Il 12 giugno si voterà per i referendum sulla giustizia I cinque quesiti riguardano: misure cautelari, separazione delle funzioni dei magistrati, elezione del Csm, consigli giudiziari, incandidabilità dei politici condannati. Il 12 giugno saremo chiamati a votare per i cinque referendum frutto di una campagna politica che promette ai cittadini italiani di realizzare una “giustizia giusta”. È un vecchio slogan che si ascolta da anni.
I referendum sono promossi da una coalizione culturalmente eterogenea ma unita da un comune sentimento di insofferenza per il controllo di legalità e l’indipendenza della magistratura. In realtà la raccolta delle firme non ha suscitato grandi consensi popolari, tanto che le richieste di referendum alla fine sono state presentate solamente da nove Regioni. I quesiti dei referendum sulla giustizia sono piuttosto oscuri per l’opinione pubblica perché non riguardano temi facilmente comprensibili, che incidono sulla vita delle persone, come potevano essere quelli sulla “cannabis libera” e sull’eutanasia.
Per comprendere di che si tratta si deve necessariamente fare affidamento sul dibattito pubblico, quindi bisogna vigilare che siano fornite informazioni corrette ai cittadini, per evitare che le scelte degli elettori possano essere inquinate da slogan ingannevoli. Alcuni degli obiettivi che si sono proposti i promotori, in realtà stanno per essere raggiunti per via legislativa attraverso la tanto tormentata riforma del Ministro della Giustizia prof.ssa Cartabia.
Si pensi alla separazione delle carriere fra magistrati del Pubblico Ministero e magistrati giudicanti, un vecchio cavallo di battaglia dei governi passati, che adesso viene sostanzialmente sancito dalla riforma Cartabia. Se la riforma Cartabia venisse approvata in tempo, due o tre referendum potrebbero essere annullati, però rimarrebbero in piedi quelli più significativi come l’abrogazione della legge Severino, odiata dal ceto politico perché limita la candidatura ai soggetti incensurati, e la forte restrizione delle misure cautelari che potrebbe avere l’effetto di smantellare quasi del tutto il contrasto alle attività criminali. “Adesso la casta trema” titolò il quotidiano Libero riferendosi alla magistratura. In realtà i magistrati non hanno nulla da temere, siamo noi cittadini che dobbiamo cominciare a preoccuparci.
Per conoscere meglio i quesiti del referendum, anche per chi non ha intenzione di andare ai seggi, il Circolo di Cultura G. Toniolo e il Circolo Anspi di Rivalta invitato i cittadini, mercoledì 8 giugno 2022 alle ore 20.30 presso il salone parrocchiale della Chiesa Sant’Ambrogio di Rivalta ad ascoltare e dibattere sulla questione con un esperto qualificato il prof. Leonardo Bianchi, docente di diritto costituzionale all’Università di Firenze. Presenta l’incontro Luigi Bottazzi, pesidente del Circolo G. Toniolo, mentre il dibattito sarà moderato da Giovanni Mazzoni, direttore della TV Teletricolore.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]