Si è svolto a fine agosto l’incontro tra le centrali cooperative Confcooperative e Legacoop e le organizzazioni sindacali di categoria per definire l’elemento retributivo territoriale (Ert) da erogare ai dipendenti del settore delle cooperative sociali nel 2019 in base ai risultati del 2018.
Dall’analisi dei dati che determinano l’Ert non è stata registrata una crescita sufficiente a far scattare tutti gli indicatori che lo compongono: l’impianto attuale del premio, infatti, prevede che gli indicatori debbano essere in crescita rispetto al triennio precedente. Stando ai dati del triennio 2015-2017, dunque, l’Ert da erogare per l’anno 2019 avrà un valore medio di 30 euro, da riparametrare sui livelli contrattuali.
“Tale importo ci ha lasciati fortemente insoddisfatti”, hanno sottolineato Fp-Cgil, Fp-Cisl, Fisascat-Cisl e Uil Fpl di Reggio: “Pur credendo nel forte ruolo della contrattazione e riconoscendo un contratto integrativo che in questi anni ha permesso di erogare premi importanti a favore dei lavoratori di questa provincia, come organizzazioni sindacali a fronte di un anno comunque non negativo per i risultati di molte cooperative abbiamo richiesto una somma aggiuntiva alle risultanze del premio citato, che potesse controbilanciare l’andamento medio registrato nel quinquennio di vigenza del contratto, rispettando comunque la posizione di quelle cooperative che oggi vertono in gravi difficoltà, in modo da tutelare il lavoro e l’occupazione”.
Dopo una lunga discussione è tuttavia arrivato il rifiuto, da parte delle centrali cooperative, di aggiungere ulteriori somme al valore dell’Ert che, secondo le richieste sindacali, avrebbero in parte riconosciuto “una più equa premialità” a favore degli addetti del settore.
Le organizzazioni sindacali, a quel punto, hanno ritenuto che non ci fossero le condizioni per sottoscrivere il verbale di accordo, come invece avvenuto negli anni precedenti. La posizione delle centrali cooperative è stata in ogni caso formalizzata con una comunicazione scritta in cui è stato esplicitato che, anche in mancanza di intesa tra le parti , l’Ert 2019 sarà comunque erogato a settembre per le competenze di agosto.
“Come organizzazioni sindacali non possiamo che richiedere che venga riconosciuto l’impegno profuso dai lavoratori, nonché soci, che lavorano per fornire servizi e prestazioni di qualità e per lo sviluppo della propria cooperativa”, hanno commentato le sigle sindacali: “Rilanciamo quindi la nostra richiesta di riconoscimento di una somma aggiuntiva, oltre all’Ert, dove le condizioni economiche lo consentano, sapendo che non tutte le realtà del territorio hanno fatturati e profitti in calo”.
I sindacati si stanno muovendo per un nuovo accordo per superare il meccanismo dell’Ert a favore dell’introduzione del premio territoriale di risultato, come previsto dal Ccnl rinnovato. A breve inizieranno le assemblee con i lavoratori “per condividere e rilanciare la nostra posizione sull’Ert 2019 e per cominciare a costruire insieme la piattaforma per rinnovare il contratto territoriale e recuperare le attuali criticità”, hanno concluso Fp-Cgil, Fp-Cisl, Fisascat-Cisl e Uil Fpl di Reggio.
Immediata la replica di Confcooperative Reggio e Legacoop Emilia Ovest: “Non è saltato alcun accordo integrativo provinciale per le cooperative sociali per la semplice ragione che nessuna delle componenti interessate (centrali cooperative e sindacati) lo ha disdettato”.
I parametri sui quali viene stabilito l’integrativo, hanno sottolineato le due centrali cooperative, “presentano elementi di oggettività condivisi da organizzazioni cooperative e sindacati; trattandosi di un premio, si riferiscono in specifico ai risultati economici conseguiti dalle imprese con i loro lavoratori, retribuiti secondo un contratto nazionale recentemente rinnovato con un’integrazione rilevante rispetto ai livelli precedenti”.
Per anni, hanno ricordato Loretta Losi e Roberto Magnani, responsabili del settore sociale di Legacoop e Confcooperative, l’Ert erogato dalle cooperative reggiane “è stato il più alto d’Italia, e il suo più modesto attuale livello non è certo attribuibile alla volontà delle imprese, ma è legato a risultati medi di bilancio che, evidentemente, non hanno registrato miglioramenti nel periodo 2015-2017”.
A fronte di questo dato oggettivo, hanno aggiunto Magnani e Losi, “non è comprensibile la richiesta dei sindacati di aggiungere in altro modo e comunque una somma rilevante a un premio ritenuto insoddisfacente; a fronte di risultati 2018 meno soddisfacenti anche per le imprese, infatti, non è chiaro da dove potrebbero derivare le risorse richieste dalle organizzazioni sindacali”.
“I sindacati conoscono bene la situazioni delle coop sociali e sanno che le maggiori difficoltà derivano dal mancato riconoscimento, da parte della committenza pubblica e privata, di corrispettivi sui servizi in grado di remunerare adeguatamente le competenze presenti nelle cooperative, i loro investimenti e il lavoro dei soci-lavoratori e dei dipendenti. Su questo tema, cioè su un mercato che comprime anche il valore di esperienze alle quali è affidata tanta parte dei servizi a persone e famiglie e che si fanno carico di tante risposte altrimenti impensabili per il pubblico, vorremmo davvero che il sindacato aprisse, insieme a noi, nuovi ragionamenti e nuove azioni, non limitandosi a rivendicare premi che, se vi fossero le condizioni, saremmo i primi a voler erogare”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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