Tra i capisaldi che orientano il nuovo Pug – Piano urbanistico generale di Reggio Emilia, il cui iter di approvazione si completerà nel 2022, vi è la definizione di specifiche strategie e azioni concrete per il contrasto ai cambiamenti climatici come contributo per un modello di sviluppo più sostenibile e competitivo. In particolare, il Pug introduce novità rilevanti in termini di: rigenerazione urbana contro il consumo di suolo, riqualificazione energetica e sismica del patrimonio edilizio, mitigazione dei cambiamenti climatici, “città dei 15 minuti”, agricoltura sostenibile.
RIGENERAZIONE URBANA CONTRO IL CONSUMO DI SUOLO – SI CANCELLANO ALTRI 5,5 MILIONI DI METRI QUADRATI EDIFICABILI
La nostra città è passata, dal 2001 al 2011, dal 17% di territorio urbanizzato al 20,7%. Oggi il consumo di suolo, pari al 21%, ci colloca, alla pari delle altre città medie dell’area padana, nella non prestigiosa graduatoria dei territori con il maggior suolo urbanizzato.
L’enorme produzione edilizia a cui abbiamo assistito nei primi anni del 2000 è stata, tuttavia, completamente assorbita dal mercato: lo sfitto è infatti pari a solo il 3,7% delle unità immobiliari ovvero circa 3.000 alloggi concentrati nel Centro storico e nelle frazioni a confine con il territorio comunale in risposta ad un trend di crescita demografica dirompente (+17% di residenti fra 2002-2011 a fronte del +1,2% dal 2011 ad oggi).
Inoltre, il residuo non ancora realizzato relativo a Piani convenzionati, e pertanto non modificabili dal PUG, è pari 631 alloggi che, con l’attuale trend demografico, potrebbero dare risposta ai prossimi 10 anni, nonostante nessun nuovo piano residenziale sia stato approvato dopo il 2014.
Scegliere di investire sulla neutralità climatica, a partire da questi dati, significa, dunque, non poter scendere a compromessi con il consumo di suolo: una della principali novità che verranno introdotte dal Pug, in discontinuità con il passato, è rappresentata proprio dalla definitiva cancellazione dell’eredità urbanistica degli ultimi trent’anni, in termini di nuove aree potenzialmente urbanizzabili esterne al territorio urbanizzato, non convenzionate, corrispondenti a una riduzione di 5,5 milioni di metri quadrati, pari a 3.780 alloggi e oltre 145mila metri quadrati di superficie di vendita.
Il nuovo Piano rafforza, in tal senso, le scelte di questi ultimi anni che hanno già portato alla cancellazione nel Psc (piano strutturale comunale) di 2,4 milioni metri quadrati di aree potenzialmente urbanizzabili in territorio agricolo, pari a 3.460 alloggi e 46mila metri quadrati di superficie di vendita.
La facoltà concessa dalla legge urbanistica regionale del consumo di suolo massimo pari al 3% del territorio urbanizzato entro il 2050 (pari cioè allo 0,6% del territorio comunale nei prossimi 30 anni a fronte, come detto, di un aumento nei primi dieci anni del 2000 del 3,7%) verrà preservata esclusivamente per funzioni produttive, ad alta occupabilità e valore aggiunto, escludendo pertanto le funzioni residenziali e commerciali.
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA E SISMICA DEL PATRIMONIO EDILIZIO
Il Piano è pensato per incentivare ulteriormente le dinamiche di riqualificazione del patrimonio costruito (caratterizzato da edifici per il 75%, risalenti a prima della legge 10/91 e per l’82% appartenenti ad una classe sismica critica) che rappresentano oltre il 97% degli interventi edilizi attuali, al fine di ridurre il fabbisogno energetico, migliorare il comfort e indirettamente preservare il valore patrimoniale e sociale del tessuto edilizio residenziale esistente.
L’obiettivo è quello di aumentare il tasso annuo di ristrutturazione del parco immobiliare almeno al 2% (corrispondente anche all’obiettivo dell’Agenda 2030) contro l’attuale 1,4%, aumentando al contempo l’efficienza energetica e l’uso di energie rinnovabili, grazie alla diffusione delle comunità energetiche e l’obbligo di installazione, negli ambiti produttivi, di una quota di fotovoltaico maggiorata del 20% rispetto al minimo imposto dalla Regione Emilia Romagna.
A tal fine, saranno di aiuto, una serie di misure introdotte con il PUG quali, ad esempio: la tolleranza dei requisiti igienico sanitari, tra cui il ‘rapporto illuminante’ e la superficie minima delle stanze, nel caso di interventi che prevedono l’installazione di cappotti alle pareti; incentivi volumetrici nel caso di interventi di efficientamento energetico e miglioramento sismico.
Viene inoltre significativamente ampliata la casistica di soggetti che possono beneficiare degli incentivi economici per la ristrutturazione degli edifici attraverso la riduzione del 50% del contributo di costruzione, ricomprendendo, oltre a tutti gli interventi in territorio urbanizzato che già oggi beneficiano di tale sconto, anche quelli ricadenti nei centri abitati delle frazioni.
MITIGAZIONE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI – CORRIDOI ECOLOGICI CONTINUI IN CITTA’ ED EDILIZIA ‘CARBON ZERO’
Al Pug viene assegnato il compito di individuare le azioni e le dotazioni ambientali per contribuire a ridurre del 55% le emissioni di CO2 al 2030, fino a raggiungere la neutralità climatica al 2050.
La nostra città si posiziona in un contesto fra i più dinamici in Europa dal punto di vista economico e sociale, ma anche fra i più inquinati. I giorni annui di superamento dei limiti di Pm10 sono stati 61 nel 2020, mentre la vulnerabilità alle ondate di calore riguarda il 32% del territorio urbanizzato pari a 95mila abitanti. E’ vero altresì che registriamo valori di eccellenza che ci posizionano al quinto posto della classifica dell’ecosistema urbano di Legambiente: la raccolta differenziata è pari ad oltre l’83%; il verde per abitante è più del doppio del valore richiesto dalla Regione; la dotazione arborea è pari a 450mila alberi di cui 73mila in aree pubbliche; l’estensione delle piste ciclabili è pari a 383 km, aumentate dell’86% in 10 anni.
Il contributo offerto dal Piano per raggiungere la neutralità climatica si articola in una serie di azioni concrete per la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’incremento della biodiversità del territorio, quali, ad esempio: la creazione di corridoi ecologici continui, in particolar modo nel territorio urbanizzato, attraverso la messa in rete dei parchi urbani e del verde privato, nonché la salvaguardia dei cunei verdi per riconnettere la città al territorio rurale; la realizzazione di un piano di forestazione urbana che prevede l’aumento della dotazione arborea a un albero/abitante su area pubblica entro il 2030 grazie alla piantumazione di oltre 100mila nuovi alberi; la riqualificazione ecologica e fruitiva del tratto urbano del Crostolo; la realizzazione del parco del Campovolo come nuovo grande parco urbano a nord della città, grazie alla piantumazione di oltre 25mila alberi e 78 ettari di verde pubblico. Il Piano prevede inoltre: la realizzazione del “chilometro bianco”, ovvero una fascia boscata, a cintura dell’autostrada, per la compensazione delle emissioni di anidride carbonica provocate dal passaggio degli autoveicoli; la rimozione e smaltimento delle coperture in amianto come pre-requisito nel caso di nuovi interventi edilizi, incentivati anche dall’introduzione di bonus volumetrici ed economici; l’obbligo del ‘carbon zero’ per tutti gli interventi edilizi attraverso il raggiungimento di elevati standard di efficienza energetica, l’uso di energia da fonti rinnovabili e la compensazione delle emissioni con la piantumazione di nuove alberature.
Su un altro versante, la difesa dalle alluvioni ha imposto, attraverso il Pug, interventi urgenti di riduzione dell’impermeabilizzazione dei suoli, il rispetto di elevati standard di permeabilità mediante l’applicazione dell’indice Rie – Riduzione impatto edilizio in tutti gli interventi edilizi, nonché una gestione integrata più efficiente delle acque meteoriche.
CITTA’ DEI 15 MINUTI – SERVIZI A BREVE DISTANZA E MOBILITA’ SOSTENIBILE
Per quanto attiene la mobilità, il Piano introduce il valore dell’accessibilità come diritto dei cittadini di disporre di forme sostenibili e sicure per raggiungere i luoghi di interesse socialmente condiviso. L’obiettivo del Pug è quello di riconquistare le brevi distanze come elemento chiave della rigenerazione urbana, per avere ciò che serve nella vita quotidiana ad una distanza sostenibile. Oggi, il 62% della popolazione abita la città dei 15 minuti, calcolata considerando circa 800 metri a piedi per raggiungere i servizi essenziali ed almeno un presidio di comunità. L’obiettivo del Piano è incrementare questo valore ad almeno il 75% entro il 2030 attraverso la riqualificazione e il completamento della rete ciclabile esistente e l’incentivazione del piccolo commercio.
Le politiche di mobilità sostenibile prevedono, inoltre, una totale integrazione tra la pianificazione urbanistica e quella della mobilità attraverso il coordinamento, in tutte le fasi di formazione e gestione, del Pug e Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile), a partire dalla realizzazione della tramvia Mancasale-Rivalta come connessione veloce e sostenibile casa-servizi-lavoro, nonché la realizzazione di oltre 30 chilometri di nuove superciclabili, in sede propria, per il collegamento rapido dei quartieri e frazioni esterne alla città storica.
Tra le previsioni urbanistiche del Pug vi è anche il completamento del sistema infrastrutturale principale: la chiusura dell’anello delle tangenziali; il completamento della via Emilia bis verso il casello di Campegine; la nuova via Emilia bis verso ovest, tangenziale a Masone e Bagno; la nuova complanare di via Gramsci a servizio dell’Rcf Arena, dello stadio e della stazione AV Mediopadana; la quarta corsia A1 e il casello Reggio Est; le tangenziali di Rivalta e Fogliano.
Nella nuova logica di mobilità per l’accessibilità sostenibile, centrali nel progetto di Piano, risultano infine le due grandi porte di ingresso alla città ovvero la stazione storica come asset anche per la rigenerazione del quartiere stazione e Santa Croce, e la stazione AV Mediopadana in fase di rapido potenziamento sia in termini di collegamenti veloci, sia di nuovi servizi per l’utenza e l’area vasta.
AGRICOLTURA SOSTENIBILE – L’IMPRENDITORE AGRICOLO AL CENTRO DELLE POLITICHE URBANISTICHE IN TERRITORIO RURALE
Il territorio agricolo è l’ambito che, più di ogni altro, ha subito modifiche conseguenti al boom edilizio dei primi anni del 2000, per questo, il Pug, come detto, esclude la possibilità di nuove urbanizzazioni in territorio rurale, incentivando al contempo il recupero del patrimonio esistente, attraverso: un aggiornamento della classe di tutela degli edifici vincolati; l’utilizzo dell’intero volume per gli interventi di ristrutturazione; la definizione di un numero adeguato di unità immobiliari maggiore rispetto alle attuali, ricavabile negli interventi di recupero, per rendere sostenibile, al contempo, l’investimento e l’impatto sul territorio.
In questi anni abbiamo anche assistito al consolidamento di una forte economia agricola, composta da oltre mille aziende e allevamenti di cui, quasi la metà, di dimensione inferiore ai 5 ettari concentrate soprattutto in ambito periurbano. Molte di queste imprese non solo producono, ma trasformano e vendono beni e servizi in un processo di progressiva multifunzionalità che ricomprende attività ricettive, didattiche e commerciali. Il Pug favorisce ulteriormente questa dinamica, attraverso specifici incentivi edilizi e la possibilità di insediare una pluralità di usi ammissibili, oltre alle funzioni agricole principali, in particolare relativi agli agriturismi.
Il Pug conferma inoltre gli indici e le modalità di intervento introdotte dall’attuale strumento urbanistico (il PSC) per quanto riguarda l’imprenditore agricolo professionale, attraverso un apparato normativo innovativo e condiviso con le associazioni di categoria che pone al centro di tutte le scelte in territorio rurale l’agricoltore come produttore di eccellenze e custode del paesaggio.
Il Piano si pone l’ulteriore obiettivo di declinare su scala locale la strategia del Farm to Fork promossa con il Green Deal europeo, che mira a rendere i sistemi alimentari, a cui è attribuito un terzo delle emissioni globali di gas serra, più equi e rispettosi dell’ambiente. Si vuole, in tal modo, fare della sostenibilità un fattore competitivo per la nostra agricoltura, raddoppiando la superficie agricola biologica entro il 2030 e riducendo del 30% i prodotti fitosanitari e fertilizzanti. A tal fine vengono introdotti una serie di vincoli e incentivi quali, ad esempio: incentivi edilizi per la rimozione dell’amianto, la promozione dell’agricoltura biologica e integrata, la copertura dei lagoni, il potenziamento e la riqualificazione delle greenway; la compartecipazione delle imprese agricole, nel caso di nuovi interventi funzionali ad ampliare l’azienda, nel completamento della rete ecologica continua nel rurale ed impegni stringenti sui principali fattori di sostenibilità ambientale quali la riduzione dei consumi idrici e l’uso di prodotti fitosanitari e fertilizzanti; la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici solo su tetto, escludendo pertanto nuovi impianti a terra.
Tutte le imprese agricole sono state inoltre classificate in base al loro impatto paesaggistico, definendo standard diversificati da rispettare nel caso di nuovi interventi con l’obiettivo di valorizzare gli spazi aperti e il corretto inserimento nel contesto agricolo. Il progetto simbolo, in tal senso, è rappresentato dalla candidatura di una vasta zona a sud del centro abitato a Mab Unesco al fine di valorizzarne la dimensione paesaggistica nel rispetto delle produzioni tipiche insediate.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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