fornita dalla società Fantuzzi, citata dall’on. Vinci assieme ad altri documenti recuperati negli archivi storici, vengono pertanto utilizzati ai soli fini di redigere la valutazione del rischio bellico rispetto alle attività da svolgere.
Ribadiamo quindi che tutte le operazioni di bonifica bellica sono state svolte con regolarità e con tutte le certificazioni necessarie rilasciate da azienda specializzata.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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