È stata prorogata fino al 31 gennaio 2023 la mostra fotografica “Un tocco di classe. L’occupazione delle Reggiane 1950-1951”, inaugurata lo scorso 23 aprile negli spazi del Capannone 18 delle ex Officine Meccaniche Reggiane: a sei mesi dal taglio del nastro sono state oltre 13.000 le persone che l’hanno visitata.
Per questo motivo la Cgil di Reggio, che ha ideato e prodotto la mostra in collaborazione con il Comune di Reggio, lo Spazio Gerra e Stu Reggiane, ha deciso di mantenere l’allestimento per altri tre mesi.
La mostra si compone di circa 100 fotografie originali dell’epoca, utili a offrire una cronologia degli eventi, e altri materiali suddivisi in quattro sotto-aree tematiche: il lavoro (l’autogestione produttiva, l’idea di riconversione della fabbrica contro la dismissione delle attività e i licenziamenti, il controllo diretto degli operai e dei tecnici sulla produzione, il trattore R60 che fu ideato e realizzato durante l’occupazione), i conflitti e la costruzione della comunità operaia di lotta, la solidarietà (quella alimentare delle categorie produttive che contribuirono a sostenere economicamente lo scontro, quella degli intellettuali verso le maestranze nella fase di generalizzazione del conflitto, quella tra movimento operaio e movimento bracciantile e tra città e campagna) e le biografie (tredici biografie di altrettanti protagonisti di quella lotta).
Le fotografie esposte sono state reperite dai fondi di quattro archivi storici: Archivio storico della Cgil nazionale, Archivio storico della Camera del lavoro di Reggio Emilia, Fototeca Panizzi, Archivio Istoreco. La mostra, a ingresso libero, è visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 19 presso il Capannone 18 dell’area ex-Reggiane.
Ultimi commenti
Dovrebbe esser possibile rivalersi in solido verso la famiglia . Al ragazzino " da coccolare" , a proposito mi chiedo dov'è finito l'educatore della Papa
ma come ? ma se fino all'altro ieri era solo una PERCEZIONE e non un reale problema di sicurezza e degrado !? REGGIO SVEGLIA!!!!!!!!!!! e se […]
Condivido pienamente la risposta di Roberto Salati. Le cose più serie ... forse, si riferiva allo sportello antirazzista!!!