Reggio. Via Paradisi, Fdi: cittadini calpestati. La replica: progetto necessario

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Scrivono Giuseppe Manzotti (responsabile volontariato FdI Reggio Emilia) e Marco Eboli (portavoce Fratelli d’Italia nel comune di Reggio): “Il progetto 902 / abitare solidale che si sviluppa in sei fasi nelle quali si vuole cambiare il volto alla zona di via Paradisi ha il grande peccato originale del fatto che i residenti non sono stati minimamente coinvolti in tutto ciò. Infatti il primo stralcio del piano prevede l’esproprio delle abitazioni di proprietà ai civici 6, 8 e 10 di via Paradisi, si parla di una settantina di unità abitative di cui alcune già di proprietà di acer e date in locazione. Il parere dei residenti, inascoltato, è chiaro: si tratta di diritti calpestati in quella che per tutti è tra le primarie sicurezze ossia la casa. Abbiamo parlato con una famiglia residente e proprietaria che ci ha fatto chiarezza su quello che gli si prospetta loro. Partiamo con ordine: i condomini in questione, lontani dal degrado tipico di altri palazzi di via Turri, sono stati edificati all’inizio degli anni ’80 e sono stati venduti da una impresa privata a privati e per tanti si è trattato di acquistare la propria prima casa col sacrificio di un mutuo.

Molti proprietari, ora contattati dal comune per essere espropriati del proprio bene immobile con la “scusa” della riqualificazione, imputano il livello di peggioramento del contesto residenziale proprio al comune dal momento in cui negli anni, tramite Acer, esso ha acquistato alcuni appartamenti dati poi in locazione agevolata. La quota di proprietà di Acer rimane comunque ancora in minoranza in quelli che sono i diritti di voto condominiali ma poco cambia, in quanto si è deciso di procedere con lo strumento dell’esproprio. E qua il grido di giustizia che richiedono in tanti: non vogliono essere obbligati a lasciare la propria abitazione, alcune di 120 mq e vedersela valutata a circa 500€/mq per poi essere reindirizzati in qualche casa popolare di Acer. In sostanza dopo aver affrontato il sacrificio del mutuo viene tolta l’abitazione, sottopagata e si viene invitati ad andare in affitto in qualche immobile pagando un canone di locazione. Oltretutto anche chi adesso è in locazione con Acer dovrà andarsere. Nel sesto stralcio dei lavori sono previste inoltre delle misure di pedonalizzazione, interventi che vediamo essere particolarmente amati dalla attuale amministrazione anche se i risultati riteniamo che non sempre siano positivi.

Ci uniamo quindi alla richiesta dei residenti che vogliono chiarezza e capire le vere motivazioni che ci sono dietro una operazione di questo genere, la cui misura dell’esproprio sta suscitando dei dubbi sull’eventuale presenza di particolari interessi. Sicuramente i residenti si appelleranno alla non sussistenza delle ragioni di pubblica utilità proprie dell’esecuzione di uno sfratto”.

La maggioranza replica. «Il progetto “902 / abitare solidale” del Comune di Reggio Emilia, cofinanziato dalla Regione, è un’opportunità importante quanto attesa dalla cittadinanza». Non hanno dubbi i consiglieri Federico Amico (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Bonaccini Presidente) e Roberta Mori (PD), che ieri hanno incontrato il Comitato dei cittadini di via Paradisi. «Il degrado abitativo e sociale che da decenni investe una rilevante parte del patrimonio abitativo pubblico e privato della zona urbana in prossimità della stazione, ha danneggiato fortemente prima di tutto i proprietari e i residenti, nonché l’attrattività, la sicurezza e la coesione della città intera».

«Senza sicurezza e un’efficace rigenerazione urbana – proseguono i consiglieri di maggioranza – perdono tutti. La riqualificazione anche abitativa è la strada giusta per salvaguardare le persone residenti oggi e domani in via Paradisi e il progetto comunale, a consumo zero di suolo, ha le carte in regola per rendere davvero vivibile questa zona, restituendo il senso di accoglienza che è proprio delle nostre comunità».

L’intervento, che prevede la realizzazione di alloggi popolari e di abitare sociale, secondo Amico, Bondavalli e Mori è «estraneo a logiche immobiliariste e prevede, oltre al condominio identificato, la riqualificazione di molte aree a uso pubblico. La definizione operativa del progetto, al tempo stesso, non può che essere partecipata nell’interesse di ciascuno e di tutti. Ha fatto bene il Comune, subito dopo la fase di manifestazione di interesse nella quale era necessario e urgente reperire i finanziamenti ad aprire il dialogo e il confronto con le persone interessate, ora c’è tutto il tempo di recepire le diverse esigenze dei proprietari trovando soluzioni adeguate ad ogni situazione, senza ledere i legittimi diritti di nessuno».

Con un richiamo alla sobrietà e alla correttezza nel linguaggio: «I toni accesi, nonostante la legittima preoccupazione dei cittadini che in questa fase hanno vissuto un difetto di comunicazione, devono però ripristinare espressioni corrette. Fare riferimento a processi di “sostituzione umana”, che richiamano scenari terribili, alimenta una lettura distorta e fuorviante, mentre l’intervento in quell’area è fortemente richiesto dai cittadini stessi. Gli strumenti ci sono e vanno calibrati sulle singole richieste. Noi siamo disponibili a dare una mano al percorso progettuale e di coinvolgimento attivo della cittadinanza. Siamo certi – concludono – che Reggio Emilia, conosciuta come “Città delle persone” e per la qualità innovativa di tanti progetti di rigenerazione, sarà la prima a cercare risposte concrete alle inquietudini dei proprietari, agli interessi in campo e alle necessità di vivibilità dei quartieri».