La professoressa Raffaella Udovisi, figlia di Graziano Udovisi, uomo che sopravvisse all’infoibamento nella voragine carsica di Fianona il 14 maggio del 1945 e che poi si trasferì e visse a Reggio fino alla sua morte, ha scritto una lettera aperta di apprezzamento al presidente del consiglio comunale di Reggio Matteo Iori, che ha deciso di partecipare a una manifestazione per ricordare gli infoibati organizzata in piazza della Vittoria a Reggio da forze di centro-destra e di destra.
“Gentile Matteo Iori,
desidero esprimerle il mio profondo apprezzamento per la sua presenza al Ricordo della tragedia delle Foibe e dell’Esodo giuliano dalmata, celebrato sabato scorso 5 febbraio, in piazza della Vittoria, nella nostra città.
In particolare ho accolto con grande gioia la sua ferma volontà ad essere presente in questa occasione, anche nel futuro. La sua partecipazione è un segnale importante di vicinanza delle Istituzioni, anche a livello locale e non solo nazionale, è un atto coraggioso e propositivo che sicuramente contribuirà ad allargare gli orizzonti ancora chiusi nei limiti di schieramenti politici contrapposti. Dove c’è dialogo, dove c’è un intento comune a capire, ad approfondire, a contestualizzare in maniera equilibrata e completa, lontano da strumentalizzazioni, revisionismi e retoriche ideologiche autoreferenziali dell’una e dell’altra parte, c’è un intelligente e giusto approccio alla storia, soprattutto alla storia complessa di questo angolo di Italia.
Risuonano, in me e nella mia famiglia, le sue parole quando afferma “Per me partecipare significa essere visto come un ospite estraneo e non gradito da molti dei partecipanti e allo stesso tempo essere visto come una sorta di traditore da molti di quelli che invece non partecipano”. Lei non sa quante volte anche noi ci siamo “sentiti in mezzo”, in uno stato di tensione continua fra due estremi che non si comprenderanno mai reciprocamente e, pur a distanza di quasi ottant’anni, impediscono una matura analisi di situazioni storiche già di per sé difficili e complicate come quelle del fronte nord orientale. Da oggi, e ne andiamo fieri, non diremo più che siamo soli ma saremo assieme a lei, se lei vorrà.
Ho letto il testo pubblicato da CGIL ANPI ISTORECO in questa occasione.
Concordo su alcuni punti per quanto attiene il corretto comportamento deontologico dello studioso nei confronti della ricerca storica. Ritengo invece assolutamente fazioso e di parte considerare “miti storiografici, fonti inesistenti, immaginari distorti, ricostruzioni vittimistiche e auto assolutorie” quell’immenso patrimonio di testimonianze dirette provenienti dai trecentocinquantamila italiani che hanno vissuto, sulla propria pelle e a proprie spese, una vera e immane tragedia. Queste sono fonti primarie della ricerca storica, non certo racconti ideologicamente orientati, né tantomeno un compianto sentimentale, vittimistico o auto assolutorio. Voci importanti da ascoltare adesso, se non si sono ascoltate prima, valori aggiunti alla nostra Storia che nulla tolgono ai valori della Resistenza confluiti nella nostra Costituzione.
Sono ancora tanti gli angoli oscuri della Storia italiana del Novecento da indagare con sincerità e coraggio. Ci vorrà molto tempo e molto impegno da parte di tutti.
Caro Matteo, questa sincerità, questo coraggio, questo impegno li ritrovo pienamente nelle sue parole e nel suo spirito. Io mi sento sempre più fragile ogni anno che passa, ogni celebrazione del Giorno del Ricordo mi trasmette ansia, dolore, preoccupazione, emozione. Non riesco a partecipare a questi eventi con serenità. Fortunatamente mi aiutano i miei figli in questa opera di salvaguardia della memoria famigliare e nazionale. E adesso mi è di grande conforto sapere che lei ci sarà. La ringrazio tanto per questo. Chissà, un giorno accanto a lei ci sarà anche un sindaco della nostra città.
Un grande e affettuoso abbraccio”.
prof. Raffaella Udovisi
Ben detto (dalla Udovisi) e ben fatto (da Iori)