Levata di scudi, a Reggio Emilia, contro l’annunciata chiusura della sede dell’Agenzia delle Dogane, ufficializzata oggi da Unindustria che, in seguito all’incontro tenutosi nei giorni scorsi tra l’Agenzia delle Dogane e i sindacati, torna a sollevare la questione della volontà di sopprimere l’ufficio provinciale, che ha suscitato nelle scorse settimane diverse prese di posizione da parte esponenti politici locali e regionali contrari a questa ipotesi.
“Alla luce di un attento studio degli atti dell’incontro – spiega la Presidente degli Industriali reggiani Roberta Anceschi – abbiamo visto che nel documento che illustra gli schemi direzionali, aggiornato al 4 marzo, risulta che l’ufficio di Reggio Emilia sarà soppresso. Diversamente da quanto comunicato dai vertici delle Dogane alla stampa nelle scorse settimane, Reggio Emilia sarà sottoposta alla sede di Modena, su cui saranno convogliate tutte le attività di supporto ed indirette, oltre alla presenza del Dirigente con capacità decisionali. A Reggio Emilia rimarrebbe così solo una sede operativa depotenziata”.
Questa situazione allarma molto Unindustria Reggio Emilia, che rilancia “visto il rinvio della riforma al termine di una fase di sperimentazione di 4 mesi presso una Direzione Territoriale pilota, chiediamo un confronto tra il direttore delle Dogane Roberto Alesse e le rappresentanze imprenditoriali, istituzionali e politiche della nostra città e Regione, che ritengono questa riforma altamente penalizzante per un’area produttiva che contribuisce in maniera determinante al successo economico nazionale con dati di import ed export tra i più alti in Italia”.
Rossi (Pd): scelta immotivata
“Speravamo fosse una indiscrezione priva di fondamento, pertanto abbiamo presentato
un’interrogazione parlamentare sul tema. Ma lo stesso fatto di non avere ricevuto una risposta finora, ha coinciso con un esito infausto. Perché oggi, la presidente Anceschi ha annunciato come sia molto probabile la chiusura della sede reggiana dell’Agenzia delle Dogane”. Lo afferma il deputato dem regiano Andrea Rossi per il quale “il senso di questa chiusura è immotivato, se non nell’ottica di effettuare un taglio lineare”. “La sede reggiana è una delle più importanti d’Italia, sia in termini di tributi riscossi, sia in termini di volume di import/export a cui offre servizi. Appare quantomeno inopportuna questa scelta, peraltro in un territorio che già ha visto la chiusura di articolazioni di importanti uffici economici, davvero nevralgici, come ad esempio quello della Banca d’Italia.
Ora, al posto di una vera e propria sede, sarà mantenuto un semplice ufficio di raccordo, ma
privo di autonomia decisionale e organizzativa: questa grave mancanza andrebbe comunicata
a quelle imprese che hanno scelto di insediarsi proprio a Reggio Emilia, in virtù dell’ottima
condizione logistica e dell’efficienza della sede dell’Agenzia.
Da parte nostra, non potrà mai mancare l’attenzione al tema, nelle settimane a venire, ai fini di comprendere meglio le ragioni della chiusura di un rilevante ufficio del nostro territorio. Non si tratta di mero campanilismo: in questo caso si tratta di un consistente danno alle imprese, e dobbiamo fare di tutto per scongiurarlo, per evitare disagi in un momento storico ed economico così complesso”.
Il sindaco Vecchi: intervenga il Governo
“Nel 2023 le esportazioni di Reggio Emilia hanno fatto registrare un incremento del 5,4% sul 2022, con conseguenti introiti di dazi, Iva e altri oneri, per oltre 131 milioni di euro. Limitatamente alle sole meccanica e meccatronica, il settore manifatturiero reggiano produce oltre 3 miliardi di valore delle merci. Se a questi settori uniamo moda e logistica, abbiamo il quadro di un comparto produttivo trainante a livello nazionale e di rilievo internazionale, e possiamo constatare che, nell’anno appena trascorso, le operazioni di import effettuate sono state oltre 152.000, mentre quelle di export oltre 132.000. Alla luce di questi dati, risulta evidente il valore economico e strategico della permanenza dell’Agenzia delle Dogane di Reggio Emilia, che deve restare nel pieno delle sue qualità e funzioni. Il governo, promotore della riforma, non può ignorare questa realtà, né introdurre aggiornamenti che non razionalizzano, ma anzi complicano e deprimono il contesto virtuoso in essere”.
Lo ribadisce il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, che nei giorni scorsi aveva scritto ai ministri Giorgetti e Urso, a seguito del prospettato ridimensionamento della sede reggiana della stessa Agenzia, nell’ambito di una riforma nazionale. “Apprendiamo ora – prosegue il sindaco – che Reggio Emilia verrebbe sottoposta alla sede di Modena, compresa la dirigenza con relative funzioni decisionali. A Reggio Emilia rimarrebbe perciò una semplice sede operativa, depotenziata: una prospettiva allarmante per il sistema produttivo della città e del suo territorio, che ha ben delineato e argomentato la presidente di Unindustria, Roberta Anceschi. “Considerato che si è ad oggi deciso per un rinvio della riforma, troviamo quanto meno necessario – conclude il sindaco Vecchi – un confronto in tempi stretti tra esponenti di governo, Agenzia e rappresentanze imprenditoriali, istituzionali e politiche della città e della Regione. Riteniamo infatti questa riforma altamente penalizzante per un’area produttiva che contribuisce in maniera determinante al successo economico nazionale”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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