di Ugo Pellini _ Sta prendendo forma, con alcune sorprese, ma anche con scontate conferme, il tanto discusso “arredo verde” di piazza Roversi, meglio conosciuta come piazza del Cristo. L’arrivo dei contestati lecci, che ricordiamo sono querce sempreverdi caratteristiche dei climi mediterranei, alla fine non c’è stato; all’ultimo momento sono stati sostituiti con i molto più padani carpini. La messa a dimora dei previsti 14 alberi davanti a Palazzo Rangone è ormai quasi ultimata. Su di essi è stata eseguita quella tecnica di potatura che viene definita cimatura, che consente cioè di fare crescere la pianta in direzione “orizzontale” e che li fa assomigliare ad “ombrellini”.
Fin dal momento della presentazione del “progetto di riqualificazione” della piazza alla Consulta verde avevamo manifestato la nostra avversione ai lecci e alla riduzione in forma obbligata degli alberi, ma l’aver sostituito il Leccio con il Carpino è comunque, a mio avviso, una scelta positiva: che ci abbiano ripensato?.
Il Carpino infatti, oltre che essenza autoctona, è considerato adatto alle aree verdi urbane, possiede un’alta resistenza all’inquinamento atmosferico e comunque tollera le potature. Purtroppo si è seccato il Tasso, ma ciò non è sorprendente; prima vegetava al centro dei tre esistenti ed è stato trapiantato a pochi metri di distanza per permettere la realizzazione di tre posti auto. L’operazione di trapianto era ad alto rischio perché i tre tassi erano molto ravvicinati, con un’inevitabile intreccio di radici; per di più al momento dell’espianto si era dovuto fare i conti con un’imprevista barriera sotterranea, che aveva impedito che le la “zolla” dell’albero fosse adeguata.
Il Tasso inoltre si presta poco al trapianto e anche un precedente trasferimento di alberi di questa specie, una decina di anni fa, che vegetavano dietro al Monumento alla Resistenza, in Piazza Martiri del 7 luglio, si era risolto dopo pochi mesi con la morte di tutti i tassi. Credo che ora sia necessario sostituire questo esemplare al più presto, così come è auspicabile che ritornino in piazza le lagerstroemie espiantate tempo fa, curate in qualche luogo, perché possano di nuovo colorare di rosa-viola, come in passato, la nostra Piazza del Cristo. Un’ultima attenzione merita la siepe di Bosso, che vegeta nei pressi di via Bardi; vista la specie sarebbe bene controllare che non sia attaccata dalla Piralide, una malattia che riesce a defoliare in poco tempo la pianta erodendo le foglie.
(membro della Consulta verde)
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]