Reggio. Scontro sui contratti in 270 aziende

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Dopo sette mesi di incontri tra Federmeccanica – Assistal e Fim Fiom Uilm, si apre lo scontro per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici.
Non appena scaduta la moratoria che impediva di proclamare iniziative di lotta, i sindacati hanno indetto il blocco degli straordinari e della flessibilità e otto ore di sciopero da gestire nei territori per provare a convincere gli industriali metalmeccanici a rinnovare il contratto nazionale di lavoro.

“Le nostre controparti non stanno trattando – affermano Fim Fiom Uilm unitariamente – al momento è stata presentata una contro-piattaforma che stravolge l’attuale modello contrattuale e che non vuole riconoscere un euro in più di aumento di quanto già previsto dagli attuali accordi”.
“A parte l’ultimo anno, che deve essere considerato una eccezione e non la norma – si legge nella nota sindacale con cui si proclama lo sciopero generale – le imprese metalmeccaniche hanno visto consolidare la crescita della produttività che si è trasformata in profitti a discapito invece delle retribuzioni che hanno perso potere d’acquisto”.

Un appello agli industriali reggiani arriva dalle tute blu di Cgil Cisl Uil provinciali: “Gli industriali reggiani devono far capire se in questa trattativa vogliono essere parte della soluzione o meno- dichiarano i tre segretari reggiani Alessandro Bonfatti, Jacopo Scialla e Simone Vecchi, rispettivamente segretari generali di Fim Cisl Emilia Centrale, Uilm Uil e Fiom Cgil – visto il buon andamento delle imprese negli ultimi anni e viste le positive relazioni sindacali, ci si aspetta un atteggiamento costruttivo”.

Nella provincia reggiana il settore metalmeccanico è il più grande comparto economico con circa trentamila lavoratrici e lavoratori e sono circa 270 le aziende che applicano il Contratto Collettivo Industria Metalmeccanica e che verranno coinvolte.
In questi giorni i sindacalisti metalmeccanici di Cgil Cisl e Uil reggiani stanno svolgendo centinaia di assemblee sindacali per parlare con le lavoratrici e i lavoratori e per illustrare lo stato del confronto e le motivazioni dello sciopero.

“Federmeccanica non dà risposte sufficienti sugli aumenti, non le dà sulla riduzione di orario, non le dà sulla riduzione della precarietà, non le dà sul rafforzamento del ruolo degli Rsu, non le dà sui lavoratori in appalto, e in generale non stanno dando risposte positive sulla maggior parte delle richieste della piattaforma votata da centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici. – spiegano Alessandro Bonfatti, Jacopo Scialla e Simone Vecchi – A Reggio ci sono 95 aziende che stanno utilizzando ammortizzatori sociali dove i lavoratori perdono salario a causa della crisi, anche in queste aziende si lotterà per aumenti dignitosi”.

Gli scioperi delle aziende non saranno concentrati in un unico giorno, ma distribuiti nelle settimane di dicembre e nella prima di gennaio, con modalità decise a livello territoriale.
Negli ultimi anni le imprese metalmeccaniche reggiane hanno visto consolidare una crescita dei profitti a discapito dei salari che al contrario hanno perso potere d’acquisto.

BOX I NUMERI

L’assemblea provinciale dei delegati 21 novembre
Dopo oltre otto anni nella nostra provincia viene organizzata una grande assemblea unitaria delle delegate e dei delegati sindacali di fabbrica di Fim Fiom Uilm, un evento per la nostra città.
Oltre 300 Rappresentanti Sindacali Unitari (RSU) in rappresentanza di oltre 20 mila colleghi, si riuniranno al Centro Sociale PiGal il 21 novembre mattina insieme ai Segretari Nazionali Michele De Palma (Fiom), Massimo Nobis (Fim), Luca Colonna (Uilm).

Aziende e addetti
Sono 270 le aziende metalmeccaniche reggiane che applicano il contratto collettivo nazionale Industria e installazione impianti, tra cui le più importanti del nostro territorio: Argo Tractors, Dana Motion System, Lombardini, Meta System, Interpump, Walvoil, Rcf, Bosch, Ognibene Power, Nexion, Spal Automotive, Smeg, Immergas, Ip Cleaning, Elettrica 80, Eviosys e Trivium, Bertazzoni, Comer Industries, Still, Emak, Comet.

Saranno circa 30 mila le lavoratrici e lavoratori che verranno coinvolte dal rinnovo contrattuale e dallo sciopero

Profitti vs Salari
Secondo l’analisi congiunturale svolta a ottobre da Federmeccanica (Confindustria) le retribuzioni contrattuali dei dipendenti metalmeccanici hanno perso circa 5 punti percentuali rispetto ai prezzi al consumo.
Negli ultimi 10 anni, nelle aziende Federmeccanica del nostro territorio, la quota di ricchezza prodotta nelle imprese che è andata ai profitti è aumentata di 9,31 punti percentuali, mentre la quota destinata alle retribuzioni è calata di 9.53 punti.
Fim Fiom Uilm affermano che un anno di crisi non può far dimenticare la crescita delle disuguaglianze degli ultmi dieci anni e il CCNL può redistribuire una quota della ricchezza prodotta.

Le richieste di Fim Fiom Uilm
Aumenti mensili di 280 euro lordi medi, nell’arco di tre anni
Percorsi di stabilizzazione per i precari
Maggiori diritti negli appalti
Maggior coinvolgimento delle Rsu nelle decisioni aziendali
Gestione transizione energetica senza esuberi

Le risposte di Federmeccanica
Un contratto di 4 anni invece che 3 anni.
Non un euro di aumento in più dell’inflazione.
Nessun nuovo strumento per ridurre la precarietà.
Zero risposte sul mondo degli appalti.
Nessuna novità sul coinvolgimento delle Rsu nelle decisioni aziendali.

L’appello dei segretari Bonfatti, Vecchi e Scialla
“Gli industriali reggiani devono far capire se in questa trattativa saranno parte del problema o parte della soluzione, visto il buon andamento delle imprese negli ultimi anni e viste le positive relazioni sindacali, ci si aspetta un atteggiamento costruttivo, non ideologico, pragmatico, senza usare strumentalmente l’ultimo anno di crisi per negare un contratto nazionale che i dipendenti si aspettano dia molte risposte alle loro richieste”.

 

 



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